Robin Williams è stato uno degli attori più amati della sua generazione, e non solo. In occasione dell'anniversario della sua scomparsa, lo ricordiamo così
Una delle cose più importanti che Robin Williams ci ha insegnato, più ancora dell’importanza di ridere, è stata la capacità di affrontare la consapevolezza che la vita non è sempre rosa e fiori.
Molto timido sin dall’infanzia, abituato a inventare storie per mettere a tacere la solitudine che lo circondava, Robin Williams non ha mai avuto paura di parlare della depressione.
L’uomo che più di tutti ha insegnato a ridere agli spettatori della settima arte, non ha mai trattato la depressione e la tristezza come un tabù, ma piuttosto come un elemento della vita stessa.
Come disse lui stesso nel corso di una delle prime interviste risalenti al 1979 al Dick Cavett Show: a volte non puoi fare a meno di essere depresso.
Robin Williams ci ha insegnato a non avere paura dei nostri giorni oscuri, di non combattere contro l’oscurità che ci insegue. Ci ha detto piuttosto di prendere consapevolezza dell’esistenza di questi momenti no.
Di accettare l’ineluttabilità di giorni e pensieri tristi e di focalizzarsi non sulla tristezza, ma sulla consapevolezza che dopo la tempesta arriva sempre il sereno.
Accompagnato da una dipendenza da alcol e droga, caratterizzato da sguardi malinconici e paure ataviche di non essere amato, Robin Williams non ha mai smesso di provare a combattere tutto ciò con la forza di una risata. Senza mai sottovalutare la terapia:
Una delle citazioni che più spesso vengono associate a Robin Williams è quella secondo cui sono le persone più tristi quelle che cercano sempre di far ridere gli altri, proprio perché conoscono il sapore della tristezza.
Ma Robin Williams non si è limitato solo a far ridere il suo pubblico, grazie a film che non hai mai rimpianto di aver fatto. Ha dato al mondo anche la sua versione dell’amicizia, dell’impegno e della gentilezza.
Un esempio è il comportamento che Robin Williams ebbe a seguito dell’incidente che ebbe l’attore Christopher Reeve, a seguito di una brutta caduta di cavallo.
I due erano grandissimi amici e quando Robin Williams seppe dell’incidente raggiunse immediatamente l’amico al reparto di terapia intensiva dove l’attore si sarebbe sottoposto a un intervento molto delicato.
Fu lo stesso Reeve a ricordare quel momento: Disse di essere il mio proctologo e che doveva visitarmi subito. La mia prima reazione fu di pensare che avevo preso troppi farmaci… Invece era Robin Williams.
Lui e sua moglie Marsha si erano materializzati da chissà dove e, per la prima volta dopo l’incidente, risi. Nei mesi e negli anni successivi Robin Williams continuò a prendersi cura dell’amico, anche economicamente, ma la portata del suo dono è tutta qui.
È nella sua capacità di aver ricordato all’amico, in uno dei momenti più brutti della sua esistenza – Reeve sarebbe rimasto paralizzato per tutta la vita – c’erano ancora motivi per cui ridere.
Robin Williams, il piccolo principe
Forse è proprio per questa immagine che ha dato al mondo che la morte di Robin Williams ha colto così tanto di sorpresa tutto il mondo dello spettacolo.
Lui, che ci aveva insegnato a ridere, che aveva passato la vita a dimostrare come la gentilezza fosse utile e di come si potesse attraversare anche il peggior temporale con un po’ di coraggio, si era tolto la vita. Si era arreso.
Ma il punto è che della vita di questa grandissima star del mondo dello spettacolo è rimasta soprattutto la sensazione di aver incontrato un buon amico, una persona che avremmo voluto avere al nostro fianco.
Un personaggio che si esibiva non per veder crescere il suo conto in banca, ma per vedere emergere sorrisi sui volti delle persone che amava e su quello degli sconosciuti che in lui avevano visto un volto allegro e familiare.
Non è dunque un caso che, per ricordarlo, sua figlia Zelda Williams abbia scelto un estratto de Il Piccolo Principe che recita:
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