E dio solo sa se ne abbiamo bisogno, ora più che mai, di affrontare questa vita amara con ironia e umorismo. Questa forzata quarantena sta risultando insopportabile per i più; per quelli che come noi sono insofferenti a restare isolati tra le mura di casa. Ognuno sta affrontando la situazione al meglio, chi si è improvvisato scrittore, chi pittore e chi sportivo o ancora cuoco. Ma tra tutti questi uomini nuovi, che hanno trovato linfa vitale nella clausura, ci siamo noi: degli inguaribili pigri. E cosa può fare un pigro, appassionato di musica e di cinema, se non ascoltare tanta musica e guardare tanto cinema? Così, quasi due mesi sono passati ad ascoltare dischi vecchi e nuovi e spulciare il catalogo di Amazon Prime; dio benedica Amazon Prime! Proprio lì, tra l’insofferenza e il torpore quotidiano, abbiamo trovato la soluzione per alleviare il nostro malessere: la commedia all’italiana!
L’esperienza di chi scrive, cioè il sottoscritto, cioè io
Non solo commedia all’italiana, chiaramente, la mia è una fame di cinema onnivora; ma dai maestri del cinema italiano ho adottato la giusta prospettiva. Ricordo ancora il momento esatto in cui mi sono innamorato perdutamente della commedia all’italiana, che forse fino ad allora avevo ingiustamente e stupidamente snobbato. Ero a Bologna, ci ho fatto l’università, ed in piazza Maggiore, tra tantissima gente, sullo schermo de Il Cinema Sotto le Stelle proiettavano Amici Miei. E io non riuscivo neanche a ridere, lo ricordo, talmente ero soggiogato dalla poesia e dalle amare riflessioni sulla vita di Monicelli e Pietro Germi. Come riusciva Monicelli a nascondere dietro le zingarate di cinque poveri amici tanto mal di vivere, o meglio il voler evadere da quel mal di vivere? E ho capito che le risate e le beffe della commedia all’italiana servivano a ridere e rendere tollerabile un profondo malessere, perché bisogna riderne. Ma allora ridiamo!