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Chi è Michael Parks, dove nasce il mito dell’attore più amato da Quentin Tarantino?
Sprazzi di fama, terra bruciata e tarda rinascita. Una prospettiva sulla carriera di Michael Parks, tra gli attori preferiti di Tarantino.
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Chi è Michael Parks, dove nasce il mito dell’attore più amato da Quentin Tarantino?
Volto squadrato, sguardo profondo e capelli alla pompadour. Tutti attributi chiave della golden age hollywoodiana: gli anni ’50. Una decade dopo, la massiva espansione dell’industria televisiva vedeva ancora tracce estetiche dell’immediato post-guerra americano.
Il western si era efficacemente traslato in salotto con serie ad appuntamento settimanale, e nonostante le voci della beat generation stessero iniziando a mobilizzare la controcultura hippie degli anni 60, la televisione vedeva ancora una fruibilità fondata su quegli ideali che avevano definito l’americanità classica.
In questo panorama di transizione iniziava la sua strada Michael Parks, che molti di voi non conosceranno, ma la cui figura è stato spesso idolatrata dai registi della scuola indipendente degli anni ’90, in primis Quentin Tarantino, con cui ha lavorato negli ultimi anni della carriera.
Michael Parks, all’anagrafe Harry Samuel Parks, nasce il a Corona (California, Stati Uniti) il 24 aprile 1940. Suo padre, Harry Parks, era un giocatore di baseball. Durante la sua adolescenza si guadagnava da vivere saltando da un lavoro all’altro.
Fu infatti impiegato come raccoglitore di frutta, operaio, autista di camion, per poi ritrovarsi a combattere addirittura contro gli incendi boschivi.
Già a 16 anni si sposa con la sua prima moglie, Louise Johnson, con la quale ha una figlia.
Parks cominciò il suo percorso nei primissi anni sessanta in ambito televisivo, comparendo in numerose serie tra cui The Detectives, The Real McCoys e Perry Mason. In quest’ultima recitò accanto all’icona Betty Davis, in un episodio intitolato The Case of Constant Doyle. Apparve inoltre in un paio di episodi della Alfred Hitchcock Hour nel 1963.
Debutta finalmente al cinema con Wild Seed (1965), un dramma romantico prodotto da Marlon Brando in cui interpreta Fargo, co-protagonista. La svolta in quanto di considerazione arriva però l’anno dopo, quando interpreta Adamo nel colossal storico di John Huston, La Bibbia, che racconta la storia della genesi.
Nel 1969, Michael Parks venne ingaggiato nel ruolo di protagonista nel pilota della serie NBC Then Came Bronson (Dove vai Bronson?), distribuito in Europa come lungometraggio. La serie si estese poi in una stagione singola di ventisei episodi tra il ’69 e il ’70.
In Then Came Bronson, Parks vestì i panni di Jim, un giovane scribacchino di giornali che dopo il suicidio del suo miglior amico Nick, si da alla vita da vagabondo in motocicletta. Nonostante l’iniziale premessa di un personaggio che parte per un viaggio di riscoperta individuale, la maggior parte degli episodi vedeva Jim entrare nella vita di diversi personaggi in un punto di svolta della loro vita, comportandosi come catalizzatore del loro cambiamento.
Il personaggio mantiene quindi un arco narrativo piuttosto inalterato durante tutta la serie, comportandosi come coscienza detta all’auto-esaminazione dei vari antagonisti. Il ruolo lo consolidò all’epoca come una dei volti maggiormente noti e riconosciuti in televisione, nonché un attore di grande talento e naturalezza.
Then Came Bronson segna però anche un punto negativo della carriera di Michael, che dopo vari litigi con i produttori della serie, venne informalmente escluso (blacklisted) dall’industria hollywoodiana per oltre un decennio, durante il quale lavorerà in Canada e in Inghilterra.
La terra bruciata che gli si creò intorno decapitò la sua carriera, che fino a quel momento sembrava incline a farlo diventare uno dei grandi attori del decennio. Secondo Parks Le dispute iniziarono quando i produttori di Bronson decisero di donare al suo personaggio dei tratti comportamentali più aggressivi e violenti su cui non era per niente d’accordo.
L’attore farà il suo ritorno in ambito americano negli anni ’80, saltanto quindi tutta l’epoca della nuova hollywood in cui, visto il suo stile di recitazione della scuola De Niro, Hoffman e company, avrebbe trovato sicuramente successo.
