“La violenza non è quella che si vede al cinema. Nella vita fa male. Fa ma-le. E non deve appartenere ai nostri orizzonti. Mai. E per nessun motivo.” – Harvey Keitel
La generazione dell’Actors Studioha fiorito alcuni dei più grandi attori americani di sempre. La compagnia fondata a fine anni quaranta da Elia Kazan (Sul Fronte del Porto, Un Tram Chiamato Desiderio) ha infatti lanciato la carriera di attori quali Marlon Brando, Robert De Niro e Dustin Hoffman.
Anche le interpretazioni non furono più le stesse: con l’introduzione e la diffusione del metodo Stanislavskij nella recitazione cinematografica, il cinema americano fu rivoluzionato per sempre.
Tra i protagonisti di spicco dell’ondata di questa scuola troviamo sicuramente Harvey Keitel, method actor di notevole profondità e in piena concordanza con gli stilemi della nuova Hollywood.
Uno di quelli che recitano con gli occhi. Solitamente associato ai suoi lavori con Martin Scorsese (appare anche nel recente The Irishman, date un’occhiata alla nostra recensione del film) l’attore di Brooklyn ha avuto fino ad oggi una carriera densa e alquanto proficua. Ripercorriamone quindi i principali sviluppi.
Vita e Carriera di Harvey Keitel
L’Infanzia
Harvey Keitel è nato a Brooklyn da una famiglia ebraica di origini est-europee. I genitori possedevano un bar, ma suo padre era anche cappellaio. Dopo un’infanzia non delle più tranquille nella dura New-York di classe operaia, entra nella marine a soli sedici anni.
Una decisione che lo porterà in Libano durante l’Operation Blue Bat del ’58. Una volta tornato in america, prima di entrare nell’Actors Studio, lavora per un breve periodo come stenografo nei tribunali.
Gli Inizi
I suoi studi di recitazione e l’inizio della sua carriera procedono per lo più parallelamente. Allievo dei leggendari Stella Adler e Lee Strasberg, durante la sua permanenza all’Actors Studio comincia a far provini per Martin Scorsese.
Il regista lo sceglie come protagonista per il suo film Who’s That Knocking at My Door (1967), e successivamente nel film-consacrazione del regista, Mean Streets(1973), in cui interpreta Charlie Cappa, un giovane diviso tra il suo devoto cattolicesimo e le sue illecite attività mafiose.
Le collaborazioni con Scorsese segnano gran parte degli anni settanta per l’attore, che recita in Alice non abita più qui (1974) e nell’iconico Taxi Driver (1976), entrambe accanto a Robert De Niro.
In Taxi Driver interpreta Sport, il pappone di Iris (Jodie Foster). Durante il suo lavoro al film conosce lo sceneggiatore Paul Schrader, la cui opera di debutto Blue Collar (1977) vedrà Keitel recitare insieme al comico Richard Pryor.
Sarà anche co-protagonista negli esordi di Ridley Scott e James Tobak, rispettivamente nei film I duellanti (1977) e Fingers (1978).
Il regista ha spiegato numerose volte che la decisione venne da una generale insoddisfazione nella sua performance, che non si adattava alla peculiarità di osservatore passivo, fondamentale secondo Coppola per far funzionare il personaggio.
Gli anni ’80
Nel corso degli anni ottanta Keitel è relativamente assente dalle scene, per lo più comparendo in ruoli stereotipicamente mafiosi, rimanendo comunque attivo in ambito teatrale. Tra i progetti di spicco a cui lavora in questo periodo vi sono il poliziesco Copkiller (1983), il dramma romantico Falling in love (1984), con Bob De Niro e Meryl Streep, e Wise Guys, una mobster comedy di Brian de Palma, in cui recita accanto a Danny DeVito e Joe Piscopo.
A fine anni ottanta torna a lavorare con Martin Scorsese nella controversa riflessione sulle brame materialistiche di Gesù, L’Ultima Tentazione di Cristo (1988), in cui veste i panni di Giuda Iscariota accanto al superbo (è doveroso ricordarlo) William Dafoe.
Gli anni ’90 e una nuova svolta
La decada pre-mileniale segna per l’attore di Brooklyn una svolta importante. A partire dalla sua interpretazione di Mickey Cohen in Bugsy (1991) – che gli vale una nomination all’Oscar come miglior attore non protagonista – e quella di Mr. White ne Le Iene di Tarantino, Keitel inizia a scegliere i suoi ruoli con più cura.
