Sebbene Tolkien non abbia mai fatto mistero di aver recuperato tradizioni e immagini da un mondo letterario in grado di ispirarlo, è lui ad essere considerato uno dei padri fondatori del Fantasy.
Questo perché grazie a Lo Hobbit e, soprattutto, ai tre libri che compongono Il Signore degli Anelli, l’autore ha creato un vero e proprio immaginario collettivo.
Creature come elfi e nani e orchi oggi vengono percepiti con una certa estetica che mette le radici proprio nel lavoro di Tolkien.
Si tratta di creature che esistevano già prima della Terra di Mezzo: ma è come se Tolkien le avesse portate alla ribalta, modellandoli con una precisione tale da renderli reali.
Inoltre il motivo per cui Tolkien è visto come il padre dell’epic fantasy è da ricercare nella fondazione di ciò che oggi è noto con l’etichetta di Secondary World.
Si tratta di un termine utilizzato proprio da Tolkien per descrivere un mondo fittizio molto solido, dettagliato e verosimile creato dall’immaginazione di una persona.
Il Secondary World è una sub-creazione, un guizzo di immaginazione che si contrappone al Primary World, che coincide con la realtà.
Proprio l’importanza che Tolkien ha dato al Secondary World lo ha spinto a studiare la Terra di Arda – in cui è ambientata tutta la mitologia legata a Il Signore degli Anelli.
L’autore non si è limitato a descrivere grosse città nella roccia, o isole incantate verso cui veleggiare.
Tolkien ha creato una geografia, una linea temporale con eventi storici e, naturalmente, una lingua con una propria grammatica e una propria fonetica che, oggi, si può studiare.
Ognuno di questi elementi, insieme ai personaggi che si muovono per il mondo, sono in qualche modo dipendenti l’uno dall’altro: gli eventi caratterizzano la storia e la storia plasma i personaggi.
Le ispirazioni
Come si diceva qualche riga più su, il mondo secondario creato da Tolkien affonda le proprie radici nella sua infanzia.
I paesaggi inglesi della sua infanzia, quella campagna che abbracciava la sua crescita, sono stati il seme che ha dato origine alla Contea.
Nelle strade che percorreva da bambino, Tolkien ha immaginato creature che poi sarebbero diventate famose con il nome di Hobbit.
Allo stesso modo il passaggio al cattolicesimo ha avuto un’importanza incredibile per la creazione letteraria.
Sono molti gli studi che tendono a sottolineare quando Il Signore degli Anelli e tutta la mitologia abbiano la possibilità di una lettura religiosa.
Lo stesso Sauron, il villain della saga principale, è una lettura del Male e, nello specifico, del Satana cattolico.
Non a caso, all’interno dei libri, ci si riferisce a lui con l’epiteto de L’Avversario, lo stesso che viene usato per il re dell’Inferno.
E cosa sarebbe Mordor se non una rappresentazione fantastica dell’inferno, con le sue rocce nere e le sue lingue di fuoco? Inoltre proprio alla base dell’ideazione del Secondary World c’è un’idea cattolica.
Tolkien era infatti dell’idea che l’atto di creare questo mondo secondario aiutasse l’uomo ad avvicinarsi all’idea di Creazione.
Alcuni studi hanno voluto associare a Il Signore degli Anelli anche una forte allegoria sulla guerra e, nello specifico, sul primo conflitto mondiale, dove Tolkien perse due dei suoi migliori amici.
Ma a smentire questa ipotesi fu proprio lo stesso Tolkien che racconta:
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