“Scusa, chi?”: 5 bravi registi contemporanei (poco noti) che amerete

Nel Mare Magnum dell'industria cinematografica, spesso, alcuni registi degni di nota vengono fagocitati dai nomi più altisonanti. Eccone 5 da scoprire e amare

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5 registi semisconosciuti da scoprire

Gareth Evans

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Registi: Gareth Evans e Iko Uwais

Gareth Evans è un rivoluzionario. Regista gallese, Evans è principalmente noto per aver completamene sconvolto il cinema indonesiano attraverso un rinnovamento totale dei film di arti marziali. La sua intuizione più felice è rappresentata dall’introduzione nel mondo cinematografico del pencak silat, disciplina di lotta indonesiana estremamente violenta che si presta con naturalezza a splendide coreografie di combattimento.

L’intuito di Evans ha poi trovato linfa grazie all’incontro con due dei più grandi attori combattenti indonesiani: Iko Uwais e Yayan Ruhian. Il sodalizio ha portato all’esordio nel 2009 con Merentau, che grazie al successo riscosso ha permesso al regista di consacrare il suo talento nel genere attraverso i primi due capitoli di una trilogia ancora da completare: The Raid e The Raid: Beranadal. La saga ha completamente scosso il cinema dedicato alle arti marziali attraverso un uso sapiente della camera in spalla e coreografie pulite, armoniose ed esplosive. Soprattutto il primo capitolo, che prevede l’irruzione di una squadra speciale della polizia all’interno di un edificio dove si nasconde un boss del narcotraffico, testimonia l’abilità di Evans ad andare veloce quanto i pugni e i calci dei suoi protagonisti. Alcuni punti di vista assunti dalla cinepresa sono davvero incredibili e tramutano la saga di The Raid in uno degli esempi più illustri di questo tipo di cinema. Il secondo capitolo, poi, ha goduto di un budget considerevole permettendo al regista di allargare il suo approccio all’intero campo dei film d’azione. Inseguimenti, sparatorie, stunts estremi e trame articolate, ma non eccessivamente aggrovigliate, fanno del capitolo di mezzo uno dei lavori più importanti del genere riuscendo a rinnovare l’action dopo anni di stagnamento. Siamo impazienti di vedere il terzo e ultimo capitolo della saga.

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Il ritorno in occidente è segnato da una collaborazione con Netflix: Apostle, un riuscito folk horror (chiaro omaggio a The Wicker Man) con protagonisti Dan Stevens, Michael Sheen e Lucy Boynton. Nonostante una sceneggiatura prevedibile, Evans si distingue con una regia ispirata capace di esaltare i paesaggi rustici e gli anfratti oscuri donando, anche in questo caso, alcune inquadrature davvero insolite. Il lavoro del regista è esaltato e completato dall’ottimo lavoro del direttore della fotografia Matt Flannery, virtuoso nel gestire i tre colori chiave della vicenda: il rosso, il verde e il marrone.

Dopo il buon successo dell’incursione orrorifica, Evans è stato scelto per dirigere l’apprezzatissima serie Gangs of London, dove è stato fortemente voluto per il suo talento nelle sequenze d’azione. Risultato: la serie è diventata uno dei più grandi successi di Sky Atlantic.

Siamo solo all’inizio, ne vedremo delle belle.

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