Si focalizza nel mostrare a pieno la sua versatilità, spesso donando una profondità psicologica ai suoi personaggi che fino a quel momento non aveva ancora raggiunto del tutto.
Emblematico è il caso di Il Cattivo Tenente (1992). Nel film di Abel Ferrara, Keitel interpreta un poliziotto allo sbando mentale, in preda alla droga e alla depressione, che cerca in qualche modo di trovare un canale redentivo.
La sua performance nel film è stata da subito acclamata dalla critica ed è tutt’ora considerata come il miglior esempio delle qualità recitative dell’attore. Roger Ebert, Il famoso critico del Chicago Sun Times, parlando del film di Ferrara, si è espresso in tal modo:
“Harvey Keitel interpreta questo personaggio con un’onestà talmente senza compromessi, che la sua recitazione si può solo definire coraggiosa […] ci ha regalato una delle più grandi performance degli ultimi anni.” – Chicago Sun Times, 22 gennaio 1993.
Sempre nel ’93, recita accanto a Holly Hunter nel dramma d’epoca neozelandese The Piano, film che vide inoltre la giovanissima Anna Paquin (11 anni all’epoca) portarsi a casa una statuetta come miglior attrice non protagonista.
Nel 1994 interpreta l’ormai iconicoWinston “The Wolf” Wolfe, il problem solver che aiuta Vincent e Jules a sbarazzarsi del cadavere di Marvin, in Pulp Fiction.
Lavora poi con Spike Lee nel film Clockers (1995) ed è uno dei protagonisti dello stravagante Dal Tramonto all’Alba (1996). Nel ’97 appare insieme a Sylvester Stallone e Robert De Niro nel crime dramaCop Land.
A fine millennio incrocia anche la strada di Stanley Kubrick. Keitel era stato preso per interpretare il fortuito capo del personaggio di Tom Cruise nella swansong del regista,Eyes Wide Shut (1999) ma venne rimpiazzato da Sydney Pollack.
Il motivo fu di natura conflittuale con Kubrick, che portò l’attore a lasciare il set infuriato, dopo essere stato costretto a rigirare la stessa scena un numero improponibile di volte (secondo Keitel).
Sempre nello stesso anno produce e recita nel capolavoro di Tony Bui, Tre Stagioni. Il film è una poetica riflessione sul Vietnam post-bellico, in preda alle difficoltà di un’ineluttabile occidentalizzazione.
Carriera Recente
Nel 2002, al ventiquattresimo festival internazionale di Mosca, gli viene riconosciuto il Premio Stanislavskij, per i suoi traguardi e la sua devozione al metodo del maestro russo.
Nel 2008 interpreta Jerry Springer, nel musical inglese Jerry Springer: The Opera. La pièce, scritta dal genio comico Stewart Lee, con i suoi temi religiosi affrintati in maniera politicamente scorretta, ha avuto in Inghilterra un riscontro simile (nel suo piccolo) a l’Ultima Tentazione di Cristo, con gruppi cattolici infuriati che professavano boicottaggi di massa.
Harvey Keitel ha ripreso di recente alcuni dei suoi ruoli più famosi in ambito pubblicitario. Dal 2014 lavora infatti nella campagna pubblicitaria della compagnia inglese di assicurazioni, Direct Line, vestendo i panni di Wiston Wolfe di Pulp Fiction.
Nel 2019 ha recitato nell’acclamato film The Painted Bird di Václav Marhoul, presentato in anteprima al Festival di Venezia.
Vita Privata
Dopo un matrimonio lungo un decennio (1982-1993) finito in litigio custiodiale con l’attrice Lorraine Bracco, si risposa nel 2001 con l’attrice canadese Daphna Kastner.
Ha tre figli: Stella (nata da Bracco), Hudson (da una breve relazione con Lisa Karmazin) e Roman (figlio di Kastner). Harvey Keitel è anche il padrino del figlio di Michael Madsen.
