Marty Feldman, la Vera Storia di un’icona del cinema
Marty Feldman ha interpretato uno dei ruoli più iconici di Hollywood, quello di Igor in Frankenstein Junior: ma la sua vita e la sua carriera vanno al di là della sua interpretazione più nota
Marty Feldman è un comico britannico che ha dato il suo contributo alla storia della settima arte portando sul grande schermo il personaggio di Igor, una figura iconica diventato quasi il vero protagonista del capolavoro di Mel Brooks Frankenstein Junior.
Nato a Londra l’8 Luglio 1934, il comico è morto all’età di appena 48 anni mentre si trovava a Città del Messico per un improvviso attacco cardiaco. Nonostante la morte prematura, Marty Feldman è riuscito a far sì che il suo nome fosse impresso nella storia del cinema e ha saputo sfruttare, quando era in vita, alcuni problemi di salute.
Marty Feldman, alcuni cenni biografici
Nato nel 1934 da genitori immigrati, Marty Feldman sentì sin dall’infanzia un certo legame con il mondo dell’arte. Ad appena quindici anni decise di abbandonare gli studi per seguire il sogno di diventare un trombettista jazz, ma prima che le sue doti musicali potessero essere confermate dal successo, Feldman scoprì un altro grande amore: il palcoscenico.
I piccoli teatri divennero la sua casa e il comico prese parte a numerosi spettacoli in cui cercava di seguire le impronte lasciate dai suoi idoli, quali Buster Keaton e i fratelli Marx, personaggi che avevano saputo fare della comicità una vera e propria forma d’arte. E ai fratelli Marx, ancora, Marty Feldman si ispirò quando formò il trio Morris, Marty & Mitch.
Mentre gli ingaggi teatrali gli regalavano ruoli di spicco, Marty Feldman conobbe Barry Took, con cui cominciò una collaborazione nel 1954, che lo portò a destreggiarsi come autore tanto per programmi televisivi come Educating Archie, sia per produzioni radiofoniche come We’re in Business e The Army Game.
I problemi di salute e la nuova, brillante carriera
Il 1961 è probabilmente l’anno che cambia per sempre la vita dell’autore e attore britannico. Scopre, infatti, di essere affetto da problemi di natura ipertiroidea, di natura degenerativa. La malattia ha conseguenze soprattutto sull’apparato oculare di Marty Feldman che, oltre allo strabismo divergente, si deve confrontare con una condizione per cui i suoi bulbi oculari sono sporgenti. Una situazione che verrà aggravata anche da un’operazione fatta a seguito di un incidente stradale, avvenuto poco prima del trentesimo compleanno di Feldman, nel 1963.
Il suo volto cambia: dal setto nasale già deviato per colpa di alcuni incontri di boxe, allo sguardo che lo stesso attore cercherà di accentuare il più possibile. Sua moglie Lauretta Sullivan, che aveva sposato nel 1959 e che gli rimarrà accanto fino alla morte, gli dirà la frase iconica: “La tua faccia è la tua fortuna”.
E infatti Feldman, invece di lasciarsi prendere dallo scoramento per le modifiche dei suoi lineamenti, userà proprio questi difetti insieme alla sua simpatia per accentuare ancora di più la sua verve comica. Nel 1968 si fa conoscere dal grande pubblico con la serie televisiva Marty, in cui interpretava vari personaggi.
Ma il grande successo, non solo Hollywoodiano ma anche internazionale, arriva nel 1974, quando l’attore viene scelto da Mel Brooks per interpretare Igor in Frankenstein Junior. A dimostrazione che Lauretta aveva ragione, la faccia di Marty Feldman ne farà la fortuna, perché proprio i suoi lineamenti renderanno Igor uno dei personaggi più conosciuti e riconoscibili di tutta la storia del cinema.
Il successo e la regia
L’interpretazione del fidato ma un po’ sfortunato assistente del dottor Frankenstein (interpretato da Gene Wilder) portò Marty Feldman al successo. Partecipò a film come Il Fratello più Furbo di Sherlock Holmes e a L’ultima follia di Mel Brooks. Purtroppo molti altri film a cui l’attore ha preso parte non sono mai arrivati in Italia.
Il successo ottenuto, però, spinse Marty Feldman ad arrischiarsi in un nuovo ambito: quello della regia. Debuttò nel 1977 con Io, Beau Geste e la legione straniera, che era una parodia della pellicola del 1939 Beau Geste. La trama ruotava intorno a due fratelli – uno di straordinaria bellezza e uno di incredibile bruttezza – che venivano arruolati nella legione straniera.
Nel 1980 arriva la seconda prova registica con Frate Ambrogio, dove Feldman si ritaglia anche il ruolo del protagonista. Tuttavia il film non riesce ad avere il risultato sperato e, anzi, una parte della critica lo fa talmente a pezzi da rendere difficile immaginare un proseguo della carriera da regista.
Marty Feldman, la morte
Nel Dicembre del 1982, Marty Feldman si trovava a Città del Messico per il film Barbagialla – Il Terrore dei Sette Mari e Mezzo, diretto da Mel Damski. Durante questa lavorazione dirà la frase, diventata leggendaria, Sono troppo vecchio per morire giovane e troppo giovane per crescere.
Una settimana dopo aver pronunciato questa frase, viene colto da un attacco di cuore che lo uccide. A nulla sono servite le richieste d’aiuto: Marty Feldman si spegne ad appena 48 anni. È la fine di una carriera che avrebbe potuto regalare ancora molto al mondo del cinema.
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