È cosa ormai risaputa che Ari Aster non è certo uno degli ultimi arrivati. Sebbene una filmografia ancora scarna, il giovane regista horror ha già ottenuto parecchi consensi. Tra questi, uno non propriamente banale, ossia quello di Martin Scorsese. Un piccolo grande endorsement, scritto di pugno dal maestro, presente in un’edizione speciale home video di Midsommar.
Una lunga lettera aperta, che riproponiamo tradotta integralmente, nella quale Martin Scorsese trova in Ari Aster una sorta di rappresentante contemporaneo per quello che significa l’arte del cinema. Partendo da Hereditary, primo film di Aster, Scorsese viaggia attraverso le sue sensazioni fino ad arrivare a Midsommar. Elogi e parole d’amore per questi due film ma anche per un regista che già in tempi non sospetti aveva attirato la nostra attenzione.
La lettera completa di Martin Scorsese su Ari Aster
“Mi piace guardare film più vecchi che non ho mai visto. Mi piace rivisitare quelli che ho visto e mi piace guardare nuovi film. E adoro scoprire il lavoro di registi che non mi sono noti, in particolare i cineasti più giovani che hanno appena iniziato.
Cosa sto cercando? Sto cercando persone che abbiano bisogno di esprimere qualcosa. “Ho bisogno che tu sperimenti questo …”. Non un’idea o un tema tanto quanto un’intera esperienza, o un ricordo, o una profonda impressione emotiva da cui le idee e i temi emergono organicamente, per così dire. È difficile esprimere le parole per un motivo: perché può essere espresso in immagini e suoni in movimento – in altre parole, cinema.
Un paio di anni fa, ho visto un primo film chiamato Hereditary, di un regista di nome Ari Aster. Sin dall’inizio, sono rimasto colpito. Qui c’era un giovane regista che ovviamente conosceva il cinema. Il controllo formale, la precisione dell’inquadratura e il movimento all’interno della cornice, il ritmo dell’azione, il suono – era tutto lì, immediatamente evidente.
Ma mentre andavano avanti il film, il film ha iniziato a influenzarmi in diversi modi. È diventato inquietante al punto di essere scomodo, in particolare durante la straordinaria scena della cena in famiglia dopo che la sorella è stata uccisa.
Come tutti i film horror memorabili, si immerge in profondità in qualcosa di inimitabile e indicibile, e la violenza è tanto emotiva quanto fisica.
Ovviamente, non vedevo l’ora di vedere Midsommar, che sembrava essere stato realizzato su una scala più ambiziosa, girato in un paese straniero, un cast più grande, un budget leggermente più alto. A volte, in casi particolari che ricordo, un primo film di successo ha portato ad un secondo più costoso ma meno impressionante. Più denaro a volte significa la possibilità di più interferenza, ansia e entusiasmo per compiacere, rendendo il film stesso meno concentrato e più diffuso.
Così, ho iniziato a guardare Midsommar e molto presto sapevo che non sarebbe stato così.
Non voglio dire nulla su questo film perché è necessario scoprirlo da soli. Posso dirvi che il controllo formale è altrettanto impressionante di quello Hereditary, forse di più, e che scava in emozioni altrettanto reali e profondamente scomode come quelle condivise tra i personaggi nel film precedente. Posso anche dirvi che ci sono visioni vere, in questo film, in particolare nel tratto finale, che molto difficilmente dimenticherete. Certamente no”
Viene da chiedersi quale possa esser stata la reazione di Ari Aster quando ha saputo di questo elogio. E viene anche da chiedersi cosa potrà mai dire Scorsese della nuova “commedia da incubo” da quattro ore firmata Aster. Dubbi che, speriamo, possano avere risposte quanto prima.