I produttori della pluri-premiata Chernobyl spiegano come mai gli attori è stato consentito di mantenere il loro accento originale
Non sarà sfuggito a nessuno che in Chernobyl, serie ambientata principalmente in Ucraina e in Russia negli anni ’80, gli attori nella versione originale parlano in inglese. Una scelta sempre difficile, quella di una produzione che deve ricostruire degli eventi in un paese straniero, ma renderli comprensibili al proprio pubblico in primis. Il caso di Chernobyl, prodotta da HBO e Sky UK, è uno di questi.
Spesso per esigenze di realismo si sceglie di adottare direttamente, magari per brevi sequenze, la lingua dei paesi in cui sono ambientate certe scene. Avviene ad esempio con lo spagnolo in parecchi momenti (sottotitolate) di Breaking Bad. Ma per quanto riguarda Chernobyl, il regista e il creatore della serie, Johan Renck e Craig Mazin, non hanno avuto dubbi: la scelta sarebbe stata “tremendamente stupida”.
“Gli accenti nei film sono tremendamente stupidi. Non è una questione difficile, è ridicolo. Dovremmo forse pensare che [gli attori] sono più russi perché parlano un cattivo inglese? No. La gente che è più soddisfatta con la nostra scelta sugli accenti è russa, [e da parte loro] non abbiamo sentito una lamentela. ‘Noi non parliamo così, smettetela’. In effetti, il rischio di cadere nel ridicolo, specie con l’accento russo, è sempre concreto.
Oltre a questo, come i due ricordano, l’Unione Sovietica era un insieme variegato di culture ed etnie anche molto differenti, dalla Siberia al Kazakistan: ragion per cui una rappresentazione linguistica fedele avrebbe richiesto studi a dir poco approfonditi. Invece, agli attori è stata lasciata piena libertà. In alcuni casi, come quello di Stellan Skarsgård, si è ritenuto addirittura più utile marcare maggiormente l’accento originale (per lui, lo svedese).
Fonte: New Musical Express
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