Il Signore degli Anelli: tutto sulla saga cinematografica di Peter Jackson

Il Signore degli Anelli è una delle più grandi ed importanti saghe cinematografiche di sempre. Ecco un articolo su tutto quello che c'è da sapere sulla trilogia di Peter Jackson e le differenze con le opere di Tolkien

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Il Signore degli Anelli – La Compagnia dell’Anello (2001)

Il Signore Degli anelli - La compagnia dell'anello
particolare della locandina de Il Signore Degli anelli – La compagnia dell’anello

Il primo capitolo della trilogia, La Compagnia dell’Anello esce nel 2001. Jackson, da sempre fan della saga ed ispirato dal film d’animazione di Bakshi, è anche co-sceneggiatore insieme alla moglie Fran Walsh.

La pre-produzione è avviata nel 1997 e data l’imponenza del progetto durò quasi 3 anni. Le riprese del film cominciarono nell’ottobre 1999 e terminarono a fine 2000. Il film condivise le riprese con il secondo capitolo: Le Due Torri.

Il film vincerà ben 4 premi Oscar: miglior fotografia, miglior trucco, migliori effetti speciali e miglior colonna sonora.

Trailer

La trama

Nella Contea, la terra degli Hobbit, si preparano a festeggiare il 111° compleanno di Bilbo Baggins. Bilbo possiede un anello magico, ottenuto ormai parecchi anni prima in un’avventura con Gandalf, ma non immagina certo che presto dalla sua distruzione dipenderà il destino dell’intera Terra di Mezzo.

Frodo, insieme al fido compagno Sam, partirà in una missione per sconfiggere una volta per tutte l’Oscuro signore Sauron distruggendo l’Anello sul Monte Fato e riportare la pace nella Terra di Mezzo.

Sceneggiatura

Jackson e Walsh lavorano a più stesure della sceneggiatura prima di arrivare a quella definitiva. Il primo capitolo ha il dovere di introdurre lo spettatore nel mondo sconfinato della Terra di Mezzo, compito di certo non facile. Per questo Jackson inserisce un prologo assente nel libro, dove una voce narrante racconta dell’origine e del destino dell’anello negli anni della Terza Era, quella attuale.

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Veniamo così a conoscenza che l’anello è in possesso di Bilbo, che l’ha sottratto (anche se il film resta vago sul come) a Gollum. Un evento raccontato da Tolkien ne Lo Hobbit, anticipato qui per necessità.

Scelta importante è anche quella di eliminare ben due capitoli rispetto al libro, ovvero quelli relativi all’incontro con Tom Bombadil. Il personaggio è stato probabilmente ritenuto troppo complicato e lungo da trasporre, il che avrebbe inficiato forse troppo sul ritmo del film.

Effetti speciali e scenografia

Grande clamore fecero all’epoca dell’uscita gli effetti speciali, fino ad allora mai così imponenti e realistici. Realizzati dalla Weta Digital, fondata dallo stesso Jackson, furono avanguardistici e veramente ben integrati nel film.

Altro elemento che salta subito agli occhi degli appassionati e non della saga è la cura estrema nella scenografia. Jackson ha scelto di girare il film nella Nuova Zelanda dopo un impressionante lavoro per trovare le location migliori. La ricostruzione degli ambienti è certosina, ed è impressionante l’accuratezza con cui è stata riprodotta Hobbiville, la città degli hobbit.

Il regista neozelandese volle al suo fianco, per il character design e la scenografia due illustratori ben noti nel mondo Tolkeniano. Alan Lee e John Howe collaborarono per l’intera trilogia.

Cast

Cast stellare quello di cui dispone Peter Jackson: Elijah Wood (Frodo Baggins), Sean Astin (Sam Gamgee), Ian McKellen (Gandalf), Viggo Mortensen (Aragorn/Granpasso), Sean Bean (Boromir), Orlando Bloom (Legolas), John Rhys-Davies (Gimli), Billy Boid (Peregrino Tuc), Dominic Monaghan (Meriadoc Brandibuc), Christopher Lee (Saruman), Hugo Weaving (Elrond), Liv Tyler (Arwen), Cate Blanchett (Galadriel)

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Recensione

Condurre lo spettatore all’interno dello sconfinato mondo di Tolkien non è di certo impresa facile. Il primo film della trilogia di Jackson riesce a farlo in maniera ordinata, con un primo atto introduttivo che ci fa calare perfettamente nella Contea alla scoperta dell’anello del potere. L’azione è sicuramente meno presente rispetto ai capitoli successivi, ma questo non inficia assolutamente né sul ritmo né sulla qualità generale del film.

Le differenze con il romanzo ci sono e forse sono maggiori rispetto al resto della trilogia, ma sono in gran parte condivisibili. Nel complesso il lavoro di adattamento operato da Jackson è forse davvero quanto di meglio si potesse fare viste le difficoltà oggettive a cui è andato incontro.

Il livello di qualità e di cura dei dettagli nella CGI è veramente ammirevole, tanto da essere ancora perfettamente credibile quasi vent’anni dopo. Allo stesso modo tutto il comparto visivo è estremamente spettacolare, evidenziando l’aspetto bucolico della Contea quanto l’epicità di luoghi come Granburrone, Moria e Lothlorién.

Un’eccellente introduzione dunque ad uno degli universi narrativi più ampi mai creati, la cui lunga durata (così come per gli altri capitoli) non rende affatto pesante il film. Operazione dunque riuscita appieno, che ha saputo tradurre le alte aspettative in realtà.