Impossibile non immaginare Helen Lovejoy in preda al panico perché nessuno pensa ai bambini. Ancor più difficile non pensare a metodi medievali per combattere un tabù, come se repressione e proibizionismo fosse l’arma giusta. Historia magistra vitae ma non più di tanto. La nuova norma firmata Lega prevede infatti il blocco di tutti i siti a carattere pornografico su territorio italiano attraverso un parental control obbligatorio. Senza eccezioni ma con possibilità di sblocco.
Una norma a tutela dei minori, firmata da Pillon, già sulle cronache per posizioni che definire conservatrici è dire poco. Tuttavia, sembra che la maggioranza abbia avallato questa scelta giacché, da come si evince dalle parole del senatore, la proposta che più gli è a cuore è stata ben accolta.
Lega: filtro ai siti pornografici, i dettagli
Senza scendere in tecnicismi che vedono forti difficoltà in una revisione della suddetta normativa leghista, l’unico modo per poter aggirare questo filtro anti-porno sarà quello di contattare fisicamente il fornitore della linea internet e chiederene esplicitamente la rimozione. Solo così si potrà accedere ai siti a contenuto pornografico. Altrimenti, di default, tutti gli utenti avranno questo blocco firmato Lega.
Inutile dire che le perplessità sono parecchie e legittime dal momento che, come spiega l’avvocato Fulvio Sarzana a Repubblica, normative di questo genere hanno causato precedenti importanti all’estero circa internet e la censura. Al punto che negli Stati Uniti e nel Regno Unito sono state accantonate.
Non da meno, molti utenti hanno riportato un esempio storico per cui Playboy intervistò per la prima volta il presidente USA Jimmy Carter. Cosa che con questa normativa sarebbe impossibile. Ma poco importa alla Lega. L’importante è la sicurezza dei bambini. Una ratio quantomeno improbabile ma coerente rispetto le scelte portate avanti in Umbria sulla questione aborto, secondo cui un ricovero di tre giorni è meglio di una pillola.
Prosegue dunque il voler mettere un freno al tabù dei tabù. Quello del sesso, in particolare, visto ancora come male assoluto da una certa frangia politica. Nonostante svariati tentativi di educare al porno, come Uniporn TV, i conservatori proseguono sulla strada del proibizionismo. Cosa che nel 2020 solleva parecchi dubbi e perplessità .
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