Love Kills | Il gioiello di Freddie Mercury e Giorgio Moroder per Metropolis
Giorgio Moroder presents Metropolis, riedizione del 1984 del capolavoro di Fritz Lang, si avvale dell'immortale successo Love Kills di Freddie Mercury.
Sul capolavoro di Fritz Lang si è da tempo espressa la storia. Metropolisè la vetta del maestro dell’impressionismo tedesco, modello illo tempore di distopia fantascientifica e pietra angolare della storia del cinema. Questo film che si perde nel tempo, di cui esistono molteplici versioni differenti per durata e montaggio, è quindi stata grande fonte d’ispirazione per le generazioni successive di cineasti, e non solo.
Il Lang più visionario e lungimirante ha orientato il genio di grandi musicisti, che hanno tentato di restituire la forma sonora degli stridori industriali di Metropolis. Nel 1927 era prossimo l’avvento del sonoro del cinema, e già la versione originale del film presentava musiche composte da Gottfried Huppertz. L’accompagnamento era però ridotto al minimo, in linea con l’estetica di Fritz Lang:
Cinema che parla solo per immagini, che si esprime in purezza nel muto. Così, andando contro questo precetto, in occasione di una grande riedizione del 1984 parlarono due delle più autorevoli penne della contemporaneità musicale. Nacque una versione doppiata e musicata da Philip Glass, ed un’altra a colori intitolata Giorgio Moroder presents Metropolis, che si avvale dell’immortale successo Love Kills di Freddie Mercury.
Love Hurts, Love Kills: l’amore al tempo delle macchine
Certo, parlare di colonna sonora è decisamente riduttivo. Moroder ha steso una partitura che copre la totalità della durata del film, che contrappunta le immagini con una prolissità al limite del tollerabile. Di contro, la simbiosi audiovisiva è praticamente perfetta. Sarà per questo che il momento in cui Love Kills risuona sembra di essere di fronte ad una videoclip invece che al film di 57 anni prima.
Registicamente la sequenza di Love Kills è forse tra le più teatrali dell’intero film. Si svolge in effetti in un interno che ricorda vagamente un palcoscenico, con una scalinata ed un sipario. Su questo fondale, si contrappongono il solismo di Maria-Robot e la massa corale di lavoratori ammaliati dal personaggio femminile. Analogamente al divismo debordante di Freddie Mercury di fronte al suo pubblico in visibilio: non a caso l’ingresso della voce di Mercury corrisponde precisamente al taglio con la scena che vede l’ingresso di Maria.
Love Kills: la collaborazione tra Moroder e Mercury
I brani come Love Kills sono quindi come perle incastonate nel continuum magmatico dell’elettronica di Moroder. Donano varietà ad una partitura altrimenti solo strumentale, pur in perfetta contiguità col registro pop-rock che caratterizza tutta l’opera. E nonostante il brano oggi sia universalmente conosciuto al di là delle immagini, all’epoca non fu un caso musicale trascurabile.
Il singolo fu scritto dai Queen, ma a tutti gli effetti fu il primo lavoro che implicava la sola voce di Freddie Mercury. Un dettaglio che gli permise di emergere ulteriormente in tutto il suo protagonismo, come più volte ha sottolineato Moroder a proposito della collaborazione col cantante. Quando lavorarono al pezzo, le straordinarie capacità di songwriter e performer di Freddie Mercury entrarono in contrasto con il lato più intimidatorio della sua personalità artistica, causando non pochi problemi al produttore italiano.
Indissolubilmente legato a questo esperimento così provocatorio e al margine con lo scandalo, il brano subì la ritorsione dell’opinione pubblica. All’84esima edizione dei Razzie Award Love Kills era in lizza per la peggior canzone originale, di fianco all’immortale Purple Rain di un certo Prince e al collega Moroder, che invece competeva proprio per Metropolis e Thief of Hearts per la peggiore colonna sonora originale.
Insomma, un’edizione notevole del premio più dissacrante di Hollywood. E al netto della critica e della polemica, dopo 36 anni di Giorgio Moroder presents Metropolis rimangono ben altri prestigi. La riscoperta fascinazione per uno dei più grandi capolavori della storia del cinema, che non sarebbe stata la stessa senza un piccolo capolavoro immortale come Love Kills a dargli nuova linfa.
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