Ciao Darwin accusato di razzismo dagli Stati Uniti

Il programma di Bonolis sotto implicita accusa a livello internazionale

Ciao Darwin
Credits: Ciao Darwin / Mediaset
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Anche Ciao Darwin nel mirino di cancel culture: razzismo in onda secondo Progressive International

Era solo questione di tempo prima che qualcuno se ne accorgesse. Ciao Darwin, ormai storico programma di Paolo Bonolis, da più di vent’anni in onda su Canale 5, ha destato l’indignazione di un’organizzazione progressista internazionale. Tale David Adler, nel tweet che vedete, qui sotto, asserisce di essersi imbattuto per caso nel programma su “Mediaset 5 di Berlusconi”, e di essere rimasto indignato (lo dice implicitamente) nel vedere “Una nera straniera affogata in un serbatoio d’acqua per aver risposto in modo sbagliato alle domande di un trivia, tutto mentre due uomini in giacca [Bonolis e Laurenti] e una donna in bikini [“Madre Natura”] guardano”.

Certo, detto così sembra qualcosa di terribile, e la protesta pare doverosa e sacrosanta. Tuttavia, pur non volendo sminuire minimamente l’importanza di ciò che sta avvenendo negli Stati Uniti, e della sempre più diffusa presa di coscienza di una serie di errori storici e culturali che debbono essere affrontati e riparati, in questo caso preme fare alcune precisazioni. Precisazioni che, tra l’altro, ogni italiano, fan o meno del programma, si sentirà di fare o avrà già fatto una volta letto il tweet. Primo: sembra sempre un po’ un alibi dirlo, ma in questo caso l’immagine (che potete vedere qui sotto) è davvero fuori contesto.

“Ma che fa? Vada!”

Chiunque abbia seguito anche solo una puntata del programma sa che la sorte finale di “annegare” nel serbatoio d’acqua può capitare a qualunque concorrente: bianco, nero, grasso, magro, caucasico, asiatico, uomo, donna, etero, gay. Secondo: nessuno “annega”. L’acqua si ferma sempre all’ultima tacca, e al concorrente sono forniti maschera e boccaglio. Terzo: il tipo di contenuti presentati da Ciao Darwin, quasi sempre gli stessi dal 1998, trovano ormai un pubblico abituato al livello spesso “trash” della trasmissione, con concorrenti che sono quasi sempre macchiette scelte apposta da Paolo Bonolis, il quale ha con loro occasione di sfoggiare le mitiche battute “Ma che fa? Vada!” e “Non cincischi!”

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Quarto: il format stesso, che pretende di tracciare una possibile linea evolutiva umana applicando il concetto di selezione naturale di Darwin su una serie di categorie nelle quali l’umanità intera viene forzatamente divisa, è da prendersi tutt’altro che sul serio. Si arriva a categorie come Scapoli contro Ammogliati, stile Fantozzi, e le prove alle quali i concorrenti sono sottoposti sono tutt’altro che scientifiche. In sostanza: la protesta, pure se legittima e comprensibile, arriva troppo tardi, del tutto fuori contesto e ignara di almeno vent’anni di televisione Berlusconiana, contro la quale ci sono stati a loro tempo i dovuti spasmi di indignazione, ma alla quale paradossalmente oggi molti italiani sembrano essere ormai “vaccinati”. Tant’è che un programma come Ciao Darwin, in Italia, non viene più preso sul serio da nessuno. Sempre che mai lo sia stato.

Fonte: Il Fatto Quotidiano

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