Feel Good Inc. è di certo il video più famoso della storia dei Gorillaz: ma da quale ispirazione nasceva? Ecco la risposta
Siamo nel 2005. All’improvviso una gigantesca isola fluttuante con sopra un mulino a vento invade i nostri televisori. Siamo su MTV. Sono i Gorillaz. La band, al secondo album, Demon Days, è pronta ad attraversare la fase più importante della sua storia: Damon Albarn e i suoi collaboratori del gruppo virtuale sono al massimo della forma e non ne sbagliano una.
Ogni parte del pezzo è leggendario, dalla acida risata dei De La Soul, ospiti speciali con il loro inserto rap, alla voce eterea e quasi affaticata di 2D, alias Albarn stesso, che canta gli incubi della nuova era. Ma tutto questo non sarebbe lo stesso, naturalmente, senza il mitico video della canzone.
“You got a new horizon, it’s ephemeral style / A melancholy town where we never smile”
Nel video una serie di personaggi appaiono “comfortably numb”, è il caso di dire, rinchiusi in una specie di torre del piacere che li tiene in realtà prigionieri. Tra costoro Murdoc Niccals, il bassista dei Gorillaz, e lo stesso 2D, il cantante della band. La “prigione” sembra senza uscita.
I De La Soul compaiono su schermi giganti, assediando con le loro diaboliche risate i prigionieri. 2D cerca di “risvegliare” le coscienze dei presenti con un megafono, immagine molto no-global anni ’00: l’idea di una cultura dominante che attraverso i media domina e indottrina mentre pochi “liberi” si ribellano.
Quello a cui 2D anela è la libertà e la semplicità del mondo al di fuori della torre. Sull’isola fluttuante, Noodle, la chitarrista del gruppo (allora ancora ragazzina) suona la chitarra sull’orlo del vuoto. Il mulino, simbolo di tradizioni felici e perdute, le fa da sfondo. Questa è la libertà , per come la desidera 2D.
“Windmill, windmill for the land / Turn forever hand in hand”
Proprio questo mulino e l’isola fluttuante stessa, tanto nello stile di animazione quanto nella sensazione di “leggerezza” evocata, dovrebbero richiamare il lavoro del leggendario Studio Ghibli. Non occorre certo ricordare tutti i loro numerosi lavori per sapere di cosa stiamo parlando.
Da Il castello errante di Howl a Una tomba per le lucciole, da Il mio vicino Totoro a Principessa Mononoke e ovviamente fino al celebre Porco Rosso, la produzione del celebre studio di animazione giapponese è sempre stata sinonimo di qualità . Impossibile ignorarne l’influenza sulle produzioni dello stesso genere.
Basta guardare i mulini, le forme e le movenze delle isole durante i titolo di testa del film, il primo dello Studio Ghibli, per rendersi contro della somiglianza. Certo, vent’anni lo separano dal video di Feel Good Inc., e di mezzo c’è lo spirito del fumetto inglese che Hewlett mette in ogni sua opera.
Tuttavia l’ispirazione, anche se distante, è chiara. Nel video dei Gorillaz il mulino e l’isola fluttuante rappresentano un mondo più autentico e in qualche modo più spirituale, che si pone in netto contrasto con quello materiale e cinico dei piaceri della torre multimediale in cui stanno rinchiusi i prigionieri.
Ancora a quindici anni di distanza il celebre video dei Gorillaz rimane uno degli exploit videomusicali più apprezzati degli anni ’00, ma come possiamo vedere è in realtà un innesto di diverse influenze (che naturalmente spaziano poi da Blade Runner allo steampunk e mille altre) che lo rendono del resto ancora più memorabile.