Alice è il brano d’apertura del secondo album della carriera di Francesco De Gregori, Alice non lo sa, del 1973. Questa è una delle canzoni più celebri del cantautore romano ed ha il merito di riuscire a raccontare una serie di storie totalmente slegate da loro, legate da un unico filo conduttore, Alice. La protagonista, ovviamente ispirata al personaggio di Alice nel Paese delle Meraviglie di Lewis Carroll, esattamente come la bambina del romanzo, osserva il mondo che le sta intorno e stufa delle convenzioni e del mondo degli adulti si rifugia in un universo di fantasia. In questo specifico brano Alice risulta essere l’alter ego dello stesso De Gregori che ci racconta strascichi del mondo che sono intorno a lui, rifiutando le costrizioni che la società impone e rifugiandosi nel suo mondo onirico che è poi ciò che da vita alle sue canzoni.
Alice: Due parole sulla Melodia
Nella sua canzone Francesco De Gregori utilizzerà il più classico degli schemi utilizzato nel cantautorato italiano degli anni ’70. Ad accompagnare le parole poetiche troveremo un’immancabile chitarra acustica che si confronta, per tutta la lunghezza della canzone, con il pianoforte. Le due melodie infatti si trovano agli antipodi, la chitarra verrà ascoltata da un lato mentre il pianoforte dalla parte opposta. I suoni risultano avere frequenze molto simili e riescono a fondersi perfettamente pur mantenendo le proprie caratteristiche. Al centro troveremo una ritmica minimalista, la voce di De Gregori e un’apertura (durante le fasi più concitate) degli archi.
Irene e Lillì Marlen
Alice guarda i gatti E i gatti guardano nel sole Mentre il mondo sta girando senza fretta. Irene al quarto piano è lì tranquilla Che si guarda nello specchio E accende un’altra sigaretta. E Lillì Marlene, bella più che mai Sorride e non ti dice la sua età Ma tutto questo Alice non lo sa
De Gregori in questa prima strofa ci racconta la prima storia, quella di Irene. Questo personaggio è il protagonista di un altro brano dello stesso album, per l’appunto Irene. La canzone narra di una ragazza che sta pensando al suicidio. Quindi il cantante vuole mostrarci questa situazione di calma apparente, nella quale la ragazza osserva sé stessa allo specchio con in mano l’ennesima sigaretta che l’accompagna in un momento triste della sua vita mentre riflette. La ragazza sta ascoltano Lillì Marlene, celeberrimo brano tedesco di Marlene Dietrich, cantantebella più che mai, che raccontava la storia di un soldato che, durante la Grande Guerra, si ritrova a pensare alla sua fidanzata. Possiamo quindi dedurre che Irene ha il cuore spezzato e il suo piano di togliersi la vita proviene da pene d’amore.
All’inizio e alla fine della strofa, De Gregori ci presenta il punto di osservazione della storia, Alice. La ragazza per ora è tranquilla, ferma, a guardare i gatti mentre la vita continua a scorrere e il mondo con lei. Questo concetto di immobilismo nei confronti di un pianeta in continuo movimento è fondamentale per comprendere il messaggio del brano. Lei vuole distaccarsi da una società che impone il frenetico movimento e si ferma ad osservare dei gatti al sole. Infine la strofa ci spiega che Alice osserva Irene ma che in realtà non ne sa nulla, se non un punto di vista distorto e parziale, esattamente come quello che noi tutti abbiamo nei confronti dell’altro. Ecco perché De Gregori ci racconta le storie con piccoli indizi.
Ma io non ci sto più gridò lo sposo e poi tutti pensarono dietro ai cappelli lo sposo è impazzito oppure ha bevuto ma la sposa aspetta un figlio e lui lo sa Non è così che se ne andrà
Questo ritornello ci viene proposto per tre volte, al termine di ogni storia raccontata. Nei tre momenti che lo ascoltiamo, il testo è pressoché identico se non per la seconda frase che in due casi è Gridò lo sposo e poi, mentre nella strofa centrale cambia in E i pazzi siete voi. Attraverso questa sequenza della canzone, De Gregori mostra tutto il suo fastidio per le convenzioni sociali e, in particolare, in quella del matrimonio. Il cantautore romano ci racconta di un uomo che non vuole più sposarsi ma che mantiene l’impegno di rimanere vicino a quella che avrebbe dovuto essere sua moglie che è incinta e al nascituro. De Gregori ci mostra come le persone non riescano ad accettare questa scelta dell’uomo, ritenendo che sia frutto dell’alcol o della follia. Esplicativa del pensiero del cantante è la risposta nel ritornello mezzano, quando indica come pazzi quelle persone così superficiali e legate alle convenzioni sociali.
