Tenet – Il Tempo nel cinema di Nolan: Analisi della Filmografia
Aspettando Tenet, in uscita il 26 agosto al cinema, eccovi una breve analisi sul concetto di tempo, la sua destrtutturazione e la sua manipolazione nel cinema di Nolan.
L’uscita di Tenet è finalmente alle porte, con le sale che lo proietteranno a partire dal 26 agosto. Tenet sembra destinato a far parlare di sé, e di fatto l’ultima fatica di Nolan ha cominciato a far discutere già dai primi concept e le foto dal set, fino al primo criptico teaser.
Tutti, fan o meno, avevano cominciato a domandarsi di cosa potesse parlare la trama, scervellandosi dietro a vari indizi e rumors. E poi è uscito, è stato rilasciato il primo trailer ufficiale e il film ha cominciato a prendere una forma, ancora una volta al centro del racconto c’è il tempo.
O meglio, il modo in cui Nolan destruttura e plasma a suo piacimento il concetto di tempo assume una valenza tale da diventare il protagonista indiscusso della sua cinematografia.
Following – Il ricordo come catarsi
Com’è noto tutto il cinema di Nolan ruota attorno ad una temporalità frammentata e ricostituita che finisce per impattare profondamente sul tessuto narrativo. La non linearità del tempo filmico rappresenta per Zanichelli un fil rouge nella filmografia del regista attraverso cui esorcizzarne l’incombenza.
La sua poetica affonda le radici in una tradizione cinematografica, e cultura, post- moderna che concepisce il tempo come qualcosa di non-lineare. Anzi, il tempo viene inteso come un qualcosa di instabile e frangibile che può essere ricombinato secondo logiche nuove.
Già a partire daFollowingNolan manifesta il desiderio di voler piegare il tempo alla sua logica, richiamandosi ad una tradizione di cui è debitore. Attraverso un uso segmentato del montaggio, Nolan frammenta la mente del protagonista in flashback così da rappresentarne catarticamente la psiche. Il regista presenta il racconto in forma di ricordo, applicando il filtro della soggettività del narratore.
Memento – Il tempo diegetico e il tempo di visione si sovrappongono
Se in Following il racconto era modulato secondo una progressione temporale non-lineare, successivamente la portata si fa più ampia. InMemento, tratto dal racconto del visionario Jonathan NolanMomento Mori, la destrutturazione del tempo incide a tal punto sul racconto da consentire una riflessione linguistica sulla struttura del cinema.
Il disturbo di cui soffre Leonard Shelby, amnesia ante-retrograda, consente a Nolan di frammentare il flusso temporale in parentesi di 15 minuti circa. La durata dei “momenti lucidi” di Leonard è di un quarto d’ora, ed in questo modo la narrazione va a sovrapporsi alla visione che il protagonista ha della sua storia.
L’uso atipico del montaggio che determina una progressione al contrario degli eventi, invertendo l’ordine consequenziale del tempo, forza lo spettatore ad adottare la percezione inconsapevole e incerta di Lenny, come suggerisce Cameron. Memento è il primo esempio delle possibilità offerte al cinema dalla manipolazione del tempo.
Il “come” raccontare diventa parte cruciale del processo creativo, fino a minarne le fondamenta. L’impatto che la destrutturazione temporale ha sul racconto si fa più concreto, fino ad incidere sull’universo diegetico in Inception.
Qui la suddivisione onirica dei livelli narrativi permette a Nolan di costruire diversi spazi del tempo, circolari e concentrici. Le realtà del sogno in cui si muovono e agiscono i personaggi costituiscono degli schemi che si racchiudono a vicenda. E al loro interno viene costruito un percorso del racconto nuovo che progredisce secondo modalità e temporalità differenti.
In Inception il tempo si muove secondo logiche relativistiche all’interno dei microcosmi onirici paralleli che assumo valenza fisica e per questo hanno un impatto concreto sul piano di realtà originale. È chiaro come la destrutturazione temporale e la sua conseguente manipolazione acquisisca una dimensione fisica tale non solo da diventare componente fondamentale, ma anche da condizionare la diegesi.
