Illustratore e autore di libri per l’infanzia, pittore e scenografo, Tinin Mantegazza, a 89 anni si è spento in serata all’ospedale Bufalini di Cesena. L’autore si trovava nella sua casa a Cesenatico quando è stato portato d’urgenza in ospedale a causa di un malore sopraggiunto.
Tinin Mategazza viene ricordato per aver inventato le “telefiabe” e soprattutto il pupazzo Dodò, protagonista della storica trasmissione per bambini della Rai, L’albero azzurro, che proprio quest’anno festeggia il trentennale. L’artista ha segnato la cultura italiana dal secondo dopoguerra in poi con le sue invenzioni.
La carriera di Tinin Mantegazza
Nacque a Varazze (Savona) il 20 febbraio 1931 ma passò la sua infanzia a Milano coltivando la passione per il disegno. Nel 1950 fu invitato dal direttore del “Corriere dei Piccoli“, Giovanni Mosca, a pubblicare le sue prime illustrazioni. Due anni dopo espose una serie di disegni alla Galleria San Fedele di Milano. Nel 1957, sempre a Milano, aprì una piccola galleria, La Muffola, dove mostre di artisti come Luzzati, Pericoli, Rossello, venivano affiancate ad esibizioni di attori e cantanti come Jannacci, Gaber, Poli, Cochi e Lauzi. Nel 1964 Tinin Mantegazza fonda a Milano il cabaret “Cab ’64“, dopo un lungo percorso artistico nel mondo del teatro d’animazione con la moglie Velia.
L’artista ha creato più di duemila pupazzi teatrali e televisivi durante tutta la sua carriera e ha collaborato per oltre 18 anni in Rai con Enzo Biagi. Mantegazza aveva a cuore il teatro perragazzi e fondò nel 1977 l’Astra (Associazione Teatro Ragazzi) e nel 1978 la compagnia milanese Il Teatro del Buratto.
Scrisse dei libri per bambini, tra i quali “La storia di Rosanna detta Cappuccetto Rosso” e “I tre porcellini e il lupo puzzone“.
Tra tv, animazione e organizzazione teatrale, Mategazza ha saputo destreggiarsi con disinvoltura lasciando il suo segno nel mondo dell’arte e dello spettacolo.