Filmografia
Film con Harvey Keitel
Riflessi in un occhio d’oro (Reflections in a
Golden Eye), regia di John Huston (1967) – comparsa, non accreditato
Chi sta bussando alla mia porta (Who’s That
Knocking at My Door), regia di Martin Scorsese (1967)
Mean Streets – Domenica in chiesa, lunedì
all’inferno (Mean Streets), regia di Martin Scorsese (1973)
Alice non abita più qui (Alice Doesn’t Live Here
Anymore), regia di Martin Scorsese (1974)
That’s
the Way of the World, regia di Sig Shore (1975)
Taxi Driver, regia di Martin Scorsese (1976)
Codice 3: emergenza assoluta (Mother, Jugs &
Speed), regia di Peter Yates (1976)
Buffalo
Bill e gli indiani (Buffalo Bill and the Indians, or Sitting Bull’s History
Lesson), regia di Robert Altman (1976)
Welcome to L.A., regia di Alan Rudolph (1976)
I duellanti (The Duellists), regia di Ridley
Scott (1977)
Tuta blu (Blue Collar), regia di Paul Schrader
(1978)
Rapsodia per un killer (Fingers), regia di James
Toback (1978)
Io, grande cacciatore (Eagle’s Wing), regia di
Anthony Harvey (1979)
La morte in diretta (La Mort en direct), regia
di Bertrand Tavernier (1980)
Saturno 3 (Saturn 3), regia di Stanley Donen
(1980)
Il lenzuolo viola (Bad Timing), regia di Nicolas
Roeg (1980)
Frontiera (The Border), regia di Tony Richardson
(1982)
Il mondo nuovo (La Nuit de Varennes), regia di
Ettore Scola (1982)
Copkiller (L’assassino dei poliziotti), regia di
Roberto Faenza (1982)
Star’s
Lovers (Exposed), regia di James Toback (1983)
Une pierre dans la bouche, regia di Jean-Louis
Leconte (1983)
Innamorarsi (Falling in Love), regia di Ulu
Grosbard (1984)
Il sogno di Nemo e Alice (Dream One), regia di
Arnaud Sélignac (1984)
Un complicato intrigo di donne, vicoli e
delitti, regia di Lina Wertmüller (1985)
El caballero del dragon, regia di Fernando
Colomo (1985)
Un poliziotto fuori di testa (Off Beat), regia
di Michael Dinner (1986)
Cadaveri e compari (Wise Guys), regia di Brian
De Palma (1986)
Club di uomini (The Men’s Club), regia di Peter
Medak (1986)
La sposa americana, regia di Giovanni Soldati
(1986)
L’inchiesta, regia di Damiano Damiani (1986)
Vicolo cieco (Blindside), regia di Paul Lynch
(1986)
Ehi…
ci stai? (The Pick-up Artist), regia di James Toback (1987)
Grandi cacciatori, regia di Augusto Caminito
(1988)
L’ultima tentazione di Cristo (The Last
Temptation of Christ), regia di Martin Scorsese (1988)
Caro Gorbaciov, regia di Carlo Lizzani (1988)
Un
detective… particolare (The January Man), regia di Pat O’Connor (1989)
Due occhi diabolici, episodio Il gatto nero,
regia di Dario Argento e George A. Romero (1990)
Il grande inganno (The Two Jakes), regia di Jack
Nicholson (1990)
La battaglia dei tre tamburi di fuoco (La
batalla de los Tres Reyes), regia di Souheil Ben-Barka e Uchkun Nazarov (1990)
L’ombra del testimone (Mortal Thoughts), regia
di Alan Rudolph (1991)
Thelma & Louise, regia di Ridley Scott
(1991)
Bugsy, regia di Barry Levinson (1991)
Le iene (Reservoir Dogs), regia di Quentin
Tarantino (1992)
Sister Act – Una svitata in abito da suora
(Sister Act), regia di Emile Ardolino (1992)
Il cattivo tenente (Bad Lieutenant), regia di
Abel Ferrara (1992)
Nome in codice: Nina (Point of No Return), regia
di John Badham (1993)
Lezioni di piano (The Piano), regia di Jane
Campion (1993)
Sol levante (Rising Sun), regia di Philip
Kaufman (1993)
Occhi di serpente (Dangerous Game), regia di
Abel Ferrara (1993)
Young
Americans (The Young Americans), regia di Danny Cannon (1993)
Il mio amico zampalesta (Monkey Trouble), regia
di Franco Amurri (1994)
Pulp Fiction, regia di Quentin Tarantino (1994)
