The Social Dilemma: Recensione del controverso docu-drama targato Netflix

Netflix ha prodotto un nuovo documentario: The Social Dilemma. Un docu-dramma che riflette sulle potenzialità della rete e sul sottile confine che c'è tra utopia e distopia.

the social dilemma
una scena di The Social Dilemma
Condividi l'articolo

The Social Dilemma: Trama

Da pochi giorni è disponibile il nuovo docu-drama targato Netflix: The Social Dilemma, un documentario che riporta le interviste di ex dirigenti di Facebook, Google, Pinterest, Instagram, Twitter. A queste dichiarazioni è affiancata la storia immaginaria di un giovane adolescente che vive una vita normale, immersa nei social e dipendente da essi.

the social dilemma : film
The Social Dilemma (2020)

Recensione

Jeff Orlowski è il giovane regista, al suo terzo lungometraggio, che si era già fatto notare per Chasing Ice (2012), documentario sulla sparizione dei ghiacciai grazie al quale si era aggiudicato un Emmy Award. Questa volta il regista si sposta da un ambiente naturale ad uno del tutto artificiale: la Silicon Valley. Anche se non vediamo le immagini della Baia di San Francisco, dove hanno sede i colossi del web, l’oggetto di indagine del documentario sono i social e i motori di ricerca.

Si parte da una domanda molto facile: come fanno Facebook, Google, Instagram, Twitter, Pinterest ad essere gratuiti? Ormai tutti sappiamo che, benché l’utilizzo di queste piattaforme non comporti dei costi in denaro, quello che a noi viene chiesto, e che noi abbiamo deciso di cedere, sono i nostri dati. La frase che viene spesso ripetuta è se non paghi il prodotto, è perché il prodotto sei tu. Ma in fondo nessuno viola la nostra privacy; non c’è nessun tizio, al di là dello schermo, che prende nota di chi siamo e dove abitiamo. E allora, qual è il problema? Il documentario analizza diversi aspetti.

Social controversi: dipendenza e ossessione

Innanzitutto la dipendenza. Sopratutto tra gli adolescenti, ma non solo. The Social Dilemma è costituito in buona parte di interviste a persone che occupano ruoli importanti nelle aziende della Silicon Valley. E loro stessi, i creatori di Google, Facebook, Instagram erano dipendenti dall’andare a controllare lo smart-phone per vedere se avevano ricevuto una notifica o un messaggio o una email. Ma è nei giovani che si hanno i danni maggiori perché il meccanismo dei like e delle condivisioni e dei commenti fa parte di un rituale dell’essere accettati socialmente. Riporta il documentario, che grazie all’utilizzo dei social, il tasso di depressione e anche di suicidi tra i giovani è cresciuto notevolmente.

LEGGI ANCHE:  Netflix compra il nuovo progetto di Scorsese

C’è poi l’aspetto politico-sociologico. Ogni volta che facciamo una ricerca rilasciamo delle informazioni su di noi. Ogni volta che commentiamo una foto o mettiamo un like rilasciamo informazioni su di noi. Questi dati vengono poi letti ed elaborati secondo algoritmi che faranno in modo che alla successiva ricerca troveremo opinioni più simili e vicine al nostro punto di vista; che alla successiva apertura di un social troveremo utenti che condividono argomenti che tendenzialmente ci piacciono. Questo comporta una polarizzazione delle opinioni, una mancanza di punti in comune, una carenza di visioni unitarie della realtà.

In alcuni momenti in The Social Dilemma spinge questo concetto all’estremo, arrivando a sostenere che questa logica può essere dannosa per la democrazia. Gli utenti, manipolati da questo sistema, continuano a cercare sempre gli stessi contenuti. I politici, per ottenere consensi, cercano di inserirsi in questi contenuti, perdendo di vista l’obiettivo principale della Politica. Scorrono immagini di Giuseppe Conte, Matteo Salvini, Jair Bolsonaro, il presidente spagnolo Pédro Sanchez. È chiaro come il il documentario sostenga la tesi che il populismo sia un prodotto della rete.

The social dilemma : tristan harris
Tristan Harris, The Social Dilemma (2020).

Il nostro The Truman Show

Tristan Harris, voce principale del documentario ed ex designer etico di Google, afferma che una fake news circola tendenzialmente sei volte di più di una notizia vera. Perché fa leva su sentimenti forti come la rabbia, l’indignazione, la protesta. Nel film The Truman Show, mentre Jim Carrey sta dormendo, in televisione parte uno speciale sulla vita del protagonista. Il presentatore del programma chiede ad Ed Harris, ideatore dello show, come è possibile che Truman non si sia mai accorto che il mondo creato intorno a lui sia finto. Ed Harris risponde dicendo che il mondo che a Truman viene proposto lo soddisfa.

LEGGI ANCHE:  Baby: ecco il trailer della serie Netflix sulle baby squillo Parioline

The Social Dilemma risponde così alla domanda di come sia possibile che ci siano persone che credano a complotti improbabili, che la Terra sia piatta, che esista una rete di pedofili collegata ai dirigenti del Partito Democratico Statunitense e a diversi ristoranti, teoria quest’ultima nota con il nome di Pizzagate e da poco rinata con il nome di Qanon. Ed è ovvio che, in questo caso, Truman siamo noi fruitori di internet.

Questo accade anche perché Google non sa quale sia la verità, come non la conosce Facebook e nessun altro social media. La “manipolazione” che noi subiamo, concetto che viene ribadito in maniera quasi ossessiva, non è volontaria. Gli algoritmi sono stati creati secondo le logiche del profitto. Dunque sono gli algoritmi stessi che spingono il sistema verso una logica ultra capitalistica. Sono stati progettati per mandarti notifiche, per inviarti email, per attrarre la tua attenzione. Tutto pur di riportarti al loro utilizzo.

Ma come uscirne? A 15 minuti dalla fine emerge una speranza, emerge la resilienza. La logica del Capitalismo sfrenato per la quale, pochissimi possono essere ricchissimi mentre altri poveri, deve essere fermata. Dunque si può intervenire. D’altronde se esiste una legge che vieta il traffico di organi umani, una legge che vieta la tratta degli schiavi, perché non può esistere una legge che faccia in modo che questi colossi della rete non ci trattino come un prodotto ma come esseri umani?

Alla fine di The Social Dilemma, viene da pensare una cosa: questo meccanismo degli algoritmi non è utilizzato anche da Netflix che ti propone dei nuovi contenuti in base a ciò che hai già guardato? E questa tecnica narrativa, di enfatizzare i sentimenti più forti, accentuando gli aspetti drammatici e legati alla rabbia, non fanno parte degli ingredienti utilizzati dalla piattaforma nel creare film e serie? Forse anche questo stesso documentario?

The Social Dilemma: Trailer

Per restare sempre aggiornato sulle migliori serie tv e miniserie continua a seguirci su LaScimmiaPensa.com!