Hunter Thompson è stato uno dei personaggi letterari più importanti del secolo scorso. Inventore del Gonzo journalism, con la sua voce unica ha saputo forse meglio di chiunque altro cantare l’inesorabile declino del sogno sessantottino. E, probabilmente, del sogno americano tout court.
Un sogno che si è sfaldato dopo poco tempo, segnato da troppe divisioni e resistenze di quella che Nixon (a cui dedicherà un non certo lusinghiero articolo in occasione della sua morte, così come in vita) avrebbe chiamato la “maggioranza silenziosa”.
Thompson è stato coinvolto in prima persona negli eventi che negli anni sessanta hanno sconvolto prima l’America e poi il mondo. In particolare nella scena di San Francisco, una della più vivaci e ricordate ancora oggi. Di quei tempi scriverà in Fear and Loathing in Las Vegas, il suo lavoro più famoso:
San Francisco e la metà degli Sessanta erano un bel tempo e un bel posto da vivere. Forse ha significato qualcosa. O forse no, alla lunga… ma nessuna spiegazione, nessun insieme di parole o musiche o ricordi può toccare la consapevolezza d’essere stato là, vivo, in quell’angolo di tempo e di mondo.
Dopo pochi anni da quegli eventi (il libro esce in due puntate sulla rivista Rolling Stones nel ’71), Thompson li guarda già con il filtro della nostalgia, di qualcosa di passato ed irrimediabilmente perduto. Si è rotto qualcosa in quello che sembrava un processo inesorabile, giusto e definitivo. Sentimento poi perfettamente trasposto in Paura e delirio a LasVegas, visionario e noto film di Terry Gilliam.
“L’onda”, come Thompson la definisce nel libro, si infrange e torna indietro. La spinta della nuova generazione si perde e sbatte contro la montagna della realtà sociale americana. Le nuove droghe psichedeliche, che nelle ricerche di Timothy Leary dovevano aprire la mente, portano invece alla nascita del caso di Charles Manson.
Lo scrittore americano ha fatto dell’eccesso un marchio di fabbrica. Che si parli di letteratura o di vita vissuta (e spesso con Thompson le cose coincidono) ha portato tutto all’estremo. Dal linguaggio allo stile di vita, l’alcool, le droghe, le armi (ne era totalmente stregato).
La giornata tipo di Hunter Thompson
Se è vero, come si dice, che gli piacesse eccedere anche nel racconto di sé stesso, la cronaca della sua routine, pubblicata in una sua biografia firmata da E. Jean Carroll, è davvero spaventosa (ed affascinante allo stesso tempo).
Quella che segue è una delle cronache più blasfeme, esagerate ed impressionanti di un personaggio ormai leggenda come Thompson. Lo scrittore, che ha fatto della ricerca del limite una missione di vita, aveva delle abitudini che spaventerebbero pure i più temerari.
Vi riproponiamo dunque integralmente la sua giornata tipo come raccontata da Carroll:
3:05: Chivas Regal leggendo i giornali del mattina, sigarette (Dunhill)
3:45: Cocaina
3:50: Un altro bicchiere di Chivas ed una sigaretta
4:05: Prima tazza di caffè e sigaretta
4:15: Cocaina
4:16: Succo d’arancia e sigaretta
4:30: Cocaina
4:54: Cocaina
5:05: Cocaina
5:11: Caffè e sigarette
5:30: Più ghiaccio nel Chivas
5:45: Cocaina etc. etc.
6:00: Erba per ammorbidire la giornata
7:05: Alla Woody Creek Tavern per pranzo. Heineken, due margaritas, coleslaw (insalata di cavolo), una taco salad, un doppio ordine di anelli di cipolla fritti, torta di carote, gelato, a bean fritter (polpettine di fagioli fritte), sigarette, un’altra Heineken e cocaina. Per il viaggio di ritorno uno snow cone (un bicchiere di ghiaccio tritato su cui sono versati qualche bicchierino di Chivas)
9:00: Inizia ad assumere coca in maggior quantità
10:00: Gocce di acido
11:00: Chartreuse (un liquore francese), cocaina ed erba
11:30: Cocaina etc. etc.
12:00: A mezzanotte Hunter S. Thompson è pronto a scrivere
12:05-6:00 a.m.: Chartreuse, cocaina, erba, Chivas, caffè, Heineken, sigarette, pompelmo, sigarette, succo d’arancia, gin, visione continua di film pornografici.
6:00: Champagne nell’idromassaggio, saponette per lavarsi, fettuccine “Alfredo”
8:00: Halcyon (un medicinale ansiolitico e sedativo)
8:20: Hunter Thompson si addormenta
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