Ian Anderson, storico cantante, flautista e leader dei Jethro Tull, è gravemente amalato
Parliamo di Ian Anderson, uno dei grandi eroi del rock progressivo anni ’70: leader storico dei Jethro Tull, una delle più forti realtà del genere, e penna principale della band, il cantante viene sempre ricordato per il suo ruolo come flautista. Da Living in the Past ad Aqualung e fino al super-classico Thick As a Brick (1972), la figura del cantante è sempre stata centrale nella scena progressive britannica. Oggi, a 72 anni di età, però, le cose cominciano a complicarsi. Decadi di spettacoli e di musica cominciano a fare sentire il suo peso, e l’insorgere, negli ultimi anni, di una malattia polmonare incurabile, sta mettendo a dura prova la resistenza dell’artista.
La Chronic Obstructive Pulmonary Disease (COPD), in italiano chiamata Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva, è la condizione sviluppata da Anderson: la perdita di capacità dei polmoni di fornire sufficiente ossigeno. La malattia, complicata dallo sviluppo occasionale di numerose bronchiti, viene collegata da Anderson all’esposizione decennale alle macchine del fumo, utilizzate fin dagli anni ’70 per generare “atmosfera” sul palcoscenico durante i concerti rock. Anderson, che si trova al momento ovviamente sotto farmaci, asserisce di avere “i giorni contati”, ma dice anche: “Se rimango in un’area ragionevolmente non inquinata, in termini di qualità dell’aria, sto bene. Non sono ancora al punto di veder cambiata la mia vita quotidiana. Posso ancora correre per prendere l’autobus”.