Phoebe Bridgers, la cantautrice del momento, ce l’ha con Eric Clapton, la leggenda del blues. Ecco che cosa ha avuto da dire su di lui.
Phoebe Bridgers è una delle cantautrici più gettonate del momento. Il suo ultimo album, Punisher, ha conquistato i favori di pubblico e critica, e la ha confermata come uno dei nomi femminili più talentuosi della generazione musicale millennial.
Una ragione di più per cui molti potrebbero trovare particolarmente fastidioso e addirittura aggressivo il suo attacco ad Eric Clapton. E specie naturalmente i fan del grane chitarrista, tendenzialmente di altre generazioni.
Eric Clapton, leggenda vivente del blues rock e senza dubbio nome più importante di sempre nel genere, ha lasciato il segno soprattutto nella musica anni ’60 e ’70, suonando con Yardbirds, Bluesbreakers e Cream.
Fedele collaboratore e amico di George Harrison, è stato uno dei pochi “ospiti” a comparire in una canzone dei Beatles. Negli anni ’70 ha intrapreso una brillante carriera da solista, culminata in singoli di successo come Cocaine e Wonderful Tonight.
“Ho un tale astio per Eric Clapton perché penso che la sua sia una musica estremamente mediocre”
Ma non è esattamente in tutto questo che si ritrovano le ragioni dell’astio mostrato verso di lui dalla Bridgers. La quale lo attacca in primis nella sua canzone Moon Song (qui sopra), con i versi: “Odiamo Tears in Heaven / Ma è triste che il suo bambino sia morto”.
Il riferimento è ovviamente alla morte del figlio di Clapton, Conor, e alla canzone scritta in suo onore per ricordarlo dal grande chitarrista, nonché uno dei più grandi successi di Clapton (video qui sotto).
Sul perché di questo “odio”, la Bridgers spiega: “Ho un tale astio per Eric Clapton perché penso che [la sua] sia una musica estremamente mediocre.
Inoltre è un famoso razzista” aggiunge poi, riferendosi ad un famoso “sfogo” di questo carattere che Clapton si è lasciato sfuggire durante un concerto nel 1976.
Al momento il mito della chitarra non ha ancora risposto a questo “dissing”, e non è del resto detto che mai lo farà. Dall’alto di una carriera che lo ha portato a diventare, nel bene e nel male, una leggenda della musica, che cosa potrebbe dire che non sia superfluo?