Progettare videogame per lavoro, “vivere” un videogame per sopravvivere. La dura vita di Daniel Radcliffe in Guns Akimbo che dovrà vedersela con una folle Samara Weaving, nei panni di Nix, per sopravvivere. Ecco la nostra recensione del film diretto da Jason Lei Howden per Amazon Prime Video.
Trama
Un commento di troppo nei social rompe la monotonia nella vita del nerd Miles (Daniel Radcliff), un programmatore di videogame. Adesso avrà ventiquattro ore di tempo per uccidere Nix o venire ucciso. Nessuna via di mezzo.
Guns Akimbo, la recensione
“Mors tua, vita mea”, dicevano i latini. Una giornata di ordinaria follia che si insinua nella monotona vita di un nerd qualsiasi che, dopo un commento di troppo, si trova a dover fronteggiare una femme decisamente fatal. Un videogame completamente interattivo dove per vivere devi uccidere il tuo avversario. Un survival completamente reale dove non c’è alcun anfiteatro ad ospitare il combattimento tra gladiatori contemporanei. Brevemente, Skizm.
C’è la rete, il web, il foro 2.0 dove, comodamente da casa, ci si può sollazzare e soddisfare la pulsione voyeur insita in noi. Ma cosa accade se un “troll di livello master”, come si definisce il protagonista Miles, venisse preso sul serio. Insulto dopo insulto, flame dopo flame, Riktor lo va a prendere a casa. Ecco quindi che il tipico leone da tastiera dovrà concretizzare quanto da lui detto e partecipare a Skizm.
Avversaria di Daniel Radcliffe, Samara Weaving, vista e apprezzata nel geniale Finché Morte Non Ci Separi. Tra canini d’oro, cocaina e cattive intenzioni, ecco che la campionessa di Skizm, Nix, dovrà abbattere il suo ennesimo nemico. A dirigere questa delirante orchestra, tra action e comedy, troviamo il regista di Deathgasm, Jason Lei Howden, che tra colori al neon, rallenty e soundtrack anni ’80 ci regala un film dove non si respira un attimo. Un’ora e mezza dove seguiamo una serie di vicende improbabili che scavalcano il limite dell’assurdo. Non lesina con la violenza, tantomeno con battutacce rivisitate (“suck my clit” dovrebbe rimanere nella storia).
Attingendo a piene mani dall’estetica del videogame, Guns Akimbo rispetta ogni suo intento, oscillando tra distopia e realtà portata ai massimi estremi. Anche a costo di scadere in un’autoparodia che stappa più di qualche sorriso, nonostante le riflessioni sociali lasciate sullo sfondo e abbastanza stucchevoli. Fortunatamente però, Howden le lascia lì, senza mai approfondirle. Anche perché non è certo Guns Akimbo il luogo adatto per discutere di distopia ed uso della tecnologia.
L’unico problema forse è riscontrabile un finale ampiamente prevedibile ma in fin dei conti coerente con quanto si vede. Non c’è la volontà di regalare riflessioni, ma solamente di far divertire divertendosi. E si vede. Il duo funziona alla perfezione, soprattutto il nostro Harry Potter che sembra aver trovato in questo genere di film una comfort zone ideale per uscire dal ruolo che l’ha incatenato per anni e anni.
Qualche immagine rilasciata poco prima dell’uscita del film, già aveva dato il sentore che Guns Akimbo non è un film come tutti gli altri. Rubando qua e là dai vari generi, il film scorre veloce in un turbinio pulp che sa come far divertire lo spettatore.