Tom Hardy ha ormai raggiunto quella fase di divismo tale da rendere il cinema e la recitazione un orpello serenamente sacrificabile. Come un Leonardo DiCaprio o un Robert Downey Jr, la star inglese può ora permettersi di aspettare, selezionare e uscire con progetti mirati al millimetro. Dal periodo di sovraesposizione dei primi anni 2010 (culminato con un 2015 leggendario a livello personale, tra Mad Max, The Revenant eLegend), Hardy è ora entrato nella fase della prudenza. Solo due film negli ultimi anni: progettini del calibro diDunkirk, Venom e Capone.
Il prossimo anno il divo di Hammersmith riprenderà il ruolo di Eddie Brock con l’inevitabile sequel del cinecomic, e darà probabilmente l’assalto all’agognato Oscar con il suo coccolatissimo Capone, in produzione da una vita. Cogliamo l’occasione per ripassare una carriera schizofrenica, e una vita tormentata, partita dalla BBC e dai drammi in costume, proseguita nel segno di Refn e a tutt’ora sospesa tra il superhero movie d’assalto e i film-evento di registi superstar come Nolan o Iñarritu. Una parata di ruoli fisici, feroci, a volte caricaturali, spesso indimenticabili.
Ecco, quindi, le interpretazioni più importanti nella carriera di Tom Hardy, inquadrate in una serie di personaggi storici del cinema contemporaneo.
Michael “Charles Bronson” Peterson (Bronson, 2008)
Il ruolo dello “strappo” nella prima parte di carriera di Tom Hardy. Da elegante e teatrale attore di sistema britannico, tutto Dickens e Emily Brontë, ad animalesca bestia del cinema d’autore più duro. Si avverte la voglia di smarcarsi dalle prime incarnazioni recitative, con una prestazione tra Kinski e Nic Cage virati su Lou Ferrigno che Hardy in primis non ripeterà più.
Ricki Tarr (La Talpa, 2011)
Gli anni successivi a Bronsonvedono Hardy per la prima volta nel radar di Hollywood, seppur con ruoli ancora relativamente marginali. Nolan, Ritchie e Snyder gli affidano parti da duro: ma il film più memorabile del periodo lo vuole in giacca e cravatta, colori virati al seppia e interni cupi nel blocco sovietico anni ’70. Il film di Alfreddson è un classico istantaneo, Hardy tiene testa alla grande ad un cast da dream team britannico.
Facile dimenticarsene, ma il Warrior di Gavin O’Connor resta uno dei film più belli e decisivi nella carriera di Hardy e non solo. Sono gli ultimi anni in cui l’attore inglese metterà il fisico da bodybuilder al servizio dell’azione e dello scontro, prima di perdere volutamente peso e sviluppare un nuovo approccio basato principalmente su movenze e timbri vocali. Warrior è il suo testamento da Stallone britannico.
Bane (The Dark Knight Rises, 2012)
Inception aveva già segnato l’incontro con Christopher Nolan, che dal 2010 non rinuncerà più al corpo di Tom Hardy, spesso usato in contrapposizione aperta con i classici eroi nolaniani tutti abiti di design e pettinature con la riga (prima DiCaprio, ora Bale). In Dark Knight Rises Hardy tiene in piedi un film lento e malmostoso, recitando con la voce contraffatta e una maschera sul viso, e votandosi in prospettiva ad una carriera nel cinecomic.