Kanye ritorna alla grande con una canzone fortissima che anticipa il suo prossimo album, God’s Country
Quello che si sente in Wash Us in the Blood è un po’ il Kanye West di Yeezus (2013), più che quello delle ultime produzioni segnate dal gospel e dalle sperimentazioni psichedeliche con Kid Cudi. Il nuovissimo singolo, realizzato in collaborazione con Travis Scott, è una sorta di preghiera che tuttavia assume più le caratteristiche di uno stream-of-consciousness. Un industrial gospel, chiamiamolo così. Su una base electro hip-hop rumoristica che ricorda i Death Grips, Yeezy sembra sputare le parole, recitarle sul momento, anziché cantarle o rapparle. Le liriche, però, ripartono da dove Kanye si era fermato. La sua “conversione religiosa”, la crescente influenza di tematiche cristiane nella sua musica, era evidente già negli ultimi lavori (specie in Jesus Is King, 2019). E il lavaggio con il sangue di cui si parla nel pezzo è solo l’ultima di una serie di immagini salvifiche alle quali l’artista ricorre.
Immagini che egli usa per spiegare la propria crescita, la propria maturazione, ma anche per rivisitare le proprie colpe. Nel video, molto astratto e complesso, si affastellano immagini che cercano di ripercorrere la storia recente della comunità nera in modo metaforico ma anche un po’ brutale. La canzone era già stata presentata in una versione strumentale con lo spettacolo Nebuchadnezzar, che ha debuttato il 24 novembre 2019. Ora è confermato che Wash Us in the Blood sarà il primo singolo tratto dal nuovo album del rapper di Chicago. God’s Country, questo il titolo, uscirà quasi sicuramente nel 2020 (anche se con Kanye non si sa mai: dopotutto, ancora non si è visto il famoso Yandhi). Comunque, se le premesse sono queste c’è da aspettarsi un altro grande album, tranquillamente all’altezza degli standard. Siete pronti?