In questo lungo periodo, le uniche possibilità lavorative provennero dall’estero o da registi indipendenti che ammiravano la sua recitazione.
Tra i progetti rilevati troviamo il suo ruolo da protagonista nel piccolo ma sottovalutato film indipendente canadese, Between Friends (1973) di Donald Shebib e l’interpretazione di Bob Kennedy nel dramma autobiografico The Private Files of J. Edgar Hoover (1977). Fu comunque un periodo segnato dalla scarsezza di ruoli da protagonista.
Parks torna ufficialmente a lavorare in USA apparendo in 12 episodi di The Colbys, una soap opera che andò in onda per due stagioni (1986-1987), considerata un vero e proprio flop commerciale e critico. Tra gli anni novanta e i duemila però la sua carriera ebbe una peculiare resurrezione.
Alcuni dei maggiori esponenti del nuovo cinema indipendente americano (Kevin Smith, Quentin Tarantino, Robert Rodriguez) che erano cresciuti con riproposte di Then Came Bronson durante gli anni settanta ,avevano nutrito una forte ammirazione per l’attore californiano e furono fondamentali nel dargli una seconda giovinezza. Parks interpretò Texas Ranger Earl McGraw nel film Dal tramonto all’alba (1996) di Robert Rodriguez.
Scritto da Tarantino, lo stesso personaggio fece ritorno nel primo volume di Kill Bill (2003), in una scena in cui lo sceriffo e suo figlio (interpretato tra l’altro da suo figlio biologico James Parks), tentano di ricostruire il massacro nella chiesa dove è stata trovata la sposa.
Parks apparirà anche in Kill Bill Vol. 2 (2004) come Esteban Vihaio, un pappone messicano ottantenne che racconta alla sposa una storia dell’infanzia di Bill. Con Tarantino lavorerà anche in Django (2012) in una breve comparsa nelle vesti di Roy, un minatore australiano.
In un’intervista per Variety del 1997, Tarantino espresse la sua profonda venerazione per l’attore:
“É sempre stato uno dei miei attori preferiti al mondo. In Then Came Bronson, Michael dava delle performance alla Brando… la recitazione più naturale che abbai mai visto in televisione.“
Per il regista di Pulp Fiction l’utilizzo di Michael rientra in una lunga serie di casting azzardati che ha donato a svariati attori una ripresa di carriera (il cosiddetto Tarantino Boost). Tra i tanti ricordiamo John Travolta, Robert Foster, Pam Grier e David Carradine.
Nel ’97 Michael Parks veste i panni del narcotrafficante Jean Renoult nella serie culto di David Lynch, Twin Peaks.
Riprende il ruolo di Earl McGraw nella stravaganza di Grindhouse (2007), e lavora con Kevin Smith nei film Red State (2011) e Tusk (2014), dove interpreta rispettivamente Abin Cooper, un folle prete che predica l’eliminazione di tutti i peccatori sulla faccia della terra, e Howard Howe, un serial-killer alla Buffalo Bill.
Nel 2007 compare nel capolavoro di Dominik, L’assassinio di Jesse James, nei panni del commissario Henry Craig.
L’attore è morto il 9 maggio 2017, a 77 anni. A sua richiesta, il corpo venne sotterrato in mare con la sola presenza della moglie. Poco dopo l’annuncio del decesso, Kevin Smith dichiarò attraverso Instagram: Michael è stato, e sarà per sempre, il miglior attore che abbia mai conosciuto.
Il regista di Clerks (1994) sta tutt’ora producendo un documentario sulla vita di Parks chiamato Long Lonesome Highways (dal titolo di una canzone registrata da Michael nel 1970), che partirà dalla sua infanzia da contadino itinerante alla sua resurrezione attoriale negli anni ’90.
Michael Parks si è sposato quattro volte. Oltre al già citato matrimonio con Louise Johnson, nel 1964 convola a nozze con l’attrice Jan Moriarty, durato solo pochi mesi a causa della tragica morte della donna.
Dal suo terzo matrimonio nacque il figlio James Parks. La quarta e ultima moglie, con cui convogliò a nozze nel 1997, fu Oriana Parks, che gli restò accanto fino alla morte.
L’attore aveva anche un fratello, tragicamente scomparso nel 1968 per annegamento.
Oltre al cinema, per tutta la sua vita Michael Parks ha coltivato una profonda passione per la musica, sfociata in più dischi pubblicati. Di seguito potrete trovare la discografia completa:
Fonte: Wikipedia
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