Quando si fa il nome di George Martin il pensiero non può che andare a Winds of Winter, il nuovo capitolo della saga letteraria di Game of Thrones che i lettori stanno aspettando da anni e di cui ancora non si conosce nemmeno una data di uscita provvisoria.
In queste ore, però, il nome di George Martin è stato associato anche ad una polemica legata ai Premi Hugo. Per chi non lo sapesse, si tratta degli awards che vengono consegnati annualmente ai migliori romanzi di genere fantasy e fantascienza. L’edizione del 2020 si è tenuta online, per le ormai note limitazioni legate al Covid ed è stata presentata proprio da George R.R. Martin.
Tuttavia la conduzione dell’autore della saga da cui è stato tratto Il Trono di Spade non è piaciuta molto: su Martin sono piovute accuse di razzismo.
Quest’anno il Premio Hugo per il miglior romanzo era combattuto tra 6 autrici, tutte alla loro prima nomination. Tuttavia George Martin ha scelto di parlare del premio utilizzando riferimenti che non sono piaciuti al pubblico, perché includevano solo autori di sesso maschile e con idee problematiche.
Come ad esempio Lovecraft, che era notoriamente un uomo xenofobo, con profonde idee antisemite e un appassionato delle teorie sulla supremazia bianca.
Un altro riferimento fatto da Martin è stato quello a John W. Campbell, a cui è dedicato il premio del magazine Analog Science Fiction and Fact: proprio l’associazione aveva annunciato lo scorso anno di voler far decadere questa nomea, a causa dei sentimenti profondamente razzisti dell’uomo. Scrisse articoli a favore della segregazione, chiamando la schiavitù un sistema educativo molto utile. Rifiutò scrittori perché, secondo lui, gli editori non sarebbero stati in grado di capire il motivo di perdere tempo a leggere di un protagonista di colore.
George Martin è stato accusato di non essersi preso del tempo per parlare di N.K. Jemisin – pubblicata anche in Italia con la Oscar Vault – che è stata in grado di vincere il Premio Hugo per il miglior romanzo per tre anni di fila, un risultato entrato nella storia. Al suo posto ha fatto il nome di autori problematici.
Quella di George Martin di citare questi personaggi dalla lunga lista di scrittori che hanno vinto o che erano legati alla storia dei Premi Hugo ha fatto storcere il naso a moltissime persone.
Inoltre Martin è stato anche accusato di aver pronunciato male moltissimi nome di autori di origini non caucasiche, compresa la scrittrice Rebecca F. Kuang. Sebbene gli errori facciano parte della natura umana, molti – soprattutto su Twitter – si sono lamentati con lo scrittore nel notare che i nomi che sbagliava erano quasi generalmente nomi di autori e autrice afrodiscendenti.
In un comunicato rilasciato sia sul loro sito che su twitter, la ConZealand, che si è occupata degli Hugo di quest’anno, ha chiesto scusa.
Da parte di George Martin, invece, non sono arrivate delle scuse vere e proprie. Sempre su Twitter l’autore ha condiviso una frase di Voltaire: Siamo tutti pieni di debolezze ed errori. Perdoniamoci l’un l’altro tutte le nostre follie.
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