Cesare Pavese e Constance Dowling
Alice guarda i gatti E i gatti muoiono nel sole Mentre il sole a poco a poco si avvicina E Cesare perduto nella pioggia Sta aspettando da sei ore Il suo amore ballerina E rimane lì, a bagnarsi ancora un po’ E il tram di mezzanotte se ne va Ma tutto questo Alice non lo sa
In questa strofa centrale, De Gregori ci racconta la storia di Cesare Pavese, celeberrimo scrittore vissuto nella prima metà del secolo scorso e del suo amore per Costance Dowling, ballerina e attrice americana con la quale ebbe dei trascorsi amorosi e alla quale dedicò anche Verrà la Morte e Avrà i tuoi Occhi, una delle raccolte poetiche più famose di Pavese. La donna un giorno sparì di colpo dalla vita dello scrittore facendolo cadere in una desolante depressione che lo portò poi al suicidio. De Gregori ci racconta di quest’uomo tormentato che, non avendo notizie della sua amata, è in piedi sotto la pioggia fino a tarda notte ad aspettarla per ore, non accorgendosi neanche del passaggio dell’ultimo tram. Come la strofa precedente, la visione è estremamente parziale, quasi come se chi osserva Pavese lo faccia di sfuggita, dal di fuori, senza realmente conoscere la storia e il tormento interiore dell’uomo.
Per quel che riguarda Alice invece, comincia a perdersi nel suo mondo di fantasia. Infatti il sole e i gatti, elementi che tenevano la mente della ragazza ancorata alla realtà cominciano a comportarsi in maniera anomala. Cosa che ci mostra la costante caduta nel mondo onirico.
Il Mendicante Arabo
Alice guarda i gatti e i gatti girano nel sole mentre il sole fa l’amore con la luna Il mendicante arabo ha qualcosa nel cappello ma è convinto che sia un portafortuna Non ti chiede mai pane o carità e un posto per dormire non ce l’ha ma tutto questo Alice non lo sa
In questa ultima strofa De Gregori ci racconta di un mendicante arabo senza nome che ha qualcosa nel cappello. Questo qualcosa viene esplicitato nelle edizioni successive del brano dove la parola viene sostituita da “Un cancro”. Quindi l’uomo è malato, probabilmente in maniera grave, ma continua la sua vita. Anzi, pensa addirittura che quella malattia sia un portafortuna. Nonostante la condizione di difficoltà sia sanitaria che economica, il mendicante non chiede la carità. Questa volta De Gregori vuole evidenziare, un po’ come fece Fabrizio De Andrè prima di lui con Il Suonatore Jones, la vita fuori dagli schermi e dai canoni di queste persone spesso ai margini della società. Non possiamo comprendere come, ma loro riescono a vivere una vita difficile, essendo comunque felici.
Alice invece è ormai totalmente persa nel suo mondo onirico, osserva il mendicante senza sapere chi sia mentre sogna di gatti che girano intorno al sole e immagina che la Stella si fonda con la Luna in modo quasi sessuale mentre osserva, probabilmente, i due astri avvicendarsi nel passaggio dal giorno alla notte. Questo ci racconta di come la ragazza abbia passato la giornata ad osservare il mondo perdendosi nei suoi pensieri, senza dare troppo peso alle storie che gli sono scorse davanti agli occhi. Il magico mondo di Alice è quindi sia realtà che fantasia allo stesso tempo.
Cosa ne pensate di questa nostra analisi? Conoscete la vera storia che ispirò un altro celeberrimo brano di Francesco De Gregori, Il Bandito e Il Campione?