I più profondi conoscitori del rock progressive europeo forse avranno avuto modo di imbattersi nei Magna, band francese fondata nel 1969 dal batterista Christian Vander e chiedersi il motivo per il quale non riuscivano a capire una singola parola di quanto cantato. Il motivo è semplice quanto bizzarro: I Magma cantano in una lingua che non esiste, il Kobaiano. Questo non è una specie di dialetto che raccoglie alcune frasi che il gruppo utilizza nei propri brani; è una e vera propria lingua, con tanto di grammatica, lessico e fonetica. Essa è stata inventata dallo stesso Vander che, oltre a essere un talentuoso batterista, è un glottoteta. Con questo termine si intende un artista che crea lingue artificiali, partendo dall’alfabeto fin ad arrivare alla creazione di tesi complessi come appunto, una canzone.
L’origine della parola Kobaiano
Il nome della lingua, utilizzata per la creazione del primo storico album, Magma, proviene dal pianeta fittizio Kobaïa, nel quale la storia che viene raccontata nel disco è ambientata. Si tratta del luogo dove un gruppo di umani che fuggono da una situazione divenuta per loro ingestibile sulla Terra e si trovano a fare i conti con questi alieni, i Kobaiani appunto. L’album venne poi ristampato nel 1988 col titolo, più iconico, di Kobaïa.