Duffy si scaglia contro Netflix e 365 Giorni: “Romanticizza lo stupro”

Una lettera aperta in cui la cantante sottolinea come questo film minimizzi fin troppo la brutale vicenda che ha passato lei e molte altre donne nel mondo.

365 Giorni recensione
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La cantante Duffy si schiera apertamente contro Netflix ed il contestato film 365 Giorni. Al punto da scrivere una lettera chiedendone la rimozione quanto prima. I motivi sono sotto gli occhi di tutti. Almeno di chi ha visto il film di produzione italo-polacca e tratto dall’omonimo ciclo di libri.

Quello che Duffy contesta, così come molti altri utenti, è proprio la visione distorta che il film dà rispetto a pratiche che definire aberranti è poco. Trafficking, rapimento, stupro. Reati che vengono letti in una aberrante chiave romantica.

Usando le sue stesse parole, in questa lunga lettera, la cantante si è definita rammaricata per vedere un certo tipo di “cinema” (virgolette non casuali) che erotizza i rapimenti e distorce la violenza e il traffico sessuale come se fosse una cosa “sexy“. Non di minor importanza, Duffy sottolinea anche come questo film sia profondamente diseducativo.

“Non riesco proprio a immaginare come Netflix possa trascurare quanto sia negligente, insensibile e pericoloso. Di recente ha anche spinto alcune giovani donne a chiedere giovialmente a Michele Morrone, attore protagonista del film, di rapirle”

Prosegue poi sottolineando il suo disappunto, per usare un eufemismo, su come Netflix abbia profondamente sbagliato a caricare sulla piattaforma un prodotto del genere, paragonandolo con le dovute proporzioni ad altri atti deprecabili. Per poi chiedere al colosso dello streaming di fare un passo indietro quanto prima.

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“Sappiamo tutti che Netflix non caricherebbe materiale che affascina la pedofilia, il razzismo, l’omofobia, il genocidio o qualsiasi altro crimine contro l’umanità. Il mondo si alzerebbe e urlerebbe giustamente. Tragicamente, le vittime del trafficking e del rapimento sono invisibili, eppure in 365 giorni la loro sofferenza si trasforma in un” dramma erotico “, come descritto da Netflix. (…) E così, sono costretta a parlare a loro nome e a chiedervi di correggere questo errore; di impegnare le risorse di Netflix e le capacità dei suoi talentuosi cineasti, nella produzione e trasmissione di contenuti che ritraggono il verità della dura e disperata realtà di ciò che 365 giorni ha cercato di trasformare in un’opera di intrattenimento”

Le parole di Duffy assumono un peso specifico notevole dal momento che la cantate ha recentemente affermato di aver subìto queste pratiche aberranti. Infatti, nella sua lettera, la cantante spiega come questa strenua opposizione sia fatta da una persona che conosce la follia di questi gesti malati.

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“Quando sono stata rapita, drogata e violentata, sono stato fortunata sopravvivere, ma troppi non sono stati così fortunati. E ora devo assistere a queste tragedie e alla mia tragedia, erotizzata e sminuita”

Vedremo come e se replicherà Netflix, ammesso che si sia reso conto del problema che ha creato con questo pessimo film.

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