The Last Dance: tutti gli aneddoti migliori su Michael Jordan e i Bulls

The Last Dance è il documentario che racconta l'ultima annata di Michael Jordan ai Chicago Bulls. Ecco gli aneddoti più curiosi raccontati.

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Curiosità: Gli aneddoti migliori raccontati in The Last Dance

Abbiamo deciso di riportarvi alcuni degli aneddoti migliori che i protagonisti ci hanno raccontato. Questa scelta è dovuta al fatto che la storia sportiva è oltremodo nota. Se avete curiosità nel conoscerla nel dettaglio, vi consigliamo di vedervi ogni puntata. Tuttavia, queste storie che vi proponiamo possono essere apprezzate sia da chi ama il basket e lo show, sia da chi non ha interesse nel vederlo, ma vuole comunque conoscere qualche aneddoto extra campo riguardante una delle compagini sportive più chiacchierate della storia. Fatta questa rapida, ma doverosa precisazione, iniziamo.

Dennis Rodman e la sua fuga a Las Vegas

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Credits: Youtube/Carmen Electra on Dennis Rodman | Where Are They Now | Oprah Winfrey Network/OWN

Dennis “The Worm” Rodman è senza dubbio il personaggio più controverso del roster dei Bulls della stagione 1997-1998. Quasi sempre sopra le righe, con acconciature e tatuaggi estremi, ed un modo di porsi scostante e spesso antipatico. Eppure, Rodman è stato il miglior rimbalzista che il basket abbia mai conosciuto. Per sua stessa ammissione, Il Verme studiò tutte le varie rotazioni possibili che la palla faceva in base al giocatore che lasciava partire il tiro, per calcolare la traiettoria esatta di rimbalzo. Inoltre, Rodman era un difensore eccezionale, uno dei membri di quei Bad Boys che portarono 2 titoli a Detroit, lasciando non pochi lividi sia nel corpo che nell’orgoglio di Michael Jordan (ne parleremo a breve).

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Rodman trovò in Phil Jackson, allenatore portavoce della filosofia zen e pellerossa nel basket, un perfetto mentore e maestro di vita. Jackson sapeva gestire la follia di Rodman col bastone ma anche con molta carota, poiché sapeva che doveva tenere alta l’altalenante motivazione del suo numero 91 . Durante la stagione alla quale è dedicato il documentario, l’allenatore accordò a Rodman un permesso speciale di 48 ore per una vacanza a Las Vegas, nonostante Jordan nutrisse forti dubbi sul lasciare un personaggio del genere libero nella città del peccato.

Rodman sparì per quei 2 giorni e finì a festeggiare la temporanea libertà con Carmen Electra, con la quale ebbe anche un matrimonio di 8 giorni. Scadute le 48 ore, del Verme non c’era traccia e quindi Michael Jordan salì sul primo aereo, bussò alla camera d’albergo della ragazza e riportò Rodman “per un orecchio” fino a Chicago. Jackson alla fine ebbe ragione perché Rodman, i cui numeri erano in picchiata prima della vacanza, tornò con un’altra intensità aiutando molto i Bulls ad arrivare al titolo.

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