Il periodo da campione del blockbuster non ha del tutto seppellito la vena teatrale e recitativa di Hardy, che nel 2013 si prende una pausa dall’America e si chiude due settimane in macchina insieme a Steven Knight per quello che diventerà uno dei film evento dell’anno. Medaglia al valore sul pedigree dell’attore, e prima collaborazione con un autore che presto lo convocherà per un clamoroso ritorno in tv.
Max Rockatansky (Mad Max Fury Road, 2015)
Un ruolo da protagonista assoluto nel film più importante del decennio in corso e probabilmente anche di quello prima non è roba che chiunque può vantare in curriculum. Fury Road sarebbe probabilmente stato Fury Road anche senza Hardy, così come in 2001non era certo Keri Dullea il motore del film. Ma intanto, il volto del titolo è il suo.
John Fitzgerald (Revenant, 2015)
Come con Mad Max, è opinabile quanto Revenant fosse fino in fondo un film di attori, e non lo showcase di un regista scatenato (o di un direttore della fotografia, in questo caso). Di certo, nell’anno in cui Leonardo DiCaprio vinse il tormentato Oscar per uno dei ruoli più grossi della sua carriera, gli occhi degli spettatori di mezzo mondo furono solamente per il suo Fitzgerald. In coppia con un altrettanto potente Will Poulter, Hardy strappò di prepotenza il film dalle mani del divo in cartellone, finendo fregato agli Oscar dallo stesso Mark Rylance con cui due anni dopo dividerà il set di Dunkirk.
Bonus TV #1: Robert Dudley (The Virgin Queen, 2005)
Prima di Refn e del successo mainstream, Tom Hardy era “solo” l’ennesimo aspirante Colin Firth nelle rubriche della BBC, bloccato a farsi le ossa tra drammi in costume e adattamenti letterari, da sempre motore di sussistenza della casa di produzione britannica. Il kolossal televisivo The Virgin Queen dedicato ad Elisabetta I fu il suo primo spazio da co-protagonista, e per anni ne rimase la principale vetrina.
Bonus TV #2: Alfie Solomon (Peaky Blinders, 2014-2017)
La collaborazione con Steven Knight non poteva esaurirsi a Locke. Lo sceneggiatore inglese è uno dei nomi più apprezzati e prolifici in terra natia, e trovò il modo di coinvolgere Hardy anche nel progetto della vita: quel Peaky Blinders tutt’ora in onda e destinato a perdurare ancora a lungo. Nelle melodrammatiche vicende degli Shelby, Hardy trovò spazio con la più classica delle sue interpretazioni, tutta urla, fisicità e accenti assurdi. Poco più che una serie di camei, ovviamente di culto tra i fan della serie.