Oltre a questo, lo stesso manichino è stato chiamato Starman, come un’altra canzone di David Bowie (la prima è del 1969, la seconda del 1972, dal famoso album Ziggy Stardust). A bordo c’è anche una copia di Guida Galattica per gli Autostoppisti di Douglas Adams, con tanto di asciugamano e la scritta “DON’T PANIC” sul cruscotto.
Starman, last seen leaving Earth, made its first close approach with Mars today—within 0.05 astronomical units, or under 5 million miles, of the Red Planet pic.twitter.com/gV8barFTm7
L’impatto del lancio, avvenuto il 6 febbraio 2018, è stato enorme ed ha avuto la funzione di attirare ancora di più l’attenzione sulle possibilità che Musk prospetta per i futuri viaggi su Marte. Chiaro, non ci si andrà a bordo di un’auto lanciata da un razzo. Anche se, qui arriviamo al punto, la Tesla effettivamente a Marte ci è arrivata.
La stessa SpaceX informa infatti in un tweet (qui sopra) che ieri, 8 ottobre 2020, l’auto con a bordo l’astronauta fantoccio ha raggiunto Marte. Si è trovata cioè alla minima distanza dal pianeta, a 0.05 unità astronomiche, ossia circa 5 milioni di miglia. Un risultato storico che trova giustificata tutta l’ambizione del progetto.
Questo dopo un viaggio di 37 milioni di miglia, compreso il difficile attraversamento della pericolosa Fascia di Van Allen, un’area ad alta radiazione. Da ora in poi la Tesla girerà “in loop” tra la terra e Marte e questo potrebbe continuare, in mancanza di interventi esterni, anche per un miliardo di anni.