Sotto il Sole di Riccione: la collaborazione Italia/Netflix fallisce, ancora! | Recensione
Dal 1 luglio 2020, è disponibile su Neflix Sotto il Sole di Riccione e come al solito (spoiler!) la collaborazione Italia/Netflix non ne azzecca più una!
Sotto il Sole di Riccione è la nuova commedia sentimentale di Enrico Vanzina, diretta dal duo YouNuts (Antonio Usbergo e Nicolò Celania) e prodotta in Italia per Netflix. Volti rinomati non mancano nel cast: troviamo Cristiano Cacamo nelle vesti di Ciro, Lorenzo Zurloro (lo ricordiamo in Baby) che interpreta Vincenzo, Andrea Roncato alias Gualtiero, Ludovica Martino (presente in SKAM Italia) che è Camilla, Isabella Ferrari in Irene e Luca Ward nei panni di Lucio. Il titolo, tra l’altro, prende le mosse dal successo popolare della canzone del 2017 di Tommaso Paradiso e TheGiornalisti.
Sotto il Sole di Riccione: Trama
È estate e la classica meta dei ragazzi italiani è Riccione: sabbia e mare, amicizia e amore, sole e divertimento, ricordi e avventure scorrono nella trama del film, esplicitamente ispirata a Sapore di mare (1983) di Carlo Vanzina. Ciro arriva dal sud e, dopo un provino musicale andato male, diventa bagnino; Vincenzo è un ragazzo cieco e da sempre la figura della madre lo circonda, quindi cerca di allontanarsi da lei per vivere le sue esperienze;sullo sfondo, c’è chi cerca di dichiararsi all’amore di una vita. Tutti vivono, insomma, delle nuove avventure.
La critica è sempre stata severa con Enrico Venzina e, purtroppo, anche in questo caso non si può essere molto buoni: non ne azzecca una!
Nonostante i giovani elementi del cast, in passato, abbiano attirato l’attenzione di molti grazie ai lavori a cui hanno preso parte, la citazione nel film dei nuovi media e della nuova tecnologia non basta ad essere al passo coi tempi, a raccontare la generazione d’oggi. Sebbene i due giovani registi abbiano maturato notevole esperienza nel mondo dei videoclip – evidente nella costruzione delle sequenze, ben adattate al ritmo delle canzoni di Paradiso e dei TheGiornalisti -, i personaggi mancano d’introspezione psicologica.
Lo spettatore non riesce a legarsi, dunque, a nessuna delle “personalità” velocemente presentate: probabilmente sarà un deficit dello stesso tipo di produzione, fiore all’occhiello dei registi, ma comunque rimane il fatto che la visione si presenta molto piatta e monotona.
Piccole considerazioni
I personaggi, dunque, si presentano impossibilitati a crescere. Certo, piccole evoluzioni si notano, ma non bastano: ecco perchè le battute risultano sentite e risentite. Basta guardare una commedia degli anni ’80/’90 per trovare simili avventure, solo che, se lì risultano ben riuscite, è perchè l’ambientazione degli stessi anni dà spazio al loro vagare e al farli adattare completamente. Non si tratta di essere cattivi, ma di mettersi nei panni di un qualsiasi ragazzo d’oggi: troppo impossibilitato a pensarla in quel modo, troppo lontano da quella vita.
Ma c’è da dire che l’onestà delle riprese è da premiare: il paesaggio marittimo italiano esplode di luci e colori sgargianti, la notte trasmette un’aria piacevole, invogliando qualsiasi persona a visitare o tornare lì, a sporcarsi di sabbia i piedi. E ci mancherebbe, una cosa bisognava pur azzeccarla.
Dopo il disastroso Summertime e altri prodotti dimenticabili, quindi, la collaborazione tra Italia e Netflix continua a partorire prodotti di dubbio gusto. Non ci resta che consolarci con l’unica, per ora, opera Netflix nostrana meritevole di dignità artistica: Sulla mia pelle.
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