Interstellar – Il tempo relativo e simultaneo di Einstein
In Interstellar, allo stesso modo, il tempo è destrutturato secondo logiche relativistiche, ma ora la portata è decisamente più ambiziosa. Nolan, grazie al contributo scientifico del vincitore del premio Nobel Thorne, attinge a piene mani dal pensiero teorico di Einstein.
Il concetto di tempo relativo fa un passo avanti rispetto al precedente Inception diventando parte reale e concreta dell’universo fisico dei personaggi. In Interstellar la dimensione in cui il tempo viene destrutturato è quella del viaggio nello spazio, verso altri pianeti.
Il tempo viene percepito diversamente dai personaggi a seconda della loro posizione nel cosmo, per cui il presente di Cooper è il passato per la figlia nell’ottica di una temporalità simultanea.
Il wormhole Gargantua consente a Nolan di frantumare la consequenzialità logica cinematografica, per cui i concetti di causa-effetto si fondono. La curva del tempo chiusa consente ad un evento di essere causa ed effetto di se stesso.
Dunkirk – Il tempo della percezione
Nel film successivo, Dunkirk, Nolan ripropone il concetto di temporalità simultanea attraverso la suddivisione in tre livelli narrativi i cui eventi, pur procedendo in parallelo, seguono logiche temporali differenti.
La battaglia di Dunkerque è presentata attraverso tre prospettive diverse che confluiscono tutte verso il medesimo punto conclusivo, il prelevamento delle truppe inglese dalla spiaggia francese.
Proprio come in Interstellar, anche la temporalità di Dunkirk si muove secondo principi relativistici secondo cui il tempo progredisce tramite ritmi differenti. La prospettiva attraverso cui viene percepito lo scorrere del tempo non è legato prettamente ad una dimensione spaziale quanto sensoriale.
A seconda delle differente esperienze vissute dai personaggi, e come queste incidono sulla loro psiche e la percezione che hanno degli eventi, il tempo scorre ora più lento, ora più rapido. In quest’ottica la percezione diegetica del tempo si fonde a quella visiva dello spettatore, le cui sensazioni sono amplificate.
Tenet – Il tempo prenderà il controllo sul racconto?
Conseguentemente una breve analisi della filmografia nolaniana è facile intuire come il regista sia profondamente affascinato dal concetto di tempo post-moderno. Già in certo cinema le potenzialità narrative venivano sprigionate dalla fratturazione e manipolazione del tempo deflagrando il racconto.
In Nolan questo processo si lega alla struttura filmica creando un rapporto di reciproca influenza tra il progredire del tempo e la percezione di esso, con ricadute sul racconto. Chiaramente è ancora presto per poter fare congettura di qualsiasi tipo su Tenet, ma sembra verosimile ipotizzare che Nolan abbia spinto ancora oltre la possibilità di manipolare la dimensione temporale.
Dal momento che i protagonisti hanno a loro disposizione una tecnologia in grado di invertire il corso degli eventi saranno loro ad operare una manipolazione del tempo. Per cui il processo di destrutturazione e ricombinazione sarà pienamente attivo; la temporalità diegetica ritornerà su stessa in modo auto-generativo.
Volendo fare maggiore chiarezza, i personaggi potrebbero non essere vittime inermi di una scissione del tempo, ma saranno loro a scinderlo. Non sarà più un microcosmo che percepisce in maniera passiva l’impatto di una temporalità non-lineare, ma sarà il suo fondatore.
In questo modo Nolan costruisce un universo narrativo in grado di manipolare e modificare se stesso e i principi fisici secondo cui è strutturato. Tenet si potrebbe dunque pensare come un racconto che agisce su se stesso, invertendo la relazione di rapporti tra “cosa” raccontare e “come” raccontare.
Tuttavia, non vogliamo spingerci troppo oltre con ipotesi e congetture dal momento che il film uscirà oggi in sala. Ma l’attesa è alta e non possiamo far altro che pazientare: restate sintonizzati per parlarne insieme dopo che lo avrete visto! Nel frattempo, troverete qui la nostra recensione SENZA SPOILER.