Franca Valeri si confessa a Repubblica, e parla di quando vide il cadavere di Mussolini
Essendo di discendenza ebraica, l’attrice Franca Valeri non ebbe vita facile durante l’ultima fase del ventennio fascista, specie in seguito all’approvazione delle leggi razziali nel 1938. Fu costretta a nascondersi assieme alla madre a Milano durante quei tempi terribili, mentre il fratello e il padre erano fuggiti in Svizzera. Pensava di essere al sicuro, perché la madre era cattolica, ma dopo l’8 settembre arrivarono i tedeschi, e furono guai per tutti. Davanti ai suoi occhi, un giorno, vide portata via una giovane donna ebrea che si era sposata qualche giorno prima, e si nascose appena in tempo.
La Valeri non ha mai perdonato al regime le sue colpe, e specie quelle di Benito Mussolini. Ecco perché il 29 aprile 1945 accorse anche lei a Piazzale Loreto, a Milano, dove la resistenza aveva appeso i cadaveri degli ormai esanimi Mussolini e della consorte Claretta Petacci. “Mia mamma era disperata a sapermi in giro da sola. In quei giorni a Milano si sparava ancora per strada. Ma io volevo vedere se il Duce era davvero morto. E vuol sapere se ho provato pietà ?” dice la Valeri al giornalista. E si risponde: “No. Nessuna pietà . Ora è comodo giudicare a distanza. Bisogna averle vissute, le cose. E noi avevamo sofferto troppo“.