Nel panorama della cinematografia contemporanea, nessuno come Christopher Nolan ha saputo polarizzare le attenzioni del pubblico, diviso in due opposte fazioni, dal giudizio apparentemente irriducibile che, probabilmente, rimarranno tali anche con Tenet.
Da un lato, chi ama Nolan come un genio visionario, un autore che ha saputo scrivere una nuova pagina di Storia del Cinema, capace di distinguersi per la complessità del suo linguaggio audiovisivo.
Sul versante opposto, chi denuncia la povertà di trama e contenuti, che al netto dell’impatto visivo non lascerebbero che opere fondamentalmente insipide.
Abbiamo visto in anteprima il nuovo, attesissimo film di Christopher Nolan: Tenet (qui il trailer). E possiamo dirvi subito che, anche stavolta, fan e detrattori del cineasta londinese si troveranno probabilmente a confermare le loro care, vecchie convinzioni.
Ma resta un dato inequivocabile. Tenetè un’opera chepotrete sentire solo attraverso l’esperienza del grande schermo.
È il primo grande evento cinematografico dopo il lockdown, mentre siamo ancora al centro di una pandemia, e la confusione, l’inquietudine e la paura sembrano attanagliare l’umanità intera. Proprio per questo, chiunque brami ancora la magia della sala, troverà in Tenetil film che è il perfetto specchio del nostro tempo. Al cinema dal 26 agosto.
Il protagonista del film, Robert David Washington, un agente segreto, ha a disposizione una parola: Tenet. Sa che potrà aprirgli molte porte, non tutte potrebbero essere giuste…
Probabilmente, la chiave di lettura del complesso intreccio narrativo tessuto da Christopher Nolan con Tenet, viene offerta dallo stesso villain del film: il trafficante d’armi Sator, interpretato da Kenneth Branagh.
Un film da sentire come un’opera impressionista, permeata da un profondo senso d’angoscia, che si posiziona in una zona imprecisata tra presente e futuro, e sceglie come guida un protagonista senza nome.
Quando i primi rumor sul nuovo film di Christopher Nolan hanno iniziato a invadere il web, abbiamo scoperto che quel titolo sibillino, Tenet, era ispirato da un mistero antico. Ovvero, il cosiddetto Quadrato di Sator: iscrizione latina, diffusa fin dall’epoca romana, che pure non ha mai trovato una spiegazione univoca.
Il Quadrato magico è composto da cinque parole: Sator, Arepo, Tenet, Opera, Rotas. E il risultato, anche quando l’incisione si presenta in forma circolare o radiale, è un perfetto palindromo. Ovvero, un’iscrizione che può essere letta in qualunque direzione, sia in linea orizzontale che verticale.
Alcuni fan hanno dedotto che anche Tenet potesse essere un’opera palindroma, identica anche se rivista in direzione inversa. Ma non è questo il segreto del nuovo film di Christopher Nolan, che sceglie di disorientare lo spettatore con mezzi ben più sottili.
Passato, presente e futuro possono agitarsi all’interno della stessa inquadratura, eppure la struttura narrativa si fonda su coordinate assolutamente lineari.
Questa è solo la prima di una lunga serie di contraddizioni, che rappresentano il cuore di Tenet. Un film che fornisce allo spettatore una tale serie di spiegazioni, che finiranno per lasciarlo ancora più smarrito.
Entropia, correlazione quantistica, multiversi e dimensioni parallele: in termini di fisica contemporanea, le premesse del film sono particolarmente complesse. Complessità che si riflette in un impianto audiovisivo dall’impatto devastante.
Per Tenet, Christopher Nolan sperimenta nuove collaborazioni, scegliendo la montatrice Jennifer Lame, già storica collaboratrice del regista Noah Baumbach. Lo stesso Nolan l’aveva avvertita che poteva trattarsi del montaggio più difficile dell’intera Storia del Cinema.
Jennifer Lame ha accettato la sfida, creando un equilibrio tanto intenso e cristallino che vale da solo la visione del film. Ma tra i nuovi collaboratori c’è anche Ludwig Göransson, che ha sostituito il compositore Hans Zimmer, impegnato nella produzione di Dune.
Dire che Tenet presenti una serie di soluzioni visive impressionanti, era praticamente scontato. Ma la singolare composizione della colonna sonora potrebbe essere ancora più interessante.
Ludwig Göransson trova un’insolita, seducente quadratura del cerchio tra il respiro di un’opera sinfonica e l’elettronica d’ispirazione tradizionalmente Sci-Fi.
Più oltre, nelle sequenze che segnano il passaggio dall’Action a un vero e proprio film di guerra, musica e suoni ambiente sembrano fondersi in un’amalgama perfettamente armonica. E il risultato è un magma capace letteralmente di avviluppare lo spettatore.
Un film che non lascia indifferenti
Paradossalmente, l’incredibile complessità delle premesse concettuali e del linguaggio audiovisivo coesistono con una progressione narrativa estremamente lineare. E in questo strano contrasto, i detrattori troveranno il principale limite di Tenet.
I protagonisti dei film sembrano ricalcare perfettamente i classici archetipi descritti da Chris Vogler ne Il viaggio dell’eroe. Il protagonista senza nome compie l’arco di un irreprensibile eroe positivo, mentre l’antagonista mira a distruggere il mondo.
Tra eroe e antagonista, c’è anche una “fanciulla da salvare”, interpretata da Elisabeth Debicki. Il suo personaggio rappresenta la più classica “madre coraggio”, disposta a tutto per salvare il suo bambino.
Ma può un film dall’impianto audiovisivo tanto ambizioso coesistere con uno schema narrativo così tradizionale? Per molti, si tratterà certo di un contrasto stridente, mentre la divisione tra eroe, alleati e nemici risulterà perfino convenzionale.
Le recensioni estere più dure (vedi quella di Indiewire) si contrano proprio sullo scarso appeal dei personaggi, ridotti a mera funzione narrativa, costretti continuamente a spiegare le proprie azioni e motivazioni, quasi svolgessero il ruolo di un portavoce, che si rivolge essenzialmente al pubblico.
I personaggi, o forse le interpretazioni più brillanti, a fronte di un John David Washington piuttosto statico, sono certo quelle di Kenneth Branagh, cattivo dal volto umano, e dell’alleato Robert Pattinson, che conferma versatilità e fascino (infuocando ancora di più le nostre aspettative per The Batman, qui il trailer).
Tenetsembra comunque tenere insieme molte, diverse anime: passaggi oscuri e verità rivelate, complessità e progressione naturale di una Spy-Story, da Action a War Movie.
Che siate fan o detrattori di Nolan, il punto è che, anche stavolta, siamo di fronte a un film che non lascia indifferenti. Un’opera che per colpire non sceglie la parola, ma le immagini in movimento, domandando agli spettatori di abbandonare completamente il senso, per vivere un’esperienza totalizzante.
Cast
John David Washington: il Protagonista
Robert Pattinson: Neil
Kenneth Branagh: Andrei Sator
Elizabeth Debicki: Kat Sator
Dimple Kapadia: Priya
Himesh Patel: Mahir
Michael Caine: Michael Crosby
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