La nostra classifica non può che aprirsi con uno dei film che hanno rappresentato il trampolino di lancio per la carriera di Alberto Sordi. Dopo vent’anni di apparizioni in ruoli minori, agli inizi degli anni ’50 il talento dell’attore trova finalmente il modo di emergere.
Dopo la non fortunatissima esperienza de Lo Sceicco Bianco (1952), non esattamente un successo commerciale, l’anno successivo Albertone torna a lavorare con Federico Fellini ne I Vitelloni.
Nel film che rappresenta la svolta nella poetica di Fellini, Sordi interpreta Alberto, un bamboccione nullafacente che rifiuta di farsi carico delle responsabilità proprie della vita adulta. Manifesto del personaggio è sicuramente la scena in cui si fa beffe di un gruppo di lavoratori impegnati a bordo strada:
Alberto e gli amici, un gruppo di giovani nella Rimini degli anni ’50, sono l’amara rappresentazione di una generazione probabilmente destinata al fallimento, incapace di prendere le redini di un Paese ridotto in macerie.
Una gioventù stanca e disorientata, perfettamente incarnata nei suoi vuoti anche dal grande Alberto Sordi, non solo interprete, ma anche autore del proprio personaggio. Per chi non lo sapesse, le battute del suo personaggio furono infatti scritte dall’attore in persona.
Impossibile imbrigliare la sua creatività, impossibile inchiodarlo ad un ruolo: Fellini lo sapeva, fu lui stesso ad esigere la presenza di Sordi nel film. Fu questo il primo grande riconoscimento di una carriera che avrebbe presto spiccato il volo.
9. Un americanoa Roma (1954) Steno
«Maccarone, m’hai provocato e io ti distruggo adesso, maccarone! Io me te magno…!»
Come potevamo non aprire quest’articolo con l’interpretazione più famosa di Sordi. Quella di “Nando”, giovane romano che emula in toto un cittadino medio americano.
Il film è del 1954, diretto da Steno ed è inserito nella lista dei 100 film italiani da salvare.
Per quanto riguarda la trama non crediamo abbia bisogno di spiegazioni. Nando rappresentava l’italiano del dopoguerra che vedeva nell’America il futuro.
Oltre alla commedia in sé, con le varie gag che tutti noi conosciamo, il film offre uno spaccato molto interessante dei costumi italiani del dopoguerra. Avente come punti di riferimento “ i salvatori” americani in ogni cosa: dal cibo allo sport, passando per il modo di vestirsi, fino ad arrivare al cinema, ma alla fine tutto questo idolatrare gli americani è solo apparenza, poiché “il maccarone vince sempre”.
8. Il vigile (1960) Luigi Zampa
Uno dei film più conosciuti di Sordi. Del 1960. Regia di Luigi Zampa. Anche qui presente Vittorio De Sica.
la storia di Otello Celletti, un disoccupato romano che per un caso fortuito riesce a farsi assumere come vigile del comune. Grazie a questa nuova carica Otello potrà vendicarsi di tutti gli sfottò subito dai suoi concittadini, anche se sul punto di vista “professionale” lascerà correre un bel po’.
Una pietra miliare. Fondamentale tappa per capire la grandezza di Alberto Sordi.
7. Un giorno in pretura (1953), Steno
No, non è il titolo del programma di Rai 3.
La regia è sempre di Steno (regista di un Americano a Roma), e il tutto sembra essere ambientato in un continuum temporale dello stesso film in quanto Sordi interpreta un personaggio che cita e cerca di parlare in americano.
Tra il cast troviamo personaggi di spicco come: Peppino De Filippo, Sophia Loren e Silvana Pampanini.
Forse non il film in cui Sordi ha avuto più risonanza, poiché compare solo nel secondo tempo, ma sicuramente una pietra miliare del cinema italiano
Un film che ha come bersaglio la legislatura italiana. Prendendola in giro nei più disparati modi. Con rappresentazioni di favoritismi, di avvocati venali e di “sceneggiate napoletane” fatte davanti ai magistrati.
Memorabile il soliloquio di Peppino di Capri nelle vesti di magistrato fatto al busto di Cicerone a cui confessa i propri dubbi e le proprie incertezze sugli ideali di un tempo che l’hanno spinto a inseguire la giustizia, ma che nella società contemporanea cominciano a vacillare.
6. Il vedovo (1959), Dino Risi
Commedia di genere black humor diretta da Dino Risi. Sordi interpreta un industriale romano la cui azienda naviga in pessime acque.
I creditori gli sono sempre alla porta, e l’unica che potrebbe dargli una mano è sua moglie che, al contrario di lui è una donna d’affari milanese molto stimata.
La donna, saggiamente, non fa più prestiti al marito, il quale comincia a pensare che l’unico modo per vedere un po’ di luce in fondo al tunnel sia quella della sua dipartita. In modo da avere così la sua eredità e poter finalmente pagare i propri debitori. Una commedia nera, incentrata sulla beffa e sui colpi di scena.