20 curiosità su E.T. l’extra-terrestre che (forse) non conoscevate

Film diretto da Steven Spielberg nel 1982, E.T. l'extra-terrestre è un classico senza tempo. Scopriamo insieme alcune curiosità su questo capolavoro della fantascienza

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5) “You shall not pass!”

Per paura di indiscrezioni e di possibili spoiler (anche se all’epoca la parola non esisteva nemmeno con questo significato), il set di E.T. l’extra-terrestre era blindatissimo. Il  film fu addirittura inizialmente chiamato con un altro nome, A boy’s life, proprio per sviare i sospetti che si trattasse di un film su un piccolo alieno dalla testa grande.

Anche il compositore John Williams, che curò tutta la colonna sonora del film, dovette comporre le musiche senza vedere alcune scene o vedendone soltanto alcuni spezzoni provvisori. In seguito Spielberg dovette rimontare molte delle scene per permettere che combaciassero con la musica.

6) Italians do it better

Nonostante E.T. l’extra-terrestre sia ambientato in California e sia un film che ricalca i valori e la cultura statunitense dell’epoca, possiamo però affermare che sia in parte anche italiano.

Infatti il suo creatore è l’italiano Carlo Rambaldi (vincitore di ben tre Oscar per i migliori effetti speciali e padre di mostri del cinema come King Kong e Alien), lo stesso fenomenale artista che aveva già lavorato con Spielberg a Incontri ravvicinati del terzo tipo.

In questo caso, il regista di E.T. chiese a Rambaldi di creare un alieno che fosse sia infantile sia vecchio nello stesso tempo e che fosse molto brutto ma anche tenero in modo che il pubblico potesse simpatizzare per lui. Il regista voleva infatti che tutti lo amassero non perché era bello, ma perché ispirava tenerezza e amore.

L’ispirazione principale era arrivata da uno dei dipinti dell’Accademia di Belle Arti di Bologna, intitolato Donne del Delta, nella quale era rappresentato un personaggio raggrinzito con gambe tozze, collo lungo, testa oblunga e grandi occhi.

Oltre a questo, Spielberg fece studiare a Rambaldi anche le foto e i ritratti degli anziani vissuti durante la Grande Depressione, per riuscire a rendere ancora più realistico lo sguardo e l’aspetto del piccolo alieno.

La scena più famosa della storia del cinema

Anche la scena più famosa e iconica di tutto il film, cioè la sequenza in cui Elliott e E.T. volano sulla bicicletta al chiaro di luna, è stata ideata come omaggio all’Italia.

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Infatti Spielberg voleva ricordare una delle pellicole più amate e apprezzate dallo stesso regista: Miracolo a Milano del grandissimo Vittorio De Sica. La scena omaggiata è quella finale del volo sul Duomo di Milano.

 

Per girare questa scena, Spielberg e il suo staff hanno impiegato settimane per trovare il posto perfetto per filmare la luna tra gli alberi, mentre i due piccoli protagonisti sulla bicicletta sono stati aggiunti poi nella post-produzione.

In seguito la foto di questa sequenza divenne anche il logo della Amblin Entertainment, la compagnia di produzione fondata dallo stesso Spielberg nel 1981.

7) Un pupazzo che assomiglia ad Einstein

Steven Spielberg decise che il suo alieno protagonista del film dovesse essere alto almeno un metro, con piedi grandi sproporzionati rispetto al corpo, collo lungo e grandi occhioni. Doveva infatti assomigliare ad una tartaruga senza guscio, con gli occhi che evocavano tenerezza, mentre le fattezze di una tartaruga indicavano senza ombra di dubbio un bisogno di protezione.

Furono quindi assemblati numerosi modelli di E.T. che erano costituiti da uno scheletro di alluminio e ferro, ricoperti da strati di fibra, vetro, poliuretano e gomma.

Nella maggior parte delle scene del film, il nostro caro piccolo E.T. è un pupazzo meccanizzato con 87 punti di movimento di cui 10 solo nella testa. Le teste da montare sul corpo, in realtà, erano addirittura 4, una come animatrone e altre con espressioni dedicate.

“Fu difficile trovare la giusta rappresentazione di E.T., perché volevo qualcosa di speciale. Non volevo che sembrasse un alieno qualsiasi. Doveva essere qualcosa di anatomicamente diverso, in modo che il pubblico non pensasse che quello fosse un nano in una tuta.”

Nonostante questo, alcune scene sono state recitate da due attori affetti da nanismo, Pat Bilon e Tamara De Treaux, e da un ragazzino dodicenne nato senza gambe, Matthew DeMeritt. Al piccolo inteprete vennero affidate le scene in cui E.T. cammina in modo buffo e strano, per esempio quando si ubriaca per sbaglio bevendo della birra.

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Inoltre Carlo Rambaldi, per creare la fisionomia dell’extraterrestre più famoso del mondo, prese spunto da diversi volti di personaggi famosi mixati al muso di un carlino!

Le facce scelte dall’artista furono quelle dello scienziato Albert Einstein, dello scrittore Ernest Hemingway e del poeta Carl Sandburg. Gli occhi di E.T., invece, furono realizzati dell’Eye Institute di Jules Stein, mentre le mani furono opera di Caprice Roth, un mimo professionista.

Dopo più di tre mesi di lavoro e un costo complessivo di un milione e mezzo di dollari, il pupazzo di E.T. era pronto, venendo a costare più di un decimo del budget totale del film.

8) Harrison Ford

Il grande Harrison Ford avrebbe dovuto comparire in E.T. l’extra-terrestre, ma Spielberg decise di tagliare la scena con il suo cameo. Ford, sposato all’epoca con la sceneggiatrice del film, Melissa Mathison, doveva interpretare il preside della scuola di Elliott, ma Spielberg decise di cancellare la breve scena in fase di montaggio.

La sequenza mostrava Elliott convocato nell’ufficio del preside, senza però mai mostrare il volto dell’uomo, famoso per i suoi ruoli iconici in Star Wars e Indiana Jones. Steven Spielberg decise di non mostrare mai i volti di persone adulte per tutto il film.

Infatti l’unico che si vede è solo quello della madre del protagonista. Per il piccolo Henry Thomas fu però un’emozione grandissima poter recitare con uno dei suoi eroi; nonostante il taglio della scena, Henry descrisse quel momento come uno dei più belli della sua vita.

Inoltre fu proprio durante le riprese de I predatori dell’arca perduta che a Spielberg venne l’idea per E.T. l’extra-terrestre. Infatti l’idea gli venne anche grazie al suo incontro con la Mathison, che era venuta sul set a trovare l’allora fidanzato.

Qui di seguito potete vedere la scena tagliata con protagonista Harrison Ford, anche se purtroppo la qualità sia video sia audio è decisamente molto bassa.