Romanzo Criminale è un film del 2005 diretto da Michele Placido e con protagonisti Pierfrancesco Favino, Kim Rossi Stuart ed Elio Germano. Si basa sull’omonimo romanzo di Giancarlo De Cataldo che ripercorre la storia della Banda della Magliana. Questa fu l’organizzazione criminale che ebbe il controllo di quasi tutte le attività illecite di Romatra gli anni ’70 e gli anni ’90.
Sebbene nomi e background dei personaggi siano stati inventati, ogni personaggio è perfettamente riconducibile ad un elemento realmente esistito. Perciò abbiamo deciso di parlarvi delle reali corrispondenze. Per questo lavoro è stato preso in considerazione solamente il film e dunque i personaggi che sono presenti nella sere tv (Leggi le rivelazioni 10 anni dopo) ma non nell’opera di Michele Placido non ci saranno. Fatta questa rapidissima introduzione, iniziamo.
I componenti della Banda che ispirarono Romanzo Criminale: la Storia Vera
Il Libanese
Il personaggio del capo della Banda, nel film interpretato da Pierfrancesco Favino, si ispira a Franco Giuseppucci, detto Er Negro ma anche Er Fornaretto per via del mestiere di fornaio del padre. Fu uno dei primi ad intuire le potenzialità della creazione di un enorme banda organizzata che unisse le varie batterie di criminali della città .
Venne ucciso il il 13 settembre 1980 a 33 anni a Trastevere, in piazza San Cosimato, da Fernando e Maurizio Proietti, detti I Pesciaroli. Questi ultimi nel film vengono ridotti ad una sola persona, Gemito, interpretato da Bruno Conti, che avrà da ridire col boss a causa di un debito di gioco non pagato. Nella serie TV i Gemito torneranno a essere due fratelli, Remo e Maurizio.
Riteneva sbagliato continuare spartire i propri soldi con gli altri componenti della banda in quanto frutto di attività che provenivano da altre attività extra criminali. Nel film ed anche nella serie viene ucciso dal Bufalo, nella realtà Marcello Colafigli, detto Marcellone, mentre nella realtà fu un killer toscano inviato dallo stesso Colafigli a premere il grilletto.
Il Freddo
L’ombroso capo della Banda, che nel film prende vita grazie al lavoro di Kim Rossi Stuart prende spunto da Maurizio Abbatino, detto Crispino per via della capigliatura riccia. Uno dei capi fondatori dell’organizzazione, è divenuto uno dei principali pentiti e collaboratori di giustizia ed è tutt’oggi in vita, rinchiuso agli arresti domiciliari per motivi di salute. Nel 1986 l’arresto lo salva alla sanguinosa faida e sparatoria tra bande opposte.
In seguito, grazie a perizie di medici compiacenti riesce a farsi trasferire dal carcere di Rebibbia alla Clinica Villa Gina della Zona Eur in quanto gli era stato diagnosticato un tumore osseo in fase terminale che lo avrebbe dovuto lasciare con pochi giorni di vita.
Il 20 dicembre di quell’anno, causa la distrazione dell’infermiere, riesce a fuggire dalla clinica grazie all’aiuto del fratello Roberto, rifugiarsi a casa di un amico per poi fuggire in Sud America. Nel 1990 suo fratello viene brutalmente ucciso con 35 coltellate, omicidio eseguito con lo scopo di farlo uscire allo scoperto cosa che avverrà poco dopo.
Nel 1992 viene scovato in Venezuela in seguito a una telefonata fatta alla storica fidanzata Roberta, riportato a Roma dove diviene collaboratore di giustizia. Grazie a lui scatterà una maxi operazione, dal nome in codice Colosseo, che porterà all’arresto di circa 50 membri della criminalità organizzata.
Durante il processo le tesi di Crispino trovarono conforto in quelle che redasse qualche anno prima, nel 1983, Fulvio Lucioli, detto Il Sorcio. Questi, che nel film è interpretato da Elio Germano, fu il primo vero pentito della Banda. Lucioli vive attualmente in vita in località segreta a seguito delle dichiarazioni fornite, inizialmente bollate come bugie frutto di un mitomane.