Battute, dichiarazioni o gesta infelici di celebrità che, commesse in passato, vanno oggi ammesse come colpe chiedendo scusa alle eventuali vittime. In alcuni casi però non basta, e si arriva al licenziamento o ad altre conseguenze negative simili per il “colpevole” in questione.
Ed è anche di questo che parla Gervais, comico e creatore di The Office e Afterlife, nei suoi commenti alla situazione: “Se si tratta di non guardare un comico perché non ti piace, quello è un diritto di tutti“, dice.
“Ma quando si cerca di far licenziare qualcuno solo perché non si gradisce la sua opinione su qualcosa che non ha niente a che fare con il suo lavoro, quello è ciò che io chiamo cancel culture, e non è ‘figo'”.
“Tu che spegni la TV non è censura. Tu che cerchi di far spegnere la TV agli altri, perché non ti piace qualcosa di quello che guardano, quello è differente. Tutti possono chiamarti stronzo, tutti possono smettere di guardare la tua roba”.
“Ma tu non dovresti andare a processo per aver detto una battuta che a qualcuno non è piaciuta. A questo siamo pericolosamente vicini: se non sei d’accordo con il diritto di qualcuno di dire qualcosa con cui non sei d’accordo, allora non sei d’accordo con la libertà di parola”.