Ratched, Recensione della Serie Netflix con Sarah Paulson [Senza spoiler]
Dal 18 Settembre arriva su Netflix la nuova, attesissima serie di Ryan Murphy, il creatore di American Horror Story. Ratched racconta l'oscuro passato dell'infermiera protagonista di Qualcuno volò sul nido del cuculo. Ecco la nostra recensione in anteprima.
Ratched è la novità più attesa questo mese su Netflix. Dopo il successo di American Horror Story, American Crime Story eHollywood, Ryan Murphy ha scelto infatti di indagare l’oscuro passato di una tra le più celebri villain della Storia del Cinema: l’infermiera di Qualcuno volò sul nido del cuculo.
Nel 1975 il film da Milos Forman ha infranto ogni record, vincendo tutti i 5 Oscar principali: Miglior film, miglior regia, miglior sceneggiatura, miglior attore e migliore attrice. Ma se per Jack Nicholson si trattava solo del primo Oscar, perLouise Fletcher quello di Mildred Ratched resterà il ruolo della vita.
Qualcuno volò sul nido del cuculo, tratto dal romanzo omonimo di Ken Kesey, era ambientato nel 1963, nell’Ospedale psichiatrico di Salem, Oregon. Ratched si presenta invece come una origin story, spostando l’azione nel 1947, quando Mildred si trasferisce in California.
Inizia così una folgorante serie di 8 puntate, che ha i colori, le musiche e le atmosfere tipiche un melodramma anni ’40, ma anche le venature Horror che distinguono tutta la produzione di Ryan Murphy, nonché una serie di implicazioni che, chiaramente, si rivolgono al mondo di oggi.
Ratched: la Trama della serie
È il 1947 quando Mildred Ratched (Sarah Paulson) raggiunge la Clinica psichiatrica di Lucia, nella Contea di Monterey. Un istituto rinomato in tutta la California per le innovative tecniche del Dott. Hannover (Jon Jon Briones), coadiuvato da un’impeccabile infermiera capo, Miss Bucket (Judy Davis).
Lo psichiatra è convinto che possa esserci una cura anche per le più gravi patologie della mente. La sua clinica, per altro, è sotto le luci della ribalta a causa dell’arrivo di Edmund Tolleson (Finn Wittrock), feroce serial killer, che gran parte dell’opinione pubblica vorrebbe vedere sulla sedia elettrica.
Il Dott. Hannover ottiene così le attenzioni di un politico in campagna elettorale, il Governatore Wilburn (Vincent D’onofrio), e della sua portavoce Gwendolyn Briggs (Cynthia Nixon). Ma a causa di un orribile errore passato, è legato anche a Lenore Osgood (Sharon Stone), ricca ereditiera in cerca di vendetta.
Appare subito chiaro come tutti i personaggi sullo scacchiere abbiano un sordido segreto, e un passato da nascondere. Così la grande protagonista della serie, l’infermiera Mildred Ratched. Perché questa donna è disposta a tutto pur di entrare nello staff nella clinica?
Ma soprattutto, riuscirà a scalzare la leadership di Betsy Bucket, conquistando la fiducia del Dott. Hannover? Naturalmente, non sveleremo altro. Se non che Ryan Murphy e la sua musa, Sarah Paulson, hanno messo a segno un altro colpo micidiale.
Ratched: la Recensione in anteprima
Già nel 2018, parlando della pre-produzione di Ratched, Ryan Murphy aveva definito la sua nuova serie “A Femminist Horror Story”: una storia horror femminista.
In questa fitta rete di intrighi, in effetti, le figure maschili non sono che pedine. E il risultato è un magnifico affresco, un melodramma a tinte forti, dove niente è quello che sembra, perché anche i “mostri” possiedono un volto umano.
Nel 1998, l’American Film Istitute ha stilato una celebre classifica dei 100 migliori Heoroes & Villains nella storia del cinema statunitense. Mildred Ratched si classificava al quinto posto, subito dopo la terribile Strega dell’Ovest de Il Mago di Oz.
Dal 1975 l’immagine dell’infermiera interpretata da Louise Fletcher è rimasta immutabile, cristallizzata nel tempo. Nell’immaginario collettivo, resta il simbolo di una sociopatica, completamente priva di empatia, immune a qualunque forma di pietà umana.
