Son Lux: Tomorrows I è la prima tappa di un grande viaggio [RECENSIONE]

Son Lux Tomorrows I
Copertina dell'album Tomorrows I
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Come i Son Lux ci preparano a una trilogia d’effetto con Tomorrows I

Quello dei Son Lux è un percorso musicale, iniziato nel 2008 come progetto solista di Ryan Lott, da sempre caratterizzato da un certo eclettismo. Anche successivamente, con l’ingresso Rafiq Bhatia e Ian Chang nel 2015, il gruppo ha mantenuto una proposta costantemente coerente con se stessa. Seppure in grado di inglobare influenze esterne e di modulare una propria musicalità con esse.  Al di là della profonda sperimentazione musicale, si fondono all’art pop e la musica elettronica sonorità che vanno dal r&b al post-rock e trip pop. E continuando su questa strada i Son Lux sono giunti alla fase di Tomorrows I, la prima parte di una trilogia, pubblicato il 14 agosto. Gli intenti sono quelli di offrire, attraverso un’esperienza musicale cupa, un’impressione del nostro tempo e la società che viviamo.

Le atmosfere Noir di Tomorrows I

Da subito è evidente, allora, quali sensazioni i Son Lux vogliono suscitare all’ascolto di Tomorrows I, un album fatto di sonorità quasi opprimenti e dalle atmosfere inquietanti. A cominciare dal primo estratto Plans We Made, un brano dark ed elegante che sarebbe perfetto come colonna sonora di un noir. Già qui risuonano gli archi della viola e del violoncello, la cui presenza in Tomorrows I è istrionica. Le vibrazioni inquietanti di quegli archi tornano anche in Only, un brano dalle atmosfere soffuse e profondamente sperimentale. Mentre Honesty propone una sonorità elettropop con influenze r&b, richiamando ancora una volta alla capacità dei Son Lux di muoversi tra diversi influssi con atteggiamento seppur coerente. Coerenti sono anche i testi dei brani che dipanano relazioni sentimentali tutti con un atteggiamento quasi nichilista e disfattista.

Son Lux

Buona la prima

Tuttavia, sarebbe difficile e prematuro proporre un giudizio su Tomorrows I che è solo la prima parte di questo progetto ambizioso targato Son Lux. Anche se si potrebbe già dire che risulta evidente una propensione più decisa alla sperimentazione, capacità di spaziare tra generi diversi con un approccio cupo e soffocante. Di fatto l’intero progetto, anche se è presto per dirlo, è enfatizzato da una maggiore volontà alla sperimentazione musicale. La componente vocale è ridotta quasi al minimo, per lasciare quanto più spazio a quella strumentale, ed in particolare sonorità synth ed elettroniche. Seppure questa sia solo la prima tappa di un viaggio a cui siamo curiosi di partecipare, sembrano delinearsi già quei tratti che potrebbero caratterizzarlo, stiamo a vedere.

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