Un esordio col botto per Tyler Okonma, in un video certamente memorabile
Chi ancora non sa chi è Tyler, The Creator, può subito farsene un’idea qui. Si tratta di Tyler Okonma, classe 1991: uno degli artisti della scena rap contemporanea più acclamati dalla critica, e un personaggio di culto il tutto il web e oltre. Un enfant prodige, Tyler inizia la sua carriera con il collettivo Odd Future, del quale è di fatto il leader, e che include anche artisti come Frank Ocean ed Earl Sweatshirt. Dopo aver esordito con il già acclamato mixtape Bastard, del 2009, Tyler si fa subito notare dal grande pubblico con il suo primo album ufficiale, Goblin, e con il suo primo singolo, Yonkers, nel 2011.
Il suo stile è pensato per essere scioccante e violento, e mentre in molti lo paragonano fin dall’inizio all’Eminem più estremo di inizio anni ’00, l’originalità delle sue messinscene colpisce subito il pubblico. Nel disco, strutturato come un’unica, lunga seduta dall’analista, (il Dr. TC, interpretato da lui stesso), Tyler si avventura nell’horrorcore, descrivendo immagini che finiscono con lo sconvolgere lo stesso terapista. Proprio Yonkers è una delle canzoni più rappresentative di questo approccio, provocatorio e volutamente veemente.
Il pezzo, pensato come una parodia dello stile hip-hop di New York degli anni ’90 (ed in particolare della produzione di RZA del Wu-Tang Clan), vede Tyler imporsi sulla scena con rime serrate e rigide, che lo portano a decantare la propria volontà di emergere, dando spazio nel contempo al suo lato più “oscuro” e grottesco. Il video, diretto e pensato da lui stesso, vede avvicendarsi una serie di immagini disturbanti che fanno metaforicamente da controcanto alle liriche.
Per cominciare, Tyler si vede camminare addosso uno scarafaggio, che poi ingoia, mangiandolo, e quindi finisce col vomitare. Sulla sua mano sinistra compare la parola Kill, assieme alla Croce di San Pietro, simbolo tradizionalmente collegato all’anti-clericalismo. Poi Tyler si spoglia, il suo naso comincia a sanguinare, e le sue pupille diventano tutte nere. Per finire, l’artista si toglie la vita appendendosi per il collo. Un modo certamente memorabile di lasciare il segno sulla scena musicale, e che vedrà poi del resto parecchi seguiti.