Chi lo provò ai tempi della sua uscita, il 15 ottobre del 1990, sa quanto questo gioco cambiò le carte in tavola nell’intero medium videoludico. The Secret of Monkey Island, uno dei prodotti di punta di LucasArts, nato dalla penna del trio Ron Gilbert, Tim Schafer e Dave Grossman, fu una vera rivoluzione nell’ambito narrativo e visivo.
In corso d’opera di un altro capolavoro di genere, Indiana Jones e l’ultima crociata, la LucasArts stava già lavorando al gioco che avrebbe rivoluzionato le regole delle avventure grafiche. Ron Gilbert stilò una lista di criticità del genere e implementò tutte le novità proprio in The Secret of Monkey Island. Per la prima volta infatti l’avventura del protagonista, il suo obiettivo, erano il cardine dell’intero gioco e ogni enigma era necessario per progredire. Niente puzzle inutili per allungare il brodo quindi. Inoltre Gilbert eliminò la morte istantanea dal gioco così da non rendere frustranti le sessioni per colpa di un minimo errore.
Sciabolate a colpi di offese!
The Secret of Monkey Island propose quindi il non-plus ultra della resa grafica, una storia avvincente (oltre che divertente) e alcune soluzioni uniche. Guybrush Threepwood dovrà affrontare tre incredibili prove per diventare un temibile pirata e queste lo porteranno verso un destino tanto incredibile quanto comico. All’interno dell’avventura ci sono soluzioni di gameplay decisamente geniali che riempiono in modo perfetto la semplice trama che viene raccontata. Durante le sue avventure, per esempio, il protagonista dovrà combattere anche contro altri pirati. La produzione volle evitare l’inserimento di meccaniche action e si inventò una soluzione testuale incredibile. Per sconfiggere gli avversari, il protagonista doveva superarli in una gara di insulti. In questo modo sia lo spirito piratesco che l’incipit dell’opera restavano intatti.
Grazie a idee come quella appena descritta, sicuramente tra le più iconiche, e geniali puzzle, il gioco ottenne fin da subito una fama incredibile. L’iconico antagonista, il temibile pirata LeChuck, tramerà per togliere di mezzo l’unica vera minaccia verso il suo obiettivo: il protagonista. Ogni personaggio inserito nell’avventura diventa così perfettamente coerente con il mondo ideato da Gilbert ed estremamente originale. Non solo i protagonisti principali dell’opera, ma anche personaggi secondari e oggetti (qualcuno ha detto Pollo di gomma con la carrucola in mezzo?) verranno caratterizzati in modo eccezionale.
Mille trovate giocabili tutt’oggi.
Le avventure grafiche si sono evolute nel corso del tempo e trasformate in molti altri generi ma il fascino di The Secret of Monkey Island resta intatto anche dopo 30 anni. Grazie alla riedizione del 2009, il gioco è stato completamente rivisto sotto l’aspetto grafico ma niente delle meccaniche originali è stato toccato. Tramite un’impostazione è inoltre possibile tornare alla fascinosa pixel art del tempo.
Tra grog, barboncini pinanha, strambi personaggi e geniali trovate di gameplay, il gioco mantiene un grado di sfida (se non si cercano le soluzioni su internet) e di comicità ancora fruibili. Inoltre il protagonista Guybrush Threepwood è ciò di più romantico possa esistere in un videogioco, un ragazzo che insegue il proprio sogno a qualsiasi costo. E voi, non vi sentite un po’ più pirati dopo averci giocato?