Somebody to Love – Qualcuno da amare (Somebody
to Love), regia di Alexandre Rockwell (1994)
Crimini immaginari (Imaginary Crimes), regia di
Anthony Drazan (1994)
Smoke, regia di Wayne Wang (1995)
Blue
in the Face, regia di Paul Auster e Wayne Wang (1995)
Lo sguardo di Ulisse (Το Βλέμμα του Οδυσσέα),
regia di Theo Angelopoulos (1995)
Clockers, regia di Spike Lee (1995)
Get Shorty, regia di Barry Sonnenfeld (1995) –
cameo, non accreditato
Dal tramonto all’alba (From Dusk Till Dawn),
regia di Robert Rodriguez (1996)
Acque
profonde (Head Above Water), regia di Jim Wilson (1996)
La spirale della vendetta (City of Industry),
regia di John Irvin (1997)
Cop
Land, regia di James Mangold (1997)
Favole (FairyTale: A True Story), regia di
Charles Sturridge (1997)
Il profumo di un giorno d’estate (Shadrach),
regia di Susanna Styron (1998)
Lulu on the Bridge, regia di Paul Auster (1998)
Finding
Graceland, regia di David Winkler (1998)
Il mio West, regia di Giovanni Veronesi (1998)
Tre stagioni (Three Seasons), regia di Tony Bui
(1999)
Presence of Mind, regia di Antoni Aloi (1999)
Holy Smoke – Fuoco sacro (Holy Smoke), regia di
Jane Campion (1999)
U-571, regia di Jonathan Mostow (2000)
L’estate della tua vita (Prince of Central Park),
regia di John Leekley (2000)
Vipera, regia di Sergio Citti (2000)
Little Nicky – Un diavolo a Manhattan (Little
Nicky), regia di Steven Brill (2000)
Nailed, regia di Joel Silverman (2001)
La zona grigia (The Grey Zone), regia di Tim
Blake Nelson (2001)
A torto o a ragione (Taking Sides), regia di
István Szabó (2001)
Nowhere, regia di Luis Sepúlveda (2002)
Ginostra, regia di Manuel Pradal (2002)
Red Dragon, regia di Brett Ratner (2002)
Beeper,
regia di Jack Sholder (2002)
Crime Spree – In fuga da Chicago (Crime Spree),
regia di Brad Mirman (2003)
Il mistero Galindez (The Galindez File), regia
di Gerardo Herrero (2003)
Dreaming
of Julia (Cuba Libre), regia di Juan Gerard (2003)
Puerto Vallarta (Puerto Vallarta Squeeze), regia
di Arthur Allan Seidelman (2004)
Il mistero dei Templari – National Treasure
(National Treasure), regia di Jon Turteltaub (2004)
Il ponte di San Luis Rey (The Bridge of San Luis
Rey), regia di Mary McGuckian (2004)
Be Cool, regia di F. Gary Gray (2005)
Vengo a prenderti (The Shadow Dancer), regia di
Brad Mirman (2005)
Valzer finale per un killer (One Last Dance),
regia di Max Makowski (2006)
A Crime, regia di Manuel Pradal (2006)
Il mercante di pietre, regia di Renzo Martinelli
(2006)
My
Sexiest Year, regia di Howard Himelstein (2007)
Il mistero delle pagine perdute – National
Treasure (National Treasure: Book of Secrets), regia di Jon Turteltaub (2007)
The Ministers – Giustizia privata (The
Ministers), regia di Franc. Reyes (2009)
Wrong
Turn at Tahoe – Ingranaggio mortale (Wrong Turn at Tahoe), regia di Franck
Khalfoun (2009)
Guida alla morte per principianti (A Beginner’s
Guide to Endings), regia di Jonathan Sobol (2010)
Vi presento i nostri (Little Fockers), regia di
Paul Weitz (2010)
The
Last Godfather, regia di Hyung-rae Shim (2010)
Moonrise
Kingdom – Una fuga d’amore (Moonrise Kingdom), regia di Wes Anderson (2012)
The Congress, regia di Ari Folman (2013)
Grand
Budapest Hotel (The Grand Budapest Hotel), regia di Wes Anderson (2014)
Rio, eu te amo, registi vari (2014)
Youth – La giovinezza, regia di Paolo Sorrentino
(2015)
Gandhi
of the Month, regia di Kranti Kanade (2015)
The Ridiculous 6, regia di Frank Coraci (2015)
The Comedian, regia di Taylor Hackford (2016)
Lies We Tell – Verità pericolose (Lies We Tell),
regia di Mitu Misra (2017)