Nel 1999 i Red Hot Chili Peppers introducevano prepotentemente i videogiochi open world nel mondo della musica
I Red Hot Chili Peppers sono noti per i loro fantasiosi videoclip, sempre eclettici e divertenti. Californication ne è uno degli esempi migliori, in quanto non solo la canzone porta con sé un video memorabile, ma “varca” addirittura un confine tra media diversi: videoclip musicale e videogame.
Tutti ci ricordiamo le avventure dei quattro musicisti in computer grafica 3D, protagonisti di quello che sembra un vero e proprio gameplay di un videogioco fittizio (purtroppo) chiamato appunto Californication. Potete riguardare lo storico video qui sotto. La clip, fedele allo “state of the art” dei videogame di allora, è epica.
L’anno è il 1999. I Red Hot Chili Peppers si sono riuniti da poco con lo “storico” chitarrista John Frusciante, uscito ma poi rientrato nel gruppo. Il risultato è l’album Californication, un successo enorme con canzoni come Scar Tissue, Otherside, Around the World e la title track.
Il singolo Californication esce il 20 maggio 1999. La canzone è un pop/rock chitarristico sul quale la voce malinconica di Anthony Kiedis riflette sulla natura controversia della sua amata California, tra immagini astratte, riferimenti a Beach Boys e Kurt Cobain e addirittura alla musica delle sfere di Pitagora.
Il video
Il video, diretto da Jonathan Dayton e Valerie Faris (poi registi di Little Miss Sunshine, 2006) è, come si diceva, la ricostruzione perfetta di un videogioco dell’epoca. Si apre con una schermata di caricamento e il titolo sembra essere proprio Californication. Lo stato americano viene rappresentato come un’isola.
Segue la selezione del personaggio. Naturalmente si può scegliere tra i quattro componenti del gruppo: Anthony Kiedis, Flea (Michael Balzary), John Frusciante e Chad Smith. I quattro personaggi, “utilizzati” a turno, girovagano per Los Angeles, San Francisco e per quelli che sembrano ambienti attigui, con vari mezzi.
Anthony va in auto, Chad usa uno snowboard, John prevalentemente corre. Ma in realtà non sembra che i personaggi siano legati ad esclusivi “power-up”. Si lascia piuttosto spazio all’immaginazione, con una sequenza nella quale addirittura Anthony e Flea volano sopra una libellula gigante.
Muovendosi nei vari ambienti i personaggi si imbattono spesso in una specie di “checkpoint” a forma di asterisco rosso: il logo della band. Quando lo toccano, il video passa alla realtà e vediamo i quattro RHCP a petto nudo che suonano la canzone su uno sfondo di cielo e nuvole.
L’ispirazione
Per quanto il video di Californication riporti chiaramente tantissimi elementi dei videogiochi pubblicati attorno al 1999, è difficile dire a quale di questi si ispiri maggiormente, o anche solo se vi sia un’ispirazione precisa. La tipologia di gioco open world, per come rappresentata nel video, era infatti già molto diffusa.
Il primo nome che verrebbe da fare sarebbe quello di Grand Theft Auto, ma il primo gioco in 3D della famosa serie della Rockstar Games esce solo nel 2001. Il terzo capitolo della saga, per la precisione, GTA III, è il primo a coinvolgere una grafica in 3D simile a quella del video di Californication. Che quindi arriva prima.
Del resto le scene di gameplay rappresentate riportano diverse modalità di gioco, da quello sportivo alla SSX a quello di avventura alla Tomb Raider, passando per Crazy Taxi e poi Resident Evil nelle sequenze più “horror”. Alcuni momenti sembrano semplici ricostruzioni delle liriche della canzone, come quello dello studio porno.
In quegli anni altri giochi ad esplorare le possibilità del 3D “open world” sono quelli della Rare: Banjo-Kazooie, Donkey Kong 64 e GoldenEye 007 potrebbero essere tranquillamente d’ispirazione per molti momenti del video. Un altro gioco dal gameplay molto simile, uscito però dopo il video, è anche Driver.
L’eredità e l’influenza
Chiaramente è impossibile, o perlomeno molto difficile, affermare che il video di Californication abbia esercitato un’influenza diretta sui giochi della serie GTA o sul mondo videoludico in generale. Ciò non di meno, non si può non indicare questo come un momento fondamentale di incontro tra musica e videogiochi.
I due media si sono incontrati spesso in precedenza: per esempio lo sparatutto del 1996 Quake si è affidato addirittura ai Nine Inch Nails per la colonna sonora. Ma l’idea di utilizzare scorci di una sorta di gameplay per questo video, in un’era in cui non esistono né YouTube né Twitch, è quantomeno rivoluzionaria.
Numerosi esperimenti del genere si compiranno negli anni a venire, anche se lungi dalla compiutezza di questo. Esempi moderni sono i video di Bad Decisions dei Two Door Cinema Club (2016) e di Ong Ong dei Blur (2015), che oltre all’incontro con il mondo videoludico aggiungono entrambi anche una notevole componente nostalgica.
Tuttavia quello di Californication rimane un momento unico, sia nella storia della musica che, per certi versi, nella storia dei videogiochi. Il video affascina una intera generazione e lo fa con una canzone a sua volta per certi versi generazionale, proposta da un gruppo, i Red Hot Chili Peppers, che non smette mai di stupire.