Noel Gallagher ricorda le reazioni del pubblico americano alle prime esibizioni degli Oasis oltreoceano. E non erano entusiastiche.
“Ricordo che avevo guardato questa fila di pecore” dice Noel Gallagher, richiamando le memorie dei primi concerti americani degli Oasis, nel 1995, ai tempi del massimo successo di (What’s the Story) Morning Glory?. “Mi avevano fissato vacuamente mentre cantavo, e non erano sembrate molto impressionate. Di certo mi avevano preparato per il pubblico americano“. Trasportati in America dall’enorme popolarità del disco, gli Oasis si trovarono di fronte ad un pubblico particolare.
Un pubblico cioè abituato ai suoni grunge e alternative rock in voga nel continente all’epoca, e ben più nichilisti e “sporchi” rispetto al britpop lindo ed energico ispirato a Beatles e Kinks. Si può quindi bene immaginare come agli occhi del cantante inglese, quei fan americani dovettero sembrare molto simili alle pecore che aveva in precedenza ammirato in Galles. D’altronde, il successo dei Gallagher si è sempre cementificato soprattutto in Gran Bretagna.
Nel richiamare quei tempi, comunque, Noel non perde occasione per citare una delle innumerevoli occasioni nelle quali il fratellino Liam si esibì in uno dei suoi soliti comportamenti provocatori e distruttivi. Racconta Noel: “Il bere può aspettare. Stai cercando di dare un seguito a Definitely Maybe [1994, il primo album del gruppo, già un grande successo]. Hai appena scritto Champagne Supernova e Wonderwall“.
Questa la situazione ricostruita da Noel, il quale, ricordiamolo, ha scritto la quasi totalità delle canzoni degli Oasis, compresi tutti i maggiori successi. “Il tuo tempo è arrivato, puoi sentirlo, è importante. Poi Liam porta un gruppo di fottuti idioti dal pub, e cominciano ad andare in giro. […] Gli dico: ‘Porta questi idioti fuori di qui’, e ovviamente non lo fa, quindi il caos imperversa”. Già quindi è un miracolo che il disco sia riuscito per intero.