Razzismo, Cinema e censura: 5 film che rischiano la sorte di Via col vento
Dopo l'assassinio di George Floyd, dagli USA è partito un movimento che sta rileggendo la storia degli esseri umani. Il Cinema non si poteva sottrarre a questo processo.
Piccolo riassunto: in seguito all’omicidio di George Floydad opera di un poliziotto, dagli Stati Uniti è partito un movimento antirazzista che sta mettendo in discussione la Storia del popolo statunitense. Il movimento Black Lives Matters – letteralmente Le vite dei neri contano – vuole mettere in luce quanto la società statunitense sia ancora razzista. Da qui l’abbattimento di statue di alcune importanti personalità storiche come Cristoforo Colombo, accusato dal movimento di essere razzista e colonialista. Una sorte analoga è toccata alla statua di Indro Montanelli a Milano poiché, durante la guerra in Abissinia, il giornalista violentò una bambina di 12 anni.
Questo processo di revisionismo/rilettura/messa in discussione della cultura occidentale ha toccato anche il mondo del cinema. E secondo il canale HBO, Via col vento contiene una rappresentazione stereotipata e razzista del popolo afroamericano. L’emittente ha poi annunciato che il film del 1939 verrà reintrodotto con disclaimer che ne contestualizzi il periodo storico in cui è stato creato.
Se guardiano alla filmografia mondiale, è possibile trovare altri titoli che rischiano di essere accusati di razzismo? Di seguito alcuni titoli passibili di tali critiche.
Razzismo e Cinema: I film che rischiano la censura come Via col vento
Fantasia, Dumbo e il mondo Disney
Il caro e vecchio Walt Disney è stato più volte accusato di antisemitismo. Celebri le puntate che I Griffinhanno dedicato al creatore di Topolino e Paperino. In un episodio Stewie chiede ad uno Stewie venuto dal futuro se hanno scongelato Walt Disney. Immediatamente parte uno spezzone in cui lo si vede uscire da una camera iperbarica. Il dottore dà il benvenuto al regista. Segue poi uno scambio di battute tra i due.
WALT DISNEY : Si sono estinti gli ebrei?
DOTTORE : Ehm…no.
WALT DISNEY : Mi ricongeli.
In quasi un secolo di storia, la casa cinematografica è stata accusata di rappresentare le minoranze etniche in maniera poco educativa, per usare un eufemismo. Uno tra i casi più eclatanti riguarda Fantasia (1940). Nella sequenza ambientata sul Monte Olimpo. Mentre sentiamo la Pastorale di Beethoven, vediamo un centauro di colore pulire gli zoccoli ad un’altra creatura. Questa sequenza è stata poi rimossa dalle successive riedizioni del cartoon. In Dumbo (1941), i corvi che insegnano all’elefantino a volare, possono essere considerati una parodia dei ghetti dei neri statunitensi. In Il libro della giungla (1967), nella versione americana Re Luigi e le scimmie sono doppiate con un forte accento afroamericano.
Perché mai una commedia romantica con Audrey Hepburnpotrebbe essere accusata di razzismo come è successo a Via col vento? La storia, tratta da un romanzo di Truman Capote, non ha nulla in sé di scandaloso. Ma la pellicola contiene una rappresentazione stereotipata di un personaggio giapponese. Il vicino della protagonista, pur essendo proveniente dal paese del sol levante, è interpretato dalla star statunitense Michey Rooney. All’attore erano stati aggiunti delle protesi ai denti ed era stato fortemente truccato, tanto da sembrare una caricatura. Tale pratica, denominata yellowface, era di uso comune nella Hollywood del secondo dopoguerra.
Una curiosità: nel film Dragon (1993) Bruce Lee e sua moglie citano il film come esempio di “razzismo hollywoodiano“ verso i giapponesi.
La passione di Cristo (2004)
Non credo meravigli qualcuno sapere che Mel Gibson è un noto antisemita. Il regista, premio Oscar per Braveheart, aveva più volte rilasciato affermazioni offensive nei confronti della comunità ebraica. Durante la sponsorizzazione del film, una giornalista le chiese di ammettere l’esistenza della Shoah, essendo figlio del noto negazionista dell’Olocausto Hutton Gibson. Mel Gibson non ne ammise l’esistenza. Nel 2006, ubriaco, venne fermato da degli agenti. Prima chiese ad uno dei poliziotti se era ebreo, apostrofandolo poi con “Fottuto ebreo”. Infine urlò “Gli ebrei sono responsabili di tutte le guerre“.
Il film del 2004 racconta della Passione di Gesù, dall’arresto nell’Orto degli Ulivi fino alla morte in croce e alla conseguente resurrezione. La pellicola fece scandalo per le scene della flagellazione e delle torture, per l’eccessiva violenza che vi era presente. Molte critiche ricevette anche la rappresentazione che venne fatta del popolo ebraico. Sadico e affamato di sangue. In seguito a tali accuse, Gibson annunciò di aver tagliato la scena dove una folla di ebrei inferocita chiedeva che il sangue di Gesù ricadesse sul capo dei loro figli. In realtà quella scena non fu tagliata. Vennero semplicemente tolti i sottotitoli, poiché la scena era stata girata in aramaico.
Viene facile associare il film di David W. Griffith con Via col vento. Se non altro perché entrambi i film sono ambientati durante la guerra di secessione americana. E in effetti Nascita di una nazione, pellicola che fu campione di incassi fino al 1925, fu aspramente criticata fin dalla sua uscita al cinema. La tesi storica, portata avanti dal film, è che il Klu Klux Klan sarebbe nato per riportare l’ordine al Sud del Paese scosso dalla guerra civile. Ordine che sarebbe stato minacciato dai cittadini neri – incontrollabili – e da alcuni politici repubblicani – traditori. Questa visione storica era molto in voga all’epoca e venne sostenuta da studiosi della Dunning School. Secondo loro, infatti, “i neri sono ingenui come bambini e sotto molti aspetti hanno un intelletto simile a quello dei bambini” e “dare ai neri il diritto di voto è stato un crimine contro la civiltà“.
La proiezione di Nascita di una nazione è stata correlata anche alla rinascita del Klu Klux Klan. Ci furono molti linciaggi di uomini neri da parte di suprematisti bianchi nel 1915, anno di uscita del film. Inoltre, il fondatore del moderno KKK dichiarò che la visione della pellicola fu “tremendamente d’aiuto per il Klan“. Nascita di una nazione resta l’esempio più significativo del rapporto tra razzismo e cinema.
Dunkirk (2017)
Christopher Nolan potrebbe essere accusato di razzismo? Beh, non proprio. Ma mentre Via col vento rappresentava la popolazione nera secondo degli stereotipi, in Dunkirknon vi è alcuna rappresentazione. Vi è stato un caso di whitewashingdella Storia. C’è stato uno sbiancamento, se vogliamo italianizzare il termine. Dunkirk racconta di un momento cruciale della storia: l’evacuazione di Dunkirk (Dunkerque) da parte dell’esercito inglese. Un momento cruciale durante la Seconda Guerra Mondiale. Su quelle spiagge erano presenti, oltre a militari inglese, anche uomini provenienti dall’esercito del Marocco Francese e dell’India Britannica. Ma in tutta la pellicola non vi è un attore di colore né un attore asiatico.
E voi cosa ne pensate del rapporto tra razzismo e cinema? Siete contro o a favore della censura? Ditecelo nei commenti!
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