12 curiosità su Il miglio verde

Film diretto e prodotto dal regista Frank Darabont con protagonista Tom Hanks, Il miglio verde è un classico intramontabile. Scopriamone insieme alcune curiosità

Condividi l'articolo

“Sono stanco, capo. Stanco di andare sempre in giro solo come un passero nella pioggia. Stanco di non poter mai avere un amico con me che mi dica dove andiamo, da dove veniamo e perché. Sono stanco soprattutto del male che gli uomini fanno a tutti gli altri uomini. Stanco di tutto il dolore che io sento, ascolto nel mondo ogni giorno, ce n’è troppo per me. È come avere pezzi di vetro conficcati in testa sempre continuamente. Lo capisci questo?”

John Coffey ne Il Miglio Verde (1999)

Il 10 dicembre del 1999 usciva nelle sale Il Miglio Verde, film prodotto e diretto dal regista Frank Darabont (Le ali della libertà, The mist).

La pellicola racconta la storia dell’afroamericano John Coffey, interpretato da Micheal Clarke Duncan, che viene ingiustamente condannato a morte per l’omicidio e lo stupro di due bambine. All’interno del carcere lavora come guardia penitenziaria Paul Edgecombe (Tom Hanks), che racconta la storia anni dopo da un letto di una casa di riposo.

Il titolo del film, Il miglio verde, si riferisce al percorso verso la sedia elettrica che i condannati a morte percorrevano prima di morire e che in questo caso era caratterizzato da una pavimentazione verde cedro.

il miglio verde carcere
Il miglio verde

Black Lives Matter

Nonostante siano passati oltre vent’anni da questo capolavoro assoluto, Il miglio verde è un film che non solo ci fa ancora commuovere ma ci ricorda che le battaglie da compiere verso l’eliminazione dei pregiudizi e del razzismo sono ancora molto lunghe e tortuose. Specialmente in questo momento storico, in cui il movimento Black Lives Matter sta giustamente acquisendo sempre più risonanza dopo gli avvenimenti razzisti che continuano ad avvenire negli Stati Uniti (e non solo) ai danni della comunità nera.

Le parole che pronuncia John Coffey durante una scena del film “Mi dispiace per quello che sono” o quelle di William Wharton “I negri dovrebbero avere una sedia elettrica per loro. I bianchi non dovrebbero sedersi sulla sedia elettrica dei negri” dovrebbero far riflettere tutti riguardo a queste tematiche, purtroppo molto attuali ancora oggi.

LEGGI ANCHE:  10 curiosità su: “American History X”

Il miglio verde, inoltre, regala spunti di riflessione anche sulle condizioni carcerarie, sui trattamenti inumani e degradanti perpetuati nei confronti dei detenuti e sulla pena di morte stessa, considerata ormai da moltissime persone come impraticabile in uno stato di diritto.

Per chiunque si sia rivisto di recente questo bellissimo film, scopriamone insieme alcune curiosità.

1 Tratto dal libro Il miglio verde

Il film è tratto da uno dei più celeberrimi romanzi di Stephen King, The Green Mile, in italiano Il miglio verde. King pubblicò la storia nel 1997 in 6 puntate, ricordando lo stile di Charles Dickens. Il regista Frank Darabont dovette quindi riunire tutto in un singolo copione e questa non fu un’impresa facile. Infatti lo stesso Stephen King sostenne di non invidiare Darabont perchè riunire tutto in un unico solo copione non era alquanto facile.

2 Location

Il miglio verde è girato realmente in un carcere vero! Infatti le scene esterne e interne sono state girate presso il Tennessee State Prison, un ex penitenziario che un tempo ospitava anche il braccio della morte. Il resto del film, invece, è girato prevalentemente in un teatro di posa a Hollywood, mentre alcune riprese esterne sono state fatte successivamente vicino a Nashville, capitale dello stato del Tennessee negli Stati Uniti.

3 Il gigante buono

Il miglio verde
Tom Hanks e Michael Clarke Duncan nel film Il Miglio Verde

Il personaggio di Michael Clarke Duncan, John Coffey, è ricordato da tutti come una sorta di gigante buono, un uomo che ha visto comunque sempre il bene in tutti nonostante le profonde ingiustizie che ha dovuto subire. Il suo personaggio, però, dal punto di vista fisico, sarebbe dovuto essere ancora più alto, circa due metri, mentre l’attore era di poco più basso. Grazie all’aiuto di una prospettiva particolare della telecamera, Duncan sembrò ancora più alto e imponente. Coffey inoltre sarebbe dovuto essere anche molto più loquace rispetto a come viene interpretato nel film, anche se questo ha reso la pellicola ancora più drammatica.

LEGGI ANCHE:  In the Garden of Beasts: dopo Darkest Hour un altro biopic per Joe Wright

L’attore, inoltre, ottenne la parte grazie alla sua partecipazione nel film Armageddon. Sul set del film, infatti, conobbe Bruce Willis, che lo raccomandò al regista Frank Darabont per il ruolo di John: “Ho trovato il tuo Coffey” disse all’amico.

Alcuni critici hanno visto in John Coffey la figura di Gesù Cristo. Una prova di questo sarebbe stato il fatto che il personaggio ha le stesse identiche iniziali di Gesù (Jesus Christ) ma lo stesso Stephen King ha smentito questa teoria. Infatti King prese il nome da un professore che conosceva all’Emerson College di Boston. L’attore Michael Clarke Duncan è purtroppo deceduto prematuramente nel 2012 all’età di soli 54 anni, in seguito ad un infarto del miocardio.

4 Sodalizio vincente

Squadra che vince non cambia. Sono ben tre i film in cui gli attori Tom Hanks e Gary Sinise lavorano insieme, tutti apprezzati dal pubblico e dalla critica. Il miglio verde è il terzo film in cui i due attori compaiono insieme, dopo Forrest Gump e Apollo 13. Gary Sinise, famoso per aver interpretato il protagonista di CSY: New York, ne Il miglio verde interpreta invece Burt Hammersmith, l’avvocato del condannato a morte Coffey.

5 Un topo ben addestrato

Il topo soprannominato Mr. Jingles non era un animale qualsiasi. Infatti fu selezionato fra più di 30 topi addestrati! Il topolino veniva guidato per far si che andasse in una determinata direzione attraverso delle tecniche particolari: veniva utilizzata una ciotola rossa di cibo e posata dove gli autori volevano che il topo si dirigesse. Per le scene più complicate, però, venne utilizzato il computer, come per esempio nella sequenza in cui John Coffey resuscita il topo calpestato dalla guardia. Non vi preoccupate, nessun animale è stato maltrattato durante le riprese, visto che l’organizzazione per la difesa degli animali American Humane Association si accertò delle condizioni di tutti gli animali coinvolti nelle riprese del film.

Mr. Jingles però fece anche una cosa inaspettata, un’azione che non era stata prevista dagli addestratori: quando Tom Hanks tiene il topo nel palmo della mano, lui si solleva da solo autonomamente. Il piccolo topo è ormai una figura molto famosa nell’immaginario cinematografico, tanto che ha diverse pagine su Facebook a lui dedicate! L’errore però più visibile riguarda la sua età. Alla fine del film Mr. Jingles dovrebbe avere circa 64 anni, ma i topi non vivono così a lungo, infatti sarebbe 9 volte più vecchio del topo più vecchio realmente esistito.

mr jingles il miglio verde
Il topolino chiamato Mr. Jingles nelle grandi mani di Michael Clarke Duncan