Francesco Guccini il prossimo 14 di giugno compirà la bellezza di 80 anni. In una recente intervista col Corriere della Sera ha raccontato molto della sua vita, partendo dall’infanzia cresciuta con genitori anafettivi fin ad arrivare alla sua idea di politica. Il cantante di Pavena è da sempre un pensatore di sinistra ed anche di recente ha ribadito questo concetto, attraverso la pubblicazione di una versione modificata di Bella Ciao che non è andata giù alla classe politica di destra italiana e, in particolare, a Giorgia Meloni. In particolare, Guccini ha affermato di non essere comunista e di non esserlo mai stato.
Non sono mai stato comunista. Tutti credono che lo sia; ma non è vero. Anche Igor Taruffi, il consigliere regionale di Liberi e Uguali cui ho dato due volte l’endorsement, era convinto che fossi comunista; quando gli ho rivelato la verità ci è rimasto malissimo. Mi viene da dire, come a quei razzisti che sostengono di avere molti amici di colore, che ho molti amici comunisti. Ma lo stalinismo non poteva piacere a uno come me: libertario, azionista. I miei eroi sono i fratelli Rosselli e Duccio Galimberti, che in realtà si chiamava Tancredi: Tancreduccio. Semmai, lo dico con grande ritegno, mi sentivo anarcoide. Avvertivo il fascino dell’anarchia, dal punto di vista romantico più che reale