Un anno dopo Nosferatu, anche Hollywood inizia a calcare la mano sull’horror. E lo fa grazie alla Universal ed ai “suoi” mostri. Personaggi che vanno da Dracula a Frankenstein, passando per Il Fantasma dell’Opera fino all’Uomo Invisibile, da cui il recente remake.
Non ci troviamo più nel campo dell’espressionismo tedesco, tutto scorre lineare. Almeno nelle scenografie. Anche qui si attinge a piene mani dalla letteratura horror e non solo.
Il primo esempio di “mostro” è rappresentato dal Quasimodo de Il Gobbo di Notre Dame. Un dramma più che un horror, genere nel quale si arriverà due anni dopo con Il Fantasma dell’Opera.
Da qui, un salto fino al 1928, anno in cui troviamo L’Uomo Che Ride, personaggio che ispirò un’icona pop come quella del Joker e che ancora oggi riesce ad inquietare non poco.
Gli anni Trenta rimangono però forse i più prolifici, con la produzione di film come Dracula e Frankenstein, lanciando sul grande schermo attori iconici come Bela Lugosi e Boris Karloff.
Tra i film più scioccanti di sempre, impossibile non menzionare Freaks. Un film avanti anni luce rispetto l’epoca in cui fu prodotto. Un’opera che fece da apripista per quello che viene definito come cinema estremo, di cui Martyrs ne è un chiaro esempio contemporaneo. Un cinema di genere che mostra i momenti più macabri ed inquietanti.
Non è un caso che molti spettatori rimasero a dir poco turbati, soprattutto per la scena finale dove apparirà la “donna gallina“. Non sveleremo altro perché chi non ha visto Freaks deve rimediare quanto prima.
Psyco, Alfred Hitchock, 1960
Il maestro del brivido e il suo Psyco, liberamente ispirato ad un fatto di cronaca seminale come il caso di Ed Gein. Un caso che ha ispirato altri film come Non Aprite Quella Porta e Il Silenzio Degli Innocenti. Un film iconico che racconta l’orrore familiare, quello fatto di abusi e di complessi mai superati.
Psyco a sua volta ha introdotto l’elemento edipico come matrice scatenante dell’orrore, ribaltando l’istituzione della famiglia, letta non più come safe-zone ma come luogo dove anche l’horror può liberamente vagare.
Reazione A Catena, Mario Bava, 1971
Rtorniamo in patria attraversando l’Oceano ed un decennio. Arriviamo quindi negli anni Settanta, forse il decennio più prolifico per l’horror. Ed è (quasi) a totale appannaggio dell’Italia e di registi che diedero nuova linfa vitale al genere, gettando le basi per sotto generi come lo slasher, in questo caso.
Questo film diretto dal genio di Mario Bava, infatti, verrà poi ripreso oltreoceano per dar vita a quello che oggi viene definito slasher.
Per fare esempi concreti, tutti quei film dove l’antagonista è un omicida che prende di mira un gruppo di persone, ragazzi per lo più. Si vedano quindi Venerdì 13, Nightmare, Halloween e ancora altri.