Daisy Jones & The Six, la finta storia vera della band anni ’70 in arrivo su Amazon Prime Video
Una ragazza dagli occhi grandi e la voce ancora più immensa, due fratelli che inseguono l'ombra di un padre sulla corda di una chitarra: sono questi gli ingredienti di un romanzo che diventerà una serie per Amazon Prime Video
Daisy Jones & The Six è un romanzo edito da Sperling & Kupfer che porta la firma di Taylor Jenkins Reid e che racconta l’ascesa di Daisy Jones & The Six, fantomatica band degli anni ’70.
Il romanzo, che conta circa 330 pagine, è stato opzionato da Reese Whiterspoonper diventare una serie di dodici episodi per Amazon Prime Video.
Sebbene sia ancora sconosciuta la data di uscita della serie, è già noto parte del cast, che include il Sam Claflin recentemente apparso nei panni di Mycroft Holmes in Enola Holmes, il film Netflix tratto dai romanzi di Nancy Springer.
Daisy Jones & The Six, la trama
Daisy Jones è una ragazza cresciuta senza una vera sensazione di affetto: tra genitori distratti e ragazzi che rimangono affascinati dal suo aspetto, ma non da quello che è.
I The Six sono una band cresciuta intorno a due fratelli abbandonati dal padre e che hanno trovato nella musica il modo per far sentire la propria voce e la propria visione del mondo.
La prima ha grandi occhi, labbra rosse e orecchini a cerchio con cui cerca di sembrare più grande. I secondi sono un miscuglio di personaggi che hanno affrontato di tutto: matrimoni, droghe, persino il lascito orribile della guerra del Vietnam.
In modo inatteso e inaspettato le strade di questi personaggi si incroceranno, dando vita ad una band in grado di lasciare la propria impronta nella musica degli anni ’70.
Recensione: Una storia fittizia che odora di realtà
Per parafrasare una canzone che Phoebe canta in Friends, non ripeteremo mai abbastanza spesso il fatto che la storia di Daisy Jones così come quella dei The Six non è vera.
Un promemoria che è insieme una specifica, ma anche un complimento alla capacità narrativa dell’autrice Taylor Jenkins Reid che è stata in grado di costruire un romanzo che sembra un documentario.
L’autrice del libro decide di raccontare la storia di Daisy e del gruppo che navigherà sulle onde della sua voce utilizzando la struttura dell’intervista.
Tutto il romanzo, infatti, è costruito con dichiarazione che vengono dagli amici dei protagonisti, dai tecnici del suono, da produttori e biografi.
È una sorta di trascrizione orale dei fatti, un romanzo che si costruisce solo attraverso le testimonianze di chi era presente ai fatti. Fatti che, tuttavia, non sono mai avvenuti.
Questo fa sì che chi non conosca molto l’ambiente musicale o non si prenda due minuti per fare una ricerca, finirà col credere di star leggendo un resoconto ufficiale di una band da cercare su spotify.
Lo stile della Reid è brillante, coinvolgente, costruito in modo così dettagliato da aver pensato a ogni possibile elemento, arrivando così a dare al lettore la sensazione di star sbirciando davvero nella vita di qualcuno.
E se pensate che lo stile “a intervista” è noioso e non lascia spazio per empatia e emozioni, lasciate che la Reid vi prenda per mano e vi conduca lungo questo viaggio che vi divorerà l’anima.
La musica come espediente
Un’altra premessa necessaria da sottolineare per non correre il rischio di creare misunderstanding è il fatto che il romanzo, pur essendo annegato nelle atmosfere rock degli anni ’70, non è un libro che parla di musica.
Nonostante l’autrice abbia affermato che il personaggio di Daisy Jones sia ispirata a Stevie Nicks dei Fleetwood Mac e le atmosfere sono quelle del rock sovversivo degli anni ’70, il romanzo non parla di musica.
La Reid fa un po’ quello che Alfred Hitchcock fa al cinema: crea un espediente, un mcguffin che serve a far partire la storia, a darle una struttura e a strizzare l’occhio al lettore.
Perché sebbene in Daisy Jones & The Six la musica ha un ruolo fondamentale, il vero cuore del romanzo sono i suoi protagonisti con le loro storie e i loro limiti.
Due fratelli abbandonati dal padre che cercano di evocare la sua ombra suonando le corde di una vecchia chitarra: una ragazza che a quattordici anni si fingeva adulta per camuffarsi nelle tenebre di una smoky room, come cantavano i The Journey in Don’t Stop Believing.
Daisy Jones & The Six, un libro da divorare
Il vero cuore del romanzo, dunque, è da ricercarsi nelle connessioni che si creano tra personaggi che si somigliano, che hanno l’anima crepata da dove invece di far entrare l’oscurità fanno uscire la musica.
Daisy Jones & The Six è un libro che racconta una meravigliosa storia d’amore: ma è anche un romanzo che parla di amicizia e ambizione, di fragilità e nevrosi. Un romanzo dove la luce e la tenebra vanno di pari passo.
E lo stile “orale” della Reid non fa che rendere ancora più immediato il contatto con lo spettatore, rafforzando il ponte tra i personaggi e colui che legge le loro storie.
Le pagine scorrono via come il proverbiale bicchier d’acqua, rendendo Daisy Jones & The Six un romanzo da divorare e che di sicuro non lascerà indifferente chiunque voglia credere a questa storia di musica e riscatto.
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