Una volta morti, Adam e Barbara arrivano nella sala d’attesa e, qui, cercano di avere informazioni sul da farsi. Si ritrovano in compagnia di decine di altre persone, morte da poco, che si trovano nelle stesse identiche condizioni nelle quali si trovavano poco prima di passare a miglior vita.
Dunque con una rapida occhiata è facile capire come la dipartita delle varie persone sia avvenuta: chi carbonizzati, chi uccisi da un colpo di fucile e così via.
Secondo questo principio i nostri due protagonisti avrebbero dovuti entrambi essere fradici per tutto il tempo essendo morti annegati. Tuttavia Tim Burton decise di non sottoporre gli attori all’esperienza di recitare minuti interi totalmente bagnati poiché riteneva che avrebbe arrecato loro un disagio eccessivo.
6) Il cinema nella sala d’attesa
Quando i due protagonisti terminano finalmente la loro attesa e riescono ad entrare nell’ufficio di Juno che spiega loro tutto ciò che c’è da sapere sulla “vita da morti”, attraverso la piccola finestra nell’ufficio si può vedere una sala cinematografica, il cui pubblico sembra guardare direttamente verso la camera.
Se si fa attenzione all’interno di questo pubblico “morto” è possibile scovare alcune citazioni del regista Californiano. Una a sé stesso, in quanto tra le persone ci sono anche due scheletri, uno rosso e uno verde, figure che ritroveremo in Mars Attacks! del 1996.
Un’altra citazione invece riguarda un altro film cult degli anni ’80, ovvero sia The Blues Brothers, in quanto si può perfettamente vedere un uomo vestito con la tipica mise dei fratelli Blues: giacca e cravatta nera ed occhiali da sole.
7) I suicidi: dipendenti pubblici dell’aldilà
Durante la cena di famiglia, Otho, l’interior designer esperto di sedute spiritiche, afferma che le persone che si suicidano finiscono a lavorare come “dipendenti pubblici” nell’aldilà. Questo concetto viene ripreso durante il corso del film: i fantasmi dei funzionari pubblici che Adam e Barbara incontrano sono infatti persone che si sono tolte vita.
L’addetta alla reception dice espressamente di essersi suicidata. Oltre lei si può vedere un uomo che si è impiccato e un messaggero rimasto schiacciato che è abbastanza evidente come sia finito in quel modo per mano sua.
Juno sembra non aver segni di suicidio, tuttavia ci sono cicatrici sul collo che indicano che la donna si sia tagliata la gola. Si dice che anche Betelgeuse fosse un funzionario e un assistente di Juno e nel film sarebbe stato spiegato, in una scena tagliata, che si è impiccato in maniera goffa ed estremamente dolorosa. Tuttavia questa fattispecie viene ripresa e accennata quando Betelgeuse parla con Lydia che spiega di voler morire.
8) La celeberrima scena del serpente di Beetlejuice
Una delle scene più iconiche dell’intero film è sicuramente quella nella quale Betelgeuse si trasforma in un serpente. L’animale ha le fattezze facciali molto simili a lui e, di conseguenza, è immediata l’associazione col bio-esorcista.
Tuttavia, inizialmente non era così. Infatti quella scena fu girata prima che Michael Keaton fosse scelto per il ruolo del protagonista e il serpente, creato inizialmente, non gli somigliava per nulla.
Per questo motivo Burton decise, dopo la scritturazione di Keaton, di girare alcune scene in stop motion utilizzando un serpente che assomigliasse maggiormente all’attore. Questa aggiunta fu necessaria per far capire subito al pubblico che il serpente che si vedeva sullo schermo non era un casuale demone dell’aldilà ma era proprio Betelgeuse trasmutato.