Ma Ryan Murphy non voleva fermarsi alla superficie. Voleva ricostruire la serie di traumi, dolori e sconfitte nascoste dietro una maschera apparentemente gelida, impassibile. Trovare il punto di rottura, il momento in cui Mildred ha perduto l’umanità.
Ma dimenticate pure il crudo realismo di Qualcuno volò sul nido del cuculo, il film di Milos Forman. Per conoscere il passato dell’infermiera Ratched, il creatore di Glee e American Horror Story ha scelto di proiettarci direttamente in un melodramma d’epoca.
Ratched ha i colori saturi e brillanti di un film in Technicolor, la colonna sonora magniloquente, fragorosa di un’opera anni ’40. È uno strano ibrido tra un Noir, popolato di doppiogiochisti e femme fatale, e un Melò alla Douglas Sirk; tra un Thriller del primo Hitchcock e l’eroismo di Via col vento.
L’aura di quel glamour decadente, che rimanda alla Hollywood dell’età dell’oro, pervade l’intera serie. Mentre la bellezza di scenografie e costumi, soprattutto della clinica del Dott. Hannover, più simile a un Hotel di lusso che un ospedale psichiatrico, sono in contrasto stridente con l’orrore e la violenza delle terapie.
Mentre indaga il mistero di Mildred Ratched, la sua natura ambivalente, la serie parla al presente. Ci ricorda come l’omosessualità fosse considerata una patologia psichiatrica. Come nei manicomi fossero considerate perfettamente normali svariate forme di tortura, come l’idroterapia e la lobotomia.
Il personaggio di Mildred esalta bellezza, fascino e talento di una straordinaria Sarah Paulson. Ma per quanto la serie ruoti intorno a lei, capace di mostrarsi dolce, misericordiosa e spietata nell’arco della stessa sequenza, altri personaggi sono tutt’altro che secondari.
Se Ratched (qui il trailer) è una serie ideata come un horror femminista, le sue strane eroine sanno essere intelligentissime e feroci. Personalità complesse, perfino deprecabili, rappresentate al netto di qualunque giudizio morale.
Conosceremo il loro punto di vista, le loro ragioni. Ma soprattutto, ci troveremo ad ammirare una serie di meravigliose attrici, che hanno almeno un punto in comune: non sono più giovani, non rispondono più ai classici stereotipi hollywoodiani, ma restano irresistibili.
Cinthya Nixon, Sharon Stone, Judy Davis e Amanda Plummer, al fianco di Sarah Paulson, si mostrano tutte come irresistibili femme fatale, senza fare nulla per nascondere le rughe sui loro volti.
La serie ideata di Ryan Murphy nasce così come spin-off, come prequel di Qualcuno volò sul nido del cuculo, ma muta la struttura narrativa, moltiplicando lo schema di alleati e antagonisti, per diventare un autentico racconto corale.
Ma soprattutto, Ryan Murphy cambia radicalmente estetica. Il primo elemento che ci colpisce è quella fotografia così fuori dal tempo. Fatalmente, se il sistema RGB (Red Green Blue) è la base del cinema a colori, queste 3 componenti cromatiche primarie dominano le inquadrature, riproponendosi in modo quasi ossessivo.
Evidentemente, il fulcro della serie non è la fedeltà all’originale Mildred Ratched del 1975. Piuttosto, vedremo una complessa variazione sul tema, capace di stordirci per la bellezza delle immagini, l’intensità delle parentesi horror, ma soprattutto la profondità dei profili psicologici.
Ratched è una serie capace di offrire grande spettacolo, senza rinunciare a una serie di importanti riflessioni sulla violenza insita nella natura umana, e nello stesso concetto di “normalità”.
E in attesa della seconda stagione, già confermata da Ryan Murphy, consentiteci almeno una scommessa. Le musiche di Mac Quayle, le scenografie di Judy Backer, i costumi di Lou Eyrich e Rebecca Guzzi sembrano aver già prenotato le loro nomination agli Emmy e i Golden Globe.
Il Cast
Sarah Paulson: Mildred Ratched
Jon Jon Briones: Dr. Richard Hanover
Judy Davis: Infermiera Betsy Bucket
Cynthia Nixon: Gwendolyn Briggs
Finn Wittrock: Edmund Tolleson
Sharon Stone: Lenore Osgood
Charlie Carver: Huck
Amanda Plummer: Louise
Vincent D’Onofrio: Governatore Wilburn
Corey Stoll: Charles Wainwright
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