4. Una storia moderna – L’ape regina, Marco Ferreri (1963)
Non si fa scrupoli invece nel mettere in scena il desiderio sessuale, tanto da essere stato vittima di censura, Marco Ferreri in L’ape regina. Chi scrive, aveva già visto il film durante il Cinema Ritrovato, sempre a Bologna, sul grande schermo e in versione restaurata. Che magnificenza! Ferreri non è interessato tanto alle contingenze sociali quanto a temi più universali, sui quali riversa il suo nichilismo con fare profondamente grottesco, ma ironico. L’ape regina è un film dai tratti bunueliani che porta alle estreme conseguenze l’espressione di un desiderio sessuale libero ed emancipato di una donna. L’ape regina di cui parla il titolo finisce per sfinire fisicamente e mentalmente il marito, emblema dell’uomo borghese che finisce per essere vittima di Ferreri. Ma proprio la forte satira al perbenismo e al puritanesimo borghese costarono al film la censura in Italia.
5. Dramma della gelosia (Tutti i particolari in cronaca), Ettore Scola (1970)
L’altra faccia della borghesia è mostrata invece in Dramma della gelosia (Tutti i particolari in cronaca) di Ettore Scola. Il regista, raggiunta una piena maturità , mette in scena uno sgangherato trio di personaggi che cerca di stabilire una grottesca relazione. Oreste in particolare è un personaggio disilluso dalle belle promesse e le false speranze della società italiana all’indomani del boom economico. E per questo finisce col diventare un poveraccio, fornendo a Scola il pretesto di parlare di una sottocultura, o meglio una cultura parallela. E dalla sottocultura Scola prende il linguaggio per sviscerare e mettere a nudo le frustrazioni in seno alla società finendo per esserne la vittima. Non è un caso che Scola utilizzi uno stile da rotocalco, in cui i personaggi si rivolgono alla telecamera come ad un giudice, nella ricerca di